Al rientro dal mare con la vicina

Scritto da , il 2019-07-22, genere incesti

A tredici anni sapevo cos’era il sesso , quello vero, con una donna di 25 in più, pazza di me, l’avevo anche trombata in mare, mentre che il marito ci salutava dalla spiaggia; vicina di casa e amica di mamma mi aveva detto :”Bravo! sei stato bravo e se continui cosi ci possiamo trovare anche a casa” ero contento, mi sentivo già grande, di più, un uomo con tutti i suoi misteri . Ma dalla fine di agosto niente fino il 4 di ottobre, lo ricordo bene perché si celebrava la festa di san Francesco e ritornammo insieme dalla messa , era quasi bigotta “che dire?!” era domenica e il marito festeggiava a caccia in toscana mentre i figli dalla nonna in campagna. Il suo cortile confinava col mio e comunicavano con un cancelletto, entrammo dal mio, dove non c’era nessuno, al cancelletto mi dice di dover fare la pipì e, se la volevo seguire….…...!!!!!!!!
Non entrò in casa ma in una specie di garage laboratorio, dove c’era un bagno ma senza il water, al suo posto una “turca”, mi chiamò dentro e mi diede spettacolo. Le donne di allora mica la rasavano, ma lei era bionda e di poco pelo, una cosa gradevole anche se mi trovava un po’ titubante: neanche immaginavo come fosse impreciso quel getto, esagerato all’inizio, sbrodolante dopo e la sgocciolatura finale con un goffo scrollIo peggio ancora del nostro; non credevo che la sessualità si esprimesse anche in quei modi, all’inizio quasi schifo, poi , mica tanto , mi dava l’idea di quanto fosse grande quella roba che prende tutto ma si accontenta anche di poco, ne rimasi sconvolto , turbato, eccitato, se in principio quasi volevo scappare, poi ne fui subito esaltato, elettrizzato, specie quando mi propose di farle il bidet. Non c’era il water ma il bidet sì, e mentre gliela massaggiavo ben-bene mi portò la mano all’orefizio anale invitandomi a massaggiare ”piano” “delicatamente” in mezzo a tanti sospiri.
Ahi capito la bigotta !!! e che franchezza con mia madre . Ci aveva visti arrivare in cortile poi niente più e dalla finestra mi chiamava a pranzo, non ricordo la bugia ma era una cosa tipo : “l’ho chiamato nell’orto a vedere le mie fave, me lo dai oggi pomeriggio a sgranare che ce n’è anche per voi ? ” Certo le fave non erano, era ottobre, ma di fava quel pomeriggio c’era tutta la mia.
Anche i miei se ne andarono, era una splendida giornata e m’invitavano ad approfittarne. APPROFITTAI.
Passarono ancora mesi, la cosa mi pesava anche se l’argomento non era affatto chiuso; ora non ricordo quando e come si poteva approfittare , non ricordo certo la cronologia e vagamente i percorsi fatti per incontrarci, ma al mio compleanno , il quattordicesimo c’era un pacchetto per me . Lo volevo aprire a casa, NO! Lo volevo aprire lì NO! C’ERA GENTE IN GIRO, quando finalmente trovai un luogo appartato per poterlo aprire lessi il biglietto “ QUATTORDICI anni, un’età importante! Fanne buon uso “ era una enorme scatola di preservativi .
E chi ci aveva pensato alla prevenzione ?!
Scopavo solo con lei e non avevo mai pensato che potesse esserci l bisogno di PREVENIRE
“No con me non serve, stai tranquillo, con le tue amiche piuttosto!” . Sai quante quattordicenni te la davano negli anni sessanta?! “ Provaci e mi dirai, non voglio che ti soffermi su di me” .
Non poteva più avere figli, ma questo non la sollevava dai doveri coniugali, quindi non si poteva dedicare a me se non in rari casi. Sapeva bene com’era fatto un uomo, lo ferma solo la paura, e questa non avevo più motivo di avercela : “Ma io lo so fare solo con te” - “No che lo sai fare anche con le tue amiche”- “E come glielo chiedo?” –“Ce la fai , ce la fai”- “ Ma io amo solo te”- “Io no” . FU UN TRAUMA
E cosa avevamo fatto allora !?
Mica era una puttana , che convenienza c’è a farsi un ragazzino? Puro esercizio sessuale?...mica potevo essere bravo, ero alle prime armi. Se avesse amato suo marito non si sarebbe fatta ciulare sotto il suo sguardo. dovevo capire, ma avevo solo quattordici anni ! Non si presentava mai l’occasione per un chiarimento a tu per tu, mica è facile nascondersi e confrontarsi , mica è facile confrontarsi tra un quattordicenne e una signora alle soglie dei quaranta. Ma l’occasione venne
Venne quando ormai seguivo il suo consiglio, le ragazzine mi facevano schifo o quasi , si ce n’erano di carine , ma non sapevano fare niente e pure se la tiravano. Lei , quando poteva, me la dava volentieri.
ALLORA MI AMAVA . NO! AMAVA SUO MARITO
Anche suo marito l’amava, ma non era portato per il sesso. Dopo quell’operazione poi… (quella per la quale non poteva più avere figli) gli pareva di forzare la cosa. Quale fosse la causa di tutto non lo sapeva dire, ma gli dava importanza perché l’amava , perché poteva benissimo fare senza sesso : mica ce ne aveva bisogno . E ALLORA !?
Praticamente faceva sesso solo con me perché si sentiva desiderata. Sapeva benissimo di rischiare, di rischiare tanto perché l’amore coni ragazzini non si poteva fare neanche allora, ma quando la guardavo non capiva più niente. Mi supplicava di continuare così perché la potevo rovinare, lei ,la sua famiglia, la mia. Perché si sentiva desiderata ed era bello, perché anche lei mi desiderava tantissimo e non si sapeva frenare, ma non era amore, cioè si, mi amava al punto di mandarmi dalle ragazzine, mi voleva bene come che fossi stato un suo figlio, oddio anche i figli allora. “È complicato credimi, lo capirai col tempo”
Non importava aspettare tempo, un po’ già capivo, ma io volevo lei, solo lei, le ragazzine mi facevano cagare e sai la fatica!
Era un rapporto speciale che ci legava ,e forse lo scopro ancor più nel tempo, quando provo di fare un bilancio di tutte le mie esperienze sessuali. Quando si parla delle prime esperienze, normalmente si stende un telo pietoso, io ne conservo un bellissimo ricordo. Non ho mai trovato donna che mi accogliesse nel suo grembo così volentieri ; esteriormente tutte molto più interessanti , anche mia moglie che non per quello ho scelto (anzi….)
Ecco parlando di mia moglie posso dire che è solo grazie alla sua scuola (della vicina )che capivo come ci si possa amare: si può amare e forse si ama di più, senza l’adeguata corrispondenza; mia moglie come suo marito: casi di amorfismo sessuale . Amare è darsi , mica prendersi, rinunciare a se stessi per ……Beh ! non era quello il caso.. o forse si !? … comunque su mia moglie ci tornerò o rischio di sviare.
Lei non amava me, amava così tanto sentirsi desiderata che superava la perversione, amava donarsi, ma forse si concedeva a me per darsi (in cuor suo ) a suo marito: concetti un po’ Freudiani di cui nutro una vera avversione. Sta di fatto che ogni incontro era davvero una festa, che appena si poteva non mi diceva di no, che non poneva condizioni o limiti; mai attendeva mie iniziative, semmai proponeva , proponeva gioie che mai dopo di lei ho vissuto tanto intense.
Erano gli anni “60 e certi modi ora normali non erano ancora maturati, sapeva stare ben nascosta ma il sesso è sempre esistito e come tale……: abiti dimessi , anche un po’ antiquati pur essendo una sartina di buon livello, in estate sotto non portava niente , me lo diceva aggiungendo: “se vuoi guardare?!” e non faceva granché al fine che mi dessi da fare per intravedere qualche cosa. Conoscevo già tutto per bene ma scoprivo quanto fosse bello un seno intravisto dallo spazio lasciato dalla manica che non c’è, oppure quanto fosse bello cercare l’improbabile l’immagine delle mancate mutande, nell’acqua lasciata sul cemento di un’innaffiatura estiva. E come rizzava i capezzoli sotto gli abiti a sentirsi osservata. Ne era orgogliosa in un gioco dimesso, tanto dimesso che appena giungeva alcuno, non lo erano più. Abbassandosi le temperature il gioco cambiava , la voglia di essere desiderata si combinava con l’orgoglio della sartina, che tra un lavoro e l’altro creava capi di lingerie all’avanguardia , soprattutto splendide guepiere che ho imparato ad apprezzare con notevole ritardo; allora proprio mi sapevano di antico, pur sapendo fingere allo scopo che ben si sa.
Col passare degli anni e l’esperienza, dalla sporadicità ci si avvicinava alla consuetudine, quelli che prima erano cedimenti, poi diventarono capriccio, passione; lei si esaltava , io mi appagavo. Stava diventando un gioco pericoloso, perché fermare un ragazzo nel pieno sviluppo non è facile, perché una donna orgogliosa del suo operato può dimenticare le regole del suo io.
Tanto orgogliosa da parlarne con mamma ? non ne sono certo ma rientrando in momenti propizi la sentivo dire cose sul tipo:“Ma dai che la trova una ragazza, è un ragazzo sano CREDIMI !” . Sì mia madre era preoccupata dal vedermi sempre attorno casa. Lei pareva quasi divertita dall’equivoco. Quando poi la sentii dire : ”ci pensano loro veh , quando lo vedono come l’ ho visto io al mare, si spande la voce” “come l’ai visto al mare ?” “Beh uno che a tredici anni sembra suo padre, a sedici sembrerà il nettuno”. Erano quasi 17 quando la sentii la seconda volta, e lo sapeva benissimo perché non mancava mai di farmi il regalo di compleanno. Non ne ero certo ma ne percepivo il pericolo, sentiva il bisogno di parlarne con qualcuno e la cosa proprio non mi andava . Quell’anno mi regalò un completino sexy smanicato a rete blu e uno slippino piccolissimo dello stesso colore in raso finissimo. Come tutti gli anni la raccomandazione era sempre quella: di farne buon uso.
Devo dire che ne feci buon uso e l’effetto era travolgente. Anche le ragazze crescevano e qualcuna che ci sapesse fare ne risultava anche se ancora rare; con lei non li usai una volta, un po’ perché non mi andava, un po’ perché riducevo le frequentazioni ai momenti di debolezza onde ridurre i rischi. Devo aggiungere che quell’anno ci trasferimmo, le cose andavano davvero bene e dov’era il capannone nuovo mio padre ci fece anche una bella casa.
CI LASCIAMMO SENZA RIMPIANTI
Lei tornava a suo marito che aveva trascurato un po’, io che avevo saputo crescere, mi dedicai alle mie coetanee e alle amiche di mia sorella un pochino più grandi,. C’era ancora un po’ di nostalgia , specie delle prime esperienze, ma entrambi ci guadagnammo in serenità. Al compimento dei 18 anni mi chiamò a casa sua ; inutile dire che aveva provveduto perché fossimo soli, inutile dire che anche quella volta … ! Poi mi congedò dicendomi : “ Ti ho visto sai con quella rossa carina carina , è una brava ragazza, conosco lei ed anche i suoi genitori, mi fa piacere ………………………………… “Fanne buon uso!” e una lacrima le rigò il viso.
Quella rossa carina carina ora è mia moglie. Siamo sposati da tanto e qualche volta mi fa venire nostalgia della mia vicina che non diceva mai di no (potendo) ma ho sempre rispettato il suo comandamento di non cercarla più, perché allora allora sarebbe stato NO

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