In famiglia ci si aiuta - Capitolo 6 - FINE
Scritto da Empire1, il 2019-03-14, genere incesti
Era ormai arrivata l'estate e io decisi di dare una svolta a quella storia morbosa, facendola diventare... ancora più morbosa!
Organizzammo di passare qualche giorno nella nostra casa in montagna e invitammo anche i miei suoceri: a mio suocero avrebbe fatto bene respirare un po' di aria di montagna, mentre mia suocera pregustava già la possibilità di essere vicina al mio cazzo per un po’ di tempo.
A quel punto, dopo tutti quei mesi a darle piacere, ero ormai sicuro che mia suocera avrebbe fatto tutto quello che le avrei detto di fare. Così, qualche giorno prima di partire (e subito prima di scoparla, così da essere sicuro di avere il suo pieno accordo...) la misi a parte del mio piano per quel weekend in montagna.
Partimmo un venerdì sera e ci ritrovammo in montagna, dove avevamo due case adiacenti unite da un grande giardino. Dopo una cena veloce andammo a dormire: noi e i bimbi in una casa, i miei suoceri nell'altra.
Quando il sabato ci ritrovammo tutti per pranzo intorno al tavolo del giardino, mia suocera era molto agitata e sembrava nervosa, ma io sapevo che il motivo era la sua grande eccitazione per ciò che sarebbe successo di lì a poco.
Il pranzo passò in fretta, tra una chiacchera e un’altra. Intorno alle 2 alcuni amichetti dei miei figli vennero a prenderli per andare insieme a loro in una casa lì vicino dove si sarebbe tenuta una festa di compleanno, che li avrebbe impegnati per tutto il pomeriggio. Mio suocero, come prevedibile, ci disse che era un po' stanco e che sarebbe andato a riposare nella sua camera. Rimanemmo io, Eleonora e sua madre Lucia. Dopo poco anche Eleonora si alzò e ci comunicò che sarebbe andata in camera da letto a leggere un libro.
Quando mia moglie fu finalmente entrata in casa mi alzai e mi diressi verso Lucia, che mi aspettava in trepidante attesa. La feci alzare, le alzai un poco la gonna del leggero vestito estivo che portava, le scostai le mutandine e le infilai un dito nella figa. Lei gemette nel sentire quell'improvvisa penetrazione. Quando tirai fuori il mio dito era pieno di umori a conferma della sua grande eccitazione.
“Si proprio una porcellina”, le dissi con sorriso. Le appoggiai il dito sulle labbra e lei lo succhiò avidamente.
“Ora vai nell'orto e aspettami.”
L'”orto”, così lo chiamavamo, si trovava in fondo al giardino, in un angolo delimitato dal muro di cinta e da due alte siepi, che rendevano impossibile vedere cosa o chi ci fosse dentro.
Una volta, tanti anni prima, veniva effettivamente usato come orto e per abitudine lo chiamavamo ancora così, anche se ormai da anni l'avevamo ricoperto di erba e avevamo installato uno di quei grandi e rotondi letti da giardino, su cui due o tre persone potevano comodamente sdraiarsi. Qui io e mia moglie avevamo passato serate romantiche a guardare le stelle e notti infuocate a fare sesso.
Lucia sapeva di dovermi aspettarmi lì: io invece mi diressi verso la mia camera, dove trovai Eleonora sdraiata sul letto intenta a leggere un libro: per prima cosa notai le sue gambe lunghe e le sue cosce invitanti spuntare da una gonna morbida, che a causa della posizione si era alzata ben sopra metà coscia. Mi sedetti davanti a lei e cominciai ad accarezzarla. Anche lei mise una mano sulle mie gambe e lentamente risalì verso l’alto. Quando raggiunse il mio pacco e sentì il mio cazzo durissimo dentro i pantaloni, emise un gridolino di approvazione. “Come mai siamo così eccitati?” Mi chiese.
“Perché ho una gran voglia di scoparti.” Risposi io e nel frattempo mi chinai su di lei e cominciai a slinguarla. La mia mano risalì lungo le cosce e si fermò all'altezza della sua figa, che cominciai a massaggiare attraverso gli slip.
“Non fare così.” Mi disse Eleonora.
“Perché?” Ribattei io.
“Perché poi mi fai venire troppa voglia!”
“Che ne dici di andare nell'orto allora?” Proposi io con noncuranza.
“Mi sembra un'ottima idea!”, ribatté lei ricambiando il mio bacio e palpandomi il cazzo attraverso i pantaloni.
“Vado a preparare.” Le dissi, “tu raggiungimi tra 10 minuti.”
La lasciai, uscii dalla stanza e mi diressi in fondo al giardino. Il piano stava funzionando. Erano settimane che pensavo a come metterlo a punto perché, in fondo, era quello che volevo fin dall'inizio: scoparmi mia moglie e mia suocera insieme.
I racconti delle mie scopate che di volta in volta facevo all'una e all'altra erano serviti proprio a questo: prepararle a quel momento.
Con mia suocera era stato abbastanza facile. Da quando avevo cominciato a farmela era passata dall'essere una riservata e pudica madre di famiglia all'essere via via sempre più troia e aperta a nuovi esperimenti. Quando l'avevo messa a parte del mio progetto avevo trovato ben poca resistenza e, anzi, una sua crescente eccitazione e impazienza.
Non sapevo però quale sarebbe stata la reazione di mia moglie: magari sarebbe andata su tutte le furie, oppure sarebbe rimasta scioccata e sarebbe corsa via. Avevo ragione di creder però (e lo speravo) che quella situazione l'avrebbe eccitata al punto da spingerla a rimanere e a partecipare, almeno come spettatrice, a quella sessione di sesso tra me e sua madre.
Arrivai nell'orto: oltre la siepe trovai mia suocera, mollemente sdraiata sul letto da giardino. Il vestito leggero un po' tirato su a lasciar intravvedere uno slip nero e la spallina caduta sulla spalla la rendevano molto invitante.
“Arriverà tra poco.” Le dissi mentre mi toglievo pantaloni e boxer e mi sdraiavo vicino a lei.
“Non vedo l'ora!” disse lei e cominciò ad accarezzare lentamente il mio durissimo cazzo.
Passarono alcuni minuti e sentimmo un rumore di passi avvicinarsi alla siepe: Poi spuntò mia moglie: lei si immaginava di trovarmi sdraiato sul letto ad aspettarla, ma la vista di sua madre mezza nuda che teneva saldamente in mano il mio cazzo la lasciò esterrefatta. Per alcuni lunghissimi attimi il tempo sembrò come sospeso. Nessuno si muoveva, né sembrava respirare: l'unico movimento era quello, lento e ampio, della mano di Lucia mentre accarezzava il mio uccello.
“Tua mamma mi ha chiesto se potevamo tenerle un po’ di compagnia” dissi io.
“Spero non ti dispiaccia.” Continuò Lucia.
Eleonora rimaneva ferma a guardarci, senza parlare. Io allora mi alzai e mi diressi verso di lei, la guardai negli occhi e le dissi: “ti prometto che ti farò divertire, più di quanto faccio quando ti racconto di come mi scopo la tua mamma. E poi mi prenderò cura anche di te.”
Così dicendo le premetti il cazzo contro la gonna. Eleonora aveva capito cosa stava succedendo: mi sorrise e mi disse: “sei un grandissimo porco!” E poi, rivolgendosi a sua madre aggiunse: “e anche tu!” Lucia fece segno di schernirsi, ma solo per finta.
“Vieni, siediti sul bordo del letto.” La presi per mano e la feci sedere di fianco a noi. Le diedi un lungo bacio appassionato e poi tornai ad occuparmi di sua madre. Avevo il cazzo proprio all'altezza della faccia di Lucia e lei si affrettò a ingoiarlo e cominciò a farmi un magnifico pompino. Mi sdraiai per agevolare la vista a mia moglie. Da quella posizione, sia io che lei avevamo una splendida vista di mia suocera intenta ad andare su e giù sul mio cazzo con la sua bocca. Mentre lo faceva le sue grosse tettone e i suoi turgidi capezzoli strusciavano contro la mia gamba ed erano particolarmente eccitanti da vedere. Gliene afferrai una e cominciai a giocarci, palpandola e stringendo il capezzolo. Mia moglie non sapeva più dove guardare, se la bocca di sua madre intorno al mio cazzo o la mia mano che le toccava la tetta. L'eccitazione era altissima per tutti e tre, ma mia moglie non si era ancora lasciata andare. "Leccami i coglioni", dissi a Lucia, "e intanto menamelo piano". Non se lo fece ripetere due volte. Scese in mezzo alle mie gambe e prese a succhiarmi i coglioni, mentre con una mano andava lentamente su e giù sul mio cazzo. Guardai Eleonora, che era come ipnotizzata.
“Ti piace quello che vedi?” Le chiesi. Lei annui.
“Allora fammelo vedere che ti piace.”
Lei, come risvegliata da un sogno, fece scendere la mano in mezzo alle sue gambe e cominciò ad accarezzarsi la figa attraverso la gonna.
“Mentre questa troia di tua madre si prende cura del mio cazzo voglio vedere bene quanto sei puttana anche tu.” Dissi a mia moglie, usando quel linguaggio scurrile che aveva l’obiettivo di infiammare ancora di più quella situazione.
“Spogliati e mettiti accanto a me.”
Eleonora non se lo fece ripetere, Si alzò e si liberò velocemente del vestito leggero, del reggiseno e delle mutandine. Le feci segno di sedersi accanto a me.
“Ora allarga le gambe: voglio vedere bene mentre ti godi lo spettacolo e ti sgrilletti.”
Devo dire che quella era una visione fantastica. Il corpo nudo, sinuoso ed eccitante di mia moglie accanto a me, e la bocca di mia suocera sul mio cazzo. Ma lo spettacolo doveva continuare.
Mia moglie, come in trance, assisteva, masturbandosi, al pompino di mia suocera.
“Guarda Lucia,” dissi facendole alzare per un attimo la testa dal mio cazzo, “guarda come piace a tua figlia quello che stai facendo. Guarda come si è bagnata questa bella troia.” Così dicendo “immersi” un dito nella figa di Eleonora e lo tirai fuori ricoperto di umori.
Lucia fece un sorriso e poi ritornò a succhiare il mio cazzo con ancora più vigore, segno che la situazione le piaceva eccome.
Mentre Lucia era intenta a farmi un pompino io rivolsi le mie attenzioni verso Eleonora. Ci slinguammo per bene e io presi ad accarezzarle le tette e quei suoi bei capezzoli, ora diventati durissimi per l’eccitazione. Ma non avevo ancora finito. Smisi di baciare Eleonora, feci alzare Lucia dal mio cazzo e la tirai a me. Cominciai a slinguarla. Le sue tettone penzolavano a pochi centimetri da me e da Eleonora. Ne presi una e cominciai ad accarezzarla con vigore, continuando nel frattempo a baciarla. Sapevo che Eleonora, così vicino a noi due, era in preda a un’enorme eccitazione.
Dopo un po’ mi staccai dalla bocca di Lucia, mi rivolsi ad Eleonora e le dissi: “Ora mi scopo tua madre, che ne dici?”.
Un lampo di eccitazione passò negli occhi di mia moglie che annuì convinta.
“Dai Lucia, da brava, sdraiati lì e preparati per il mio cazzo.”
Anche Lucia era eccitatissima e non vedeva l’ora di essere sbattuta dal mio uccello. Quando fu pronta, sdraiata e a gambe larghe, mi spostai anch'io e mi misi proprio di fronte a lei. Eleonora era rimasta seduta sul bordo del letto, troppo lontana per i miei gusti.
“Vieni qui”, le dissi tendendole la mano. “Prepara il mio cazzo a scoparsi tua madre.”
Ora, il mio uccello era già durissimo e non avrebbe avuto bisogno di ulteriori stimolazioni per cominciare a scopare, ma volevo che fosse Eleonora a preparare suo marito a scoparsi sua madre. Lei si avventò sul mio cazzo, e cominciò a leccarlo fino alla base e a succhiarlo appassionatamente. Io mi rivolsi a Lucia e le dissi: “Tua figlia succhia proprio come te. Siete due troie nate.” Lucia annuì sorridendo e accarezzandosi la figa.
Era giunto il momento. Eleonora smise di leccarmelo e io infilai decisamente il mio cazzo nella figona di Lucia, che emise un gridolino strozzato nel momento in cui fui completamente entrato. Rimanendo fermo in quella posizione mi chinai su di lei e comincia a slinguarla. Lei ricambiò il mio bacio, attendendo con trepidazione che io cominciassi a muovermi.
Mi tirai su, in modo da vederla bene negli occhi e da poter ammirare lo spettacolo delle sue tettone mosse dai miei colpi e, ovviamente, per permetter a Eleonora di godersi lo stesso spettacolo.
Un colpo leggero, poi un altro un po' più forte, poi un terzo, un quarto. Poi, cominciai a scoparla come si deve, con colpi forti, sempre più numerosi e profondi, in modo da sentire il mio uccello andare fino in fondo alla sua figa. Nel contempo, a ogni colpo, Lucia gemeva più forte e le sue tettone “ballavano” su e giù, con un movimento eccitantissimo da vedere. Io avevo tirato a me Eleonora e mentre mi scopavo la madre, slinguavo con lei e la toccavo. In particolare, presi a sgrillettarla, mentre le parlavo.
“Ti piace quello che vedi, vero?”
“Sì, tantissimo.” La sua figa colante di umori era lì a confermarlo.
“Ti piace vedere che mi scopo tua madre?”
“Da morire”, rispose lei.
“Fra poco le sborro dentro quel figone e poi ti faccio leccare il mio cazzo”. Eleonora rimase come assorta per un attimo. Aveva un’espressione che non riuscivo a decifrare. Poi dopo qualche secondo mi disse: “Inculala!”
Rimasi sorpreso. Una tale evenienza non l’avevo considerata, sia perché Lucia non mi aveva ancora mai dato il suo culo, sia perché, e questa era la cosa più incredibile ed eccitante, la proposta veniva da mia moglie!
“Cosa?” Risposi io spiazzato.
“E’ vero che non l’avete mai fatto?” Chiese Eleonora.
“Non ancora, dissi io.”
“Allora fatelo ora”, continuò lei, “infilale il tuo cazzo in quel culone!”
Sentii distintamente il mio cazzo ingrossarsi ancora di più dentro la figa di mia suocera e istintivamente ripresi a pomparla lentamente. Lei, che fino a quel momento era rimasta in silenzio, lanciò un gemito e disse. “Ma non mi farà male?”
“All’inizio forse, ma poi sarà bellissimo.” Disse Eleonora con la cognizione di chi quella pratica l’aveva provata più volte.
Ovviamente non c’era alcun bisogno di convincermi. Decisi che il modo migliore di incularla era farla rimanere sdraiata, a pancia in su e con le gambe aperte. Avrei pensato io a infilarglielo nel buco giusto… Con ancora il cazzo dentro la sua figa le misi una mano sulla bocca e le dissi di sputare. Poi le feci leccare ben bene l’indice e il medio della mia mano. Una volta ben bagnato, raggiunsi il suo buchino e presi a inumidirlo.
“Più bagnato è meno difficile sarà per il cazzo farsi strada.”, le dissi.
Non era ancora abbastanza. Mi rivolsi verso mia moglie e le infilai le dita nella figa fradicia. Prima due, poi tre, poi quattro! Quando le tirai fuori erano ricoperte di umori. Subito presi a massaggiare l’ano di mia suocera con quel liquido denso. Lo sentivo pulsare sotto le mie dita e vedevo lo sguardo di Lucia contemporaneamente preoccupato ed eccitato.
“Ti piace se ti tocco qui?” Le chiesi mentre le inumidivo l’orifizio con le dita. Lei fece sì con la testa, concentrata a capire cosa stesse capitando lì sotto.
“Adesso inumidiscimi bene il cazzo”, dissi a mia moglie. Lei obbedì subito: si piegò, lo prese in bocca e ci riversò sopra quanta più saliva poté.
“E’ pronto”, mi disse alzandosi.
“Bene, a te l’onore.” Risposi guardandola negli occhi. Lei rimase sorpresa, non si aspettava che le chiedessi di guidar il mio cazzo nel culo di sua madre.
“Sei un vero porco!”, mi disse con un sorrisino eccitato.
“Lo so, sono il tuo porco.”
Eleonora afferrò il mi cazzo alla base e lo guidò verso il culo di Lucia. Fece appoggiare la cappella turgida sul buchino e rivolta a sua madre disse: “Adesso rilassati. Sarà una sensazione strana all'inizio, ma più lo lascerai entrare meglio sarà.” Lucia annuì. Io guardavo la scena dall'alto. Eleonora spinse delicatamente il cazzo in avanti e io vidi la cappella farsi strada in quello stretto buco, che lentamente si apriva. Lucia gemette piano.
“Rilassati, le ripeté Eleonora, “lascialo entrare”.
La cappella era ormai entrata tutta e a quel punto decisi di prendere il controllo della situazione. Mi misi a spingere con un po’ più forza e Lucia lanciò un gridolino strozzato. Il buco era stretto, ma non così tanto e il mio cazzo sembrava entrare bene, anche se poco per volta. Per rendere l’operazione più facile per mia suocera avevo preso a stimolarle il clitoride. Era la soluzione giusta. L’eccitazione l’aveva nuovamente presa e la tensione si stava stemperando. Finalmente fui completamente dentro. Le sorrisi e lei ricambiò.
“Come ti senti mamma?”, chiese Eleonora.
“Incredibilmente piena!” disse lei con un sorriso e rivolgendosi a me: “Dai scopami così, fammelo sentire per bene”.
“Brava Lucia, questo è lo spirito giusto!” Dissi tra me e me e presi a muovermi. Prima lentamente, poi sempre più velocemente. La scena sembrava quella di prima, quando la scopavo nella figa, ma il tutto era enormemente più eccitante. Per me, che sentivo il mio cazzo avvolto strettamente dal buchino di Lucia, per Lei che provava la nuova sensazione di potersi masturbare mentre aveva dentro di sé un cazzo e per mia moglie che era incantata a fissare il mio cazzo penetrare dentro quello stretto orifizio. Ovviamente anche lei, come la madre prese a masturbarsi e, come per un tacito accordo, man mano che io aumentavo la frequenza delle spinte del mio cazzo dentro il culo di Lucia, loro aumentavano l’intensità con cui si masturbavano.
Quella situazione non poteva durare a lungo. Le sensazioni che venivano dal mio cazzo e la vista di quelle due donne nude che si masturbavano accanto a me mi portarono rapidamente all'orgasmo. Dopo un paio di ultime spinte più forti, una grande quantità di sborra si riversò nel culo di Lucia, che sentendo quei fiotti caldi dentro di sé esplose in un fragoroso orgasmo. La stessa cosa fece Eleonora, stimolandosi furiosamente il clitoride e stringendo il mio braccio per non cadere. Per qualche decina di secondi venimmo travolti da quell'onda di piacere. Poi ci accasciammo uno accanto all'altra, esausti e felici per quell'incredibile impresa.
Da allora non c’è più stata l’occasione di fare “in tre”. Al momento “mi accontento” di scoparmene prima una e poi l’altra (non mancando mai di raccontare a quella che non era presente tutti i particolari…). Chissà che però in un prossimo futuro non si ripresenti l’occasione di un pomeriggio con moglie e suocera…
FINE
Nota dell'autore: questo è il mio primo racconto. Grazie a tutti coloro che lo hanno letto e l'hanno commentato.
Organizzammo di passare qualche giorno nella nostra casa in montagna e invitammo anche i miei suoceri: a mio suocero avrebbe fatto bene respirare un po' di aria di montagna, mentre mia suocera pregustava già la possibilità di essere vicina al mio cazzo per un po’ di tempo.
A quel punto, dopo tutti quei mesi a darle piacere, ero ormai sicuro che mia suocera avrebbe fatto tutto quello che le avrei detto di fare. Così, qualche giorno prima di partire (e subito prima di scoparla, così da essere sicuro di avere il suo pieno accordo...) la misi a parte del mio piano per quel weekend in montagna.
Partimmo un venerdì sera e ci ritrovammo in montagna, dove avevamo due case adiacenti unite da un grande giardino. Dopo una cena veloce andammo a dormire: noi e i bimbi in una casa, i miei suoceri nell'altra.
Quando il sabato ci ritrovammo tutti per pranzo intorno al tavolo del giardino, mia suocera era molto agitata e sembrava nervosa, ma io sapevo che il motivo era la sua grande eccitazione per ciò che sarebbe successo di lì a poco.
Il pranzo passò in fretta, tra una chiacchera e un’altra. Intorno alle 2 alcuni amichetti dei miei figli vennero a prenderli per andare insieme a loro in una casa lì vicino dove si sarebbe tenuta una festa di compleanno, che li avrebbe impegnati per tutto il pomeriggio. Mio suocero, come prevedibile, ci disse che era un po' stanco e che sarebbe andato a riposare nella sua camera. Rimanemmo io, Eleonora e sua madre Lucia. Dopo poco anche Eleonora si alzò e ci comunicò che sarebbe andata in camera da letto a leggere un libro.
Quando mia moglie fu finalmente entrata in casa mi alzai e mi diressi verso Lucia, che mi aspettava in trepidante attesa. La feci alzare, le alzai un poco la gonna del leggero vestito estivo che portava, le scostai le mutandine e le infilai un dito nella figa. Lei gemette nel sentire quell'improvvisa penetrazione. Quando tirai fuori il mio dito era pieno di umori a conferma della sua grande eccitazione.
“Si proprio una porcellina”, le dissi con sorriso. Le appoggiai il dito sulle labbra e lei lo succhiò avidamente.
“Ora vai nell'orto e aspettami.”
L'”orto”, così lo chiamavamo, si trovava in fondo al giardino, in un angolo delimitato dal muro di cinta e da due alte siepi, che rendevano impossibile vedere cosa o chi ci fosse dentro.
Una volta, tanti anni prima, veniva effettivamente usato come orto e per abitudine lo chiamavamo ancora così, anche se ormai da anni l'avevamo ricoperto di erba e avevamo installato uno di quei grandi e rotondi letti da giardino, su cui due o tre persone potevano comodamente sdraiarsi. Qui io e mia moglie avevamo passato serate romantiche a guardare le stelle e notti infuocate a fare sesso.
Lucia sapeva di dovermi aspettarmi lì: io invece mi diressi verso la mia camera, dove trovai Eleonora sdraiata sul letto intenta a leggere un libro: per prima cosa notai le sue gambe lunghe e le sue cosce invitanti spuntare da una gonna morbida, che a causa della posizione si era alzata ben sopra metà coscia. Mi sedetti davanti a lei e cominciai ad accarezzarla. Anche lei mise una mano sulle mie gambe e lentamente risalì verso l’alto. Quando raggiunse il mio pacco e sentì il mio cazzo durissimo dentro i pantaloni, emise un gridolino di approvazione. “Come mai siamo così eccitati?” Mi chiese.
“Perché ho una gran voglia di scoparti.” Risposi io e nel frattempo mi chinai su di lei e cominciai a slinguarla. La mia mano risalì lungo le cosce e si fermò all'altezza della sua figa, che cominciai a massaggiare attraverso gli slip.
“Non fare così.” Mi disse Eleonora.
“Perché?” Ribattei io.
“Perché poi mi fai venire troppa voglia!”
“Che ne dici di andare nell'orto allora?” Proposi io con noncuranza.
“Mi sembra un'ottima idea!”, ribatté lei ricambiando il mio bacio e palpandomi il cazzo attraverso i pantaloni.
“Vado a preparare.” Le dissi, “tu raggiungimi tra 10 minuti.”
La lasciai, uscii dalla stanza e mi diressi in fondo al giardino. Il piano stava funzionando. Erano settimane che pensavo a come metterlo a punto perché, in fondo, era quello che volevo fin dall'inizio: scoparmi mia moglie e mia suocera insieme.
I racconti delle mie scopate che di volta in volta facevo all'una e all'altra erano serviti proprio a questo: prepararle a quel momento.
Con mia suocera era stato abbastanza facile. Da quando avevo cominciato a farmela era passata dall'essere una riservata e pudica madre di famiglia all'essere via via sempre più troia e aperta a nuovi esperimenti. Quando l'avevo messa a parte del mio progetto avevo trovato ben poca resistenza e, anzi, una sua crescente eccitazione e impazienza.
Non sapevo però quale sarebbe stata la reazione di mia moglie: magari sarebbe andata su tutte le furie, oppure sarebbe rimasta scioccata e sarebbe corsa via. Avevo ragione di creder però (e lo speravo) che quella situazione l'avrebbe eccitata al punto da spingerla a rimanere e a partecipare, almeno come spettatrice, a quella sessione di sesso tra me e sua madre.
Arrivai nell'orto: oltre la siepe trovai mia suocera, mollemente sdraiata sul letto da giardino. Il vestito leggero un po' tirato su a lasciar intravvedere uno slip nero e la spallina caduta sulla spalla la rendevano molto invitante.
“Arriverà tra poco.” Le dissi mentre mi toglievo pantaloni e boxer e mi sdraiavo vicino a lei.
“Non vedo l'ora!” disse lei e cominciò ad accarezzare lentamente il mio durissimo cazzo.
Passarono alcuni minuti e sentimmo un rumore di passi avvicinarsi alla siepe: Poi spuntò mia moglie: lei si immaginava di trovarmi sdraiato sul letto ad aspettarla, ma la vista di sua madre mezza nuda che teneva saldamente in mano il mio cazzo la lasciò esterrefatta. Per alcuni lunghissimi attimi il tempo sembrò come sospeso. Nessuno si muoveva, né sembrava respirare: l'unico movimento era quello, lento e ampio, della mano di Lucia mentre accarezzava il mio uccello.
“Tua mamma mi ha chiesto se potevamo tenerle un po’ di compagnia” dissi io.
“Spero non ti dispiaccia.” Continuò Lucia.
Eleonora rimaneva ferma a guardarci, senza parlare. Io allora mi alzai e mi diressi verso di lei, la guardai negli occhi e le dissi: “ti prometto che ti farò divertire, più di quanto faccio quando ti racconto di come mi scopo la tua mamma. E poi mi prenderò cura anche di te.”
Così dicendo le premetti il cazzo contro la gonna. Eleonora aveva capito cosa stava succedendo: mi sorrise e mi disse: “sei un grandissimo porco!” E poi, rivolgendosi a sua madre aggiunse: “e anche tu!” Lucia fece segno di schernirsi, ma solo per finta.
“Vieni, siediti sul bordo del letto.” La presi per mano e la feci sedere di fianco a noi. Le diedi un lungo bacio appassionato e poi tornai ad occuparmi di sua madre. Avevo il cazzo proprio all'altezza della faccia di Lucia e lei si affrettò a ingoiarlo e cominciò a farmi un magnifico pompino. Mi sdraiai per agevolare la vista a mia moglie. Da quella posizione, sia io che lei avevamo una splendida vista di mia suocera intenta ad andare su e giù sul mio cazzo con la sua bocca. Mentre lo faceva le sue grosse tettone e i suoi turgidi capezzoli strusciavano contro la mia gamba ed erano particolarmente eccitanti da vedere. Gliene afferrai una e cominciai a giocarci, palpandola e stringendo il capezzolo. Mia moglie non sapeva più dove guardare, se la bocca di sua madre intorno al mio cazzo o la mia mano che le toccava la tetta. L'eccitazione era altissima per tutti e tre, ma mia moglie non si era ancora lasciata andare. "Leccami i coglioni", dissi a Lucia, "e intanto menamelo piano". Non se lo fece ripetere due volte. Scese in mezzo alle mie gambe e prese a succhiarmi i coglioni, mentre con una mano andava lentamente su e giù sul mio cazzo. Guardai Eleonora, che era come ipnotizzata.
“Ti piace quello che vedi?” Le chiesi. Lei annui.
“Allora fammelo vedere che ti piace.”
Lei, come risvegliata da un sogno, fece scendere la mano in mezzo alle sue gambe e cominciò ad accarezzarsi la figa attraverso la gonna.
“Mentre questa troia di tua madre si prende cura del mio cazzo voglio vedere bene quanto sei puttana anche tu.” Dissi a mia moglie, usando quel linguaggio scurrile che aveva l’obiettivo di infiammare ancora di più quella situazione.
“Spogliati e mettiti accanto a me.”
Eleonora non se lo fece ripetere, Si alzò e si liberò velocemente del vestito leggero, del reggiseno e delle mutandine. Le feci segno di sedersi accanto a me.
“Ora allarga le gambe: voglio vedere bene mentre ti godi lo spettacolo e ti sgrilletti.”
Devo dire che quella era una visione fantastica. Il corpo nudo, sinuoso ed eccitante di mia moglie accanto a me, e la bocca di mia suocera sul mio cazzo. Ma lo spettacolo doveva continuare.
Mia moglie, come in trance, assisteva, masturbandosi, al pompino di mia suocera.
“Guarda Lucia,” dissi facendole alzare per un attimo la testa dal mio cazzo, “guarda come piace a tua figlia quello che stai facendo. Guarda come si è bagnata questa bella troia.” Così dicendo “immersi” un dito nella figa di Eleonora e lo tirai fuori ricoperto di umori.
Lucia fece un sorriso e poi ritornò a succhiare il mio cazzo con ancora più vigore, segno che la situazione le piaceva eccome.
Mentre Lucia era intenta a farmi un pompino io rivolsi le mie attenzioni verso Eleonora. Ci slinguammo per bene e io presi ad accarezzarle le tette e quei suoi bei capezzoli, ora diventati durissimi per l’eccitazione. Ma non avevo ancora finito. Smisi di baciare Eleonora, feci alzare Lucia dal mio cazzo e la tirai a me. Cominciai a slinguarla. Le sue tettone penzolavano a pochi centimetri da me e da Eleonora. Ne presi una e cominciai ad accarezzarla con vigore, continuando nel frattempo a baciarla. Sapevo che Eleonora, così vicino a noi due, era in preda a un’enorme eccitazione.
Dopo un po’ mi staccai dalla bocca di Lucia, mi rivolsi ad Eleonora e le dissi: “Ora mi scopo tua madre, che ne dici?”.
Un lampo di eccitazione passò negli occhi di mia moglie che annuì convinta.
“Dai Lucia, da brava, sdraiati lì e preparati per il mio cazzo.”
Anche Lucia era eccitatissima e non vedeva l’ora di essere sbattuta dal mio uccello. Quando fu pronta, sdraiata e a gambe larghe, mi spostai anch'io e mi misi proprio di fronte a lei. Eleonora era rimasta seduta sul bordo del letto, troppo lontana per i miei gusti.
“Vieni qui”, le dissi tendendole la mano. “Prepara il mio cazzo a scoparsi tua madre.”
Ora, il mio uccello era già durissimo e non avrebbe avuto bisogno di ulteriori stimolazioni per cominciare a scopare, ma volevo che fosse Eleonora a preparare suo marito a scoparsi sua madre. Lei si avventò sul mio cazzo, e cominciò a leccarlo fino alla base e a succhiarlo appassionatamente. Io mi rivolsi a Lucia e le dissi: “Tua figlia succhia proprio come te. Siete due troie nate.” Lucia annuì sorridendo e accarezzandosi la figa.
Era giunto il momento. Eleonora smise di leccarmelo e io infilai decisamente il mio cazzo nella figona di Lucia, che emise un gridolino strozzato nel momento in cui fui completamente entrato. Rimanendo fermo in quella posizione mi chinai su di lei e comincia a slinguarla. Lei ricambiò il mio bacio, attendendo con trepidazione che io cominciassi a muovermi.
Mi tirai su, in modo da vederla bene negli occhi e da poter ammirare lo spettacolo delle sue tettone mosse dai miei colpi e, ovviamente, per permetter a Eleonora di godersi lo stesso spettacolo.
Un colpo leggero, poi un altro un po' più forte, poi un terzo, un quarto. Poi, cominciai a scoparla come si deve, con colpi forti, sempre più numerosi e profondi, in modo da sentire il mio uccello andare fino in fondo alla sua figa. Nel contempo, a ogni colpo, Lucia gemeva più forte e le sue tettone “ballavano” su e giù, con un movimento eccitantissimo da vedere. Io avevo tirato a me Eleonora e mentre mi scopavo la madre, slinguavo con lei e la toccavo. In particolare, presi a sgrillettarla, mentre le parlavo.
“Ti piace quello che vedi, vero?”
“Sì, tantissimo.” La sua figa colante di umori era lì a confermarlo.
“Ti piace vedere che mi scopo tua madre?”
“Da morire”, rispose lei.
“Fra poco le sborro dentro quel figone e poi ti faccio leccare il mio cazzo”. Eleonora rimase come assorta per un attimo. Aveva un’espressione che non riuscivo a decifrare. Poi dopo qualche secondo mi disse: “Inculala!”
Rimasi sorpreso. Una tale evenienza non l’avevo considerata, sia perché Lucia non mi aveva ancora mai dato il suo culo, sia perché, e questa era la cosa più incredibile ed eccitante, la proposta veniva da mia moglie!
“Cosa?” Risposi io spiazzato.
“E’ vero che non l’avete mai fatto?” Chiese Eleonora.
“Non ancora, dissi io.”
“Allora fatelo ora”, continuò lei, “infilale il tuo cazzo in quel culone!”
Sentii distintamente il mio cazzo ingrossarsi ancora di più dentro la figa di mia suocera e istintivamente ripresi a pomparla lentamente. Lei, che fino a quel momento era rimasta in silenzio, lanciò un gemito e disse. “Ma non mi farà male?”
“All’inizio forse, ma poi sarà bellissimo.” Disse Eleonora con la cognizione di chi quella pratica l’aveva provata più volte.
Ovviamente non c’era alcun bisogno di convincermi. Decisi che il modo migliore di incularla era farla rimanere sdraiata, a pancia in su e con le gambe aperte. Avrei pensato io a infilarglielo nel buco giusto… Con ancora il cazzo dentro la sua figa le misi una mano sulla bocca e le dissi di sputare. Poi le feci leccare ben bene l’indice e il medio della mia mano. Una volta ben bagnato, raggiunsi il suo buchino e presi a inumidirlo.
“Più bagnato è meno difficile sarà per il cazzo farsi strada.”, le dissi.
Non era ancora abbastanza. Mi rivolsi verso mia moglie e le infilai le dita nella figa fradicia. Prima due, poi tre, poi quattro! Quando le tirai fuori erano ricoperte di umori. Subito presi a massaggiare l’ano di mia suocera con quel liquido denso. Lo sentivo pulsare sotto le mie dita e vedevo lo sguardo di Lucia contemporaneamente preoccupato ed eccitato.
“Ti piace se ti tocco qui?” Le chiesi mentre le inumidivo l’orifizio con le dita. Lei fece sì con la testa, concentrata a capire cosa stesse capitando lì sotto.
“Adesso inumidiscimi bene il cazzo”, dissi a mia moglie. Lei obbedì subito: si piegò, lo prese in bocca e ci riversò sopra quanta più saliva poté.
“E’ pronto”, mi disse alzandosi.
“Bene, a te l’onore.” Risposi guardandola negli occhi. Lei rimase sorpresa, non si aspettava che le chiedessi di guidar il mio cazzo nel culo di sua madre.
“Sei un vero porco!”, mi disse con un sorrisino eccitato.
“Lo so, sono il tuo porco.”
Eleonora afferrò il mi cazzo alla base e lo guidò verso il culo di Lucia. Fece appoggiare la cappella turgida sul buchino e rivolta a sua madre disse: “Adesso rilassati. Sarà una sensazione strana all'inizio, ma più lo lascerai entrare meglio sarà.” Lucia annuì. Io guardavo la scena dall'alto. Eleonora spinse delicatamente il cazzo in avanti e io vidi la cappella farsi strada in quello stretto buco, che lentamente si apriva. Lucia gemette piano.
“Rilassati, le ripeté Eleonora, “lascialo entrare”.
La cappella era ormai entrata tutta e a quel punto decisi di prendere il controllo della situazione. Mi misi a spingere con un po’ più forza e Lucia lanciò un gridolino strozzato. Il buco era stretto, ma non così tanto e il mio cazzo sembrava entrare bene, anche se poco per volta. Per rendere l’operazione più facile per mia suocera avevo preso a stimolarle il clitoride. Era la soluzione giusta. L’eccitazione l’aveva nuovamente presa e la tensione si stava stemperando. Finalmente fui completamente dentro. Le sorrisi e lei ricambiò.
“Come ti senti mamma?”, chiese Eleonora.
“Incredibilmente piena!” disse lei con un sorriso e rivolgendosi a me: “Dai scopami così, fammelo sentire per bene”.
“Brava Lucia, questo è lo spirito giusto!” Dissi tra me e me e presi a muovermi. Prima lentamente, poi sempre più velocemente. La scena sembrava quella di prima, quando la scopavo nella figa, ma il tutto era enormemente più eccitante. Per me, che sentivo il mio cazzo avvolto strettamente dal buchino di Lucia, per Lei che provava la nuova sensazione di potersi masturbare mentre aveva dentro di sé un cazzo e per mia moglie che era incantata a fissare il mio cazzo penetrare dentro quello stretto orifizio. Ovviamente anche lei, come la madre prese a masturbarsi e, come per un tacito accordo, man mano che io aumentavo la frequenza delle spinte del mio cazzo dentro il culo di Lucia, loro aumentavano l’intensità con cui si masturbavano.
Quella situazione non poteva durare a lungo. Le sensazioni che venivano dal mio cazzo e la vista di quelle due donne nude che si masturbavano accanto a me mi portarono rapidamente all'orgasmo. Dopo un paio di ultime spinte più forti, una grande quantità di sborra si riversò nel culo di Lucia, che sentendo quei fiotti caldi dentro di sé esplose in un fragoroso orgasmo. La stessa cosa fece Eleonora, stimolandosi furiosamente il clitoride e stringendo il mio braccio per non cadere. Per qualche decina di secondi venimmo travolti da quell'onda di piacere. Poi ci accasciammo uno accanto all'altra, esausti e felici per quell'incredibile impresa.
Da allora non c’è più stata l’occasione di fare “in tre”. Al momento “mi accontento” di scoparmene prima una e poi l’altra (non mancando mai di raccontare a quella che non era presente tutti i particolari…). Chissà che però in un prossimo futuro non si ripresenti l’occasione di un pomeriggio con moglie e suocera…
FINE
Nota dell'autore: questo è il mio primo racconto. Grazie a tutti coloro che lo hanno letto e l'hanno commentato.
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