La Finale di Champions

Scritto da , il 2019-01-07, genere bondage

Era una serata di qualche anno fa, una serata molto importante, quella sera come ogni anno ci sarebbe stata la finale di Champions League e per ogni uomo e ragazzo come me quella sera è molto particolare, uno degli appuntamenti sportivi dell'anno, ogni volta era speciale, anche se non sono un grande appassionato di calcio, una finale di Champions me la sarei vista molto volentieri, magari in compagnia di amici, ma per quella volta fu mio fratello più piccolo ad invitarmi a guardarla con lui ed i suoi amici, ovviamente accettai senza problemi ma fu l'errore più grande; Molti amanti del calcio si sa sono malati, molti particolarmente e più di altri, altri sono fortemente scaramantici e amano seguire certe partite in determinate maniere e modalità e non amano molto i cambiamenti perché nella loro malattia influisce molto la paura che un qualcosa fuori posto, che non sia come la partita vinta quella volta vanno in panico, io mi sono ritrovato in una di queste situazioni.

Così in poco mi ritrovai legato come un salame, ma ovviamente era già stato tutto preparato, una trappola, il problema è che di solito gli amici di mio fratello sono abituati che durante la finale abbiano una ragazza o una donna legata, ma quell'anno non riuscirono a trovare nessuna ragazza, per cui alla fine la scelta cadde su di me su consiglio di mio fratello, perciò attirato con la scusa di guardare in compagnia la partita, mi ritrovai in una delle case degli amici di mio fratello, i genitori essendo sabato sera era usciti per vederla in casa di altri amici e la casa era rimasta al figlio che aveva organizzato il tutto con gli amici, in totale al mio arrivo eravamo in 6, perciò quando scattò il piano mi ritrovai da solo contro cinque ragazzi e lo scontro era impari, quando capì che vi era un secondo fine in tutto questo tentai di scappare ma fu spinto per terra facendo un volo sul pavimento ed ero KO, così in cinque compreso mio fratello mi presero per prepararmi prima che iniziasse la partita, preso di peso fui portato al piano superiore della casa dove mi attendevano delle novità.

Tentai di liberarmi dalla loro presa ma tutto era inutile a tenermi fermo erano in cinque, e tutti eseguirono il loro piano, fui completamente denudato di tutti miei vestiti, mi vergognavo tantissimo ma le mie proteste furono invane perché loro continuarono sulla loro strada, ma per fortuna il mio shock durò poco perché per mia fortuna non avevano intenzione di tenermi nudo per quello che avevano intenzione di fare, fui così costretto con la forza ad indossare un qualcosa di diverso, che apparteneva alla madre del ragazzo che ci stava ospitando, così mi ritrovai con indosso delle lunghe e belle calze nere in pizzo elasticizzato, che mi vennero agganciate tramite dei gancetti ad un reggicalze anch'esso in pizzo elasticizzato nero, per fortuna dopo questo avvenne che la mia nudità più importante fu anch'essa coperta, da un perizoma facente parte della stessa lingerie, fui sollevato scoprendo che il mio cazzo ora era coperto anche se non come pensavo, il perizoma era molto piccolo e sul retro copriva molto poco lasciando libero alla vista tutto il mio sedere, amavo in segreto la lingerie femminile ma non fino a quel punto e soprattutto in quella situazione, tanto sta che i cinque si misero persino a discutere se dovessi indossare il reggiseno ma alla fine prevalse il no essendo già ridicolo vestito in lingerie, un reggiseno grande senza seno sarebbe stato peggio, a completare l'opera mi misero ai piedi due scarpe nere con il tacco e agganciate con il loro cinturino.

Ma per me non era ancora finita, pensavano che così poteva andare e con la forza mi indossarono sulla mani delle calze strette in cotone, subito dopo uno di loro con del nastro adesivo grigio inizio a girarlo sulle mani, infine tutte le mi braccia furono coperte in un bozzolo di nastro isolante, non contenti fui rigirato per l'ennesima volta a pancia in giù e le mie braccia tirate dietro la schiena senza pietà, unite in verticale e messo palmo contro palmo, così i due bozzoli furono uniti in un unico bozzolo, ma più fastidioso fu che nel legarli strettamente insieme avvicinarono troppo anche i miei gomiti tanto vicini da quasi toccarsi e questo portò le mie spalle ad inarcarsi all'indietro, non contenti di un primo giro di nastro che già faceva il suo effetto aggiunsero un ulteriore nastro stavolta nero per sicurezza, quello che non potevo immaginare fu il pezzo successivo, le mie braccia che erano diventati un bozzolo di nastro unico furono infilati dentro un armbinder o monoguanto che sia, fu chiuso abbastanza facilmente essendo le braccia per legate e già strette, ma l'armbinder fu stretto ancora di più per garantirne l'aderenza altrimenti avrebbe perso la sua funzione di raccoglitore, fu bloccato da ulteriori due cinturini sui polsi e sui gomiti, rendendolo tanto stretto ed impossibile da togliere, fu poi agganciato tramite le due spalline che mi vennero fatte passare sul davanti e sopra le spalle, quando furono chiuse l'armbinder era ben saldo e non fu possibile farlo scivolare, per me era impossibile da togliere per sicurezza mio cugino con una cinghia di pelle aumento il disagio agganciando le due spalline davanti sul torace in modo che non avrei avuto la possibilità di farle scivolare, cosa assai impossibile, dalle spalle.

Mi ritrovai seduto su una sedia in legno in un'altra stanza, fatto sedere mi hanno bloccato con l'utilizzo di corde alla sedia, l'armbinder fini dietro la schienale e bloccato con altre corde, come le mie spalle legate alle spalle della sedia, un collare al collo anch'esso ancorato allo schienale con una corda, anche le gambe furono assicurate, legate insieme con corde in vari punti come anche i piedi che furono accavallatati su di essi prima di essere legati e poi legati alla sedia, furono legami stretti e sicuri, così non avrei potuto lasciare la sedia e per muovermi avrei dovuto muovermi con essa, ancora alla sedia sapevo che prima o poi doveva succedere, le mani che bloccano la mia testa, io che provo a convincerli a non imbavagliarmi ed infine costretto a tenere la bocca spalancata e una calza di nylon infilata tutta nella mia bocca, provo a lamentarmi ma niente sono totalmente impotente e loro continuano ad infilarla fino a riempire completamente la mia bocca, ho paura perché è troppo piena la mia bocca ma non secondo loro, difatti con ancora la bocca spalancata ecco spinta in bocca le mie mutande, per fortuna erano nuove, si fanno spazio, ho la bocca piena e le guance gonfie quando vedo sventolarmi davanti una muzzle gag, la palla si fa interamente spazio nella mia bocca aumentando il mio disagio e la dimensione delle guance, non pensavo ci potesse essere così tanto spazio nella mia bocca anche se il fastidio è molto forte e mi fa soffrire, si assicurano che la palla sia tutta in bocca e chiudono sul retro la muzzle gag tirando il più possibile il cinturino.

Non ci potevo credere, in poco tempo mi sono ritrovato vestito in lingerie femminile e severamente legato alla sedia, non potevo muovere un muscolo e mi sentivo molto a disagio data la situazione in cui mi avevano messo, posso muovere solo la testa, mi hanno lasciato finalmente solo, forse è un bene perché significa che hanno finito di tormentarmi, mi hanno solo legato per lasciarmi qui da solo come un cretino, mentre loro sono scesi per vedersi la partita, senza un reale motivo, mi guardo intorno, la stanza è illuminata bene ma non c'è nulla che possa aiutarmi, chissà che fine ha fatto il mio cellulare, provo a dimenarmi ma è completamente inutile hanno fatto un buon lavoro, mi piace la lingerie femminile e il bondage ma non tutte e due allo stesso momento su di me!

Incapace di muovermi e di parlare sono completamente in balia di loro, quando da dietro nella stanza entra mio fratello, e a fra le mani un qualcosa, si avvicina a me e mi chiede come sto, ovviamente un mugugno è la mia risposta, non posso di più dato che la mia lingua è schiacciata in basso e la bocca è strapiena, lui emette una risata e si scusa con me dicendomi che non avevano scelta e che poi in fondo sto anche bene, e per non farmi annoiare mentre loro si guarderanno la partita lui ha pensato ad un diversivo, anch'io mi vedrò un qualcosa, bloccato sugli occhi un visore con smartphone integrato e delle grosse cuffie mi lascia così da solo, ora non posso nemmeno più ne vedere ne sentire niente, lo schermo è vuoto ma all'improvviso partono immagini di film porno gay, niente di più orribile, una tortura, tento di non guardare ma il volume nelle mie orecchie è così alto che non posso resistere, e penso a quanto tempo mi terranno qui in questa condizione, dato che la partita non è ancora iniziata; E' una tortura, finito un video se ne ripropone subito un'altro costringendomi a guardare tutta questa cosa per ore dato che non ho più la possibilità di percepire il tempo che passa e spero che passi il più veloce possibile.

Per fortuna volenti o nolenti il tempo passa per tutti, ma in quella situazione mi è sembrato un tempo infinito in cui sono stato costretto a vedere di tutto, fino a quando tutto finalmente si spegne, il visore mi viene tolto assieme alle cuffie, capisco che la partita è finita, finalmente, un ragazzo se nè andato ed essendo la serata ancora lunga decidono di portarmi con loro, alzano la sedia di peso e mi portano nel piano interrato anche per evitare che al ritorno i genitori e proprietari di casa mi trovino in quelle condizioni, sempre legato alla sedia sono appoggiato vicino ad un palo delle scale del sottoscala, mentre loro sono in una sala accanto che si sono messi a giocare a poker, sono frastornato e non vedo l'ora di liberarmi ma quell'ora non arriva più, provo a mugugnare ma sono rumori troppo deboli per essere sentiti dalla mia gag, povero me.

Assisto tramite la porta semi aperta dal sottoscala a loro che giocano e si divertono mentre io sono mezzo nudo e vestito con lingerie femminile da donna e legato saldamente alla sedia, è passato un po di tempo ma i miei tentativi di muovere qualche muscolo sono un flop e chiedere aiuto è fuori discussione, finché sento da sopra aprirsi una porta e rumore di tacchi provenire dalla scala, legato con il collare al palo ho poca possibilità di guardare chi fosse e sono molto preoccupato, difatti è la madre di uno di loro, sono tornati da fuori i suoi genitori e loro continuano a giocare, lei non mi vede subito, dato che non faccio rumore per farmi sentire ma alla fine mi vede con il fascio di luce che proviene dall'altra stanza e lei una bella donna, mi guarda meravigliata e si avvicina a me:
"Oh ma sei tu? O cavoli come ti hanno ridotto, ahahah, che burloni, cavolo anche con l'armbinder, ah povero è molto stretto vedo, ti hanno legato veramente bene questi cattivoni! Mi sa tanto che tu stasera non andrai da nessuna parte! Ma penso che quando avranno finito di giocare di là verranno a liberarti. Comunque con il mio intimo stai veramente bene!".
E se ne andò nell'altra stanza parlando con tutti i ragazzi, sentivo ma non bene, ma mi lasciò abbastanza strano il commento che mi fece, ma ha evitato di slegarmi, e prima di salire le scale è ripassata a salutarmi, passando la sua mano sul mio torace nudo.

Loro continuavano a giocare nell'altra sala come se niente fosse, dimenticandomi legato nel sottoscala mentre io non vedevo l'ora di essere liberato, mi lasciò deluso il comportamento della donna che poteva slegarmi ma non fece assolutamente nulla, solo complimenti fuori luogo che non mi servivano a niente, stanco feci per chiudere gli occhi e mi addormentai come niente, fino a che non rinvenni con un rumore che proveniva dall'alto, aprì gli occhi, avrei voluto stropicciarli ma avevo ancora le braccia saldamente legate dentro l'armbinder che evidentemente non era stato tolto, guardai ma era quasi tutto buio, da una finestrella proveniva una luce che sembrava dire che era già mattina presto, la sala davanti a me sembrava vuota e la luce era spento, pensai che quei fottuti bastardi se ne erano andati via e vedendomi addormentato non mi slegarono e andarono a dormire.

Difatti a scendere le scale era la donna di prima, la vidi che scese con delle cose in mano, fra cui un bicchiere d'acqua, effettivamente avevo sete dato che ormai erano ore che ero legato ed imbavagliato così, si avvicino e poso su un gradino sopra gli oggetti e mi guardo, io dovevo ancora riprendermi dal sonno, mi slegò il collare e finalmente mi levò la muzzle gag che non riuscivo più a tenere in bocca, la sensazione era dolorosa, ma ero ancora imbavagliato, il bavaglio era così ben fatto che non riuscivo a sputarlo fuori nonostante non avessi più la gag che lo chiudeva all'interno, la donna amorevolmente mi tolse la mutanda e il nylon di bocca piano, un po per volta, e finalmente avevo la bocca libera, mossi la mascella dolorante mentre la donna mi porse un bicchiere d'acqua, ero assetato nonostante tutta la saliva che avevo in bocca, bevvi avidamente finché lei non tolse via il bicchiere dicendomi che troppa non andava bene, poggio il bicchiere e mentre le chiedevo di slegarmi ecco che mi mise la mano sulla bocca.

Mi intimo il silenzio e ripreso il nylon mi voleva rimettere il bavaglio, io insistevo che non lo volevo, ma non avevo fatto il calcolo che non ero nella condizione di rifiutare legato saldamente come ero, e così amorevolmente gli bastò chiudere il naso e io dopo qualche secondo spalancai la bocca e mi ritrovai lei che mi infilava di nuovo lo stesso nylon in bocca, un esperienza terribile, era un incubo e non riuscivo a venirne fuori, supplicai ma nulla servi perché continuò fino a che non ero imbavagliato come mi aveva trovato, non contenta vidi che aveva preso in mano un altro nylon, lo aprì e mentre guardavo inerme me lo infilò sulla testa, ebbi un attacco di panico, la bocca piena che mi spaventava a causa della sensazione di vomitare, ed ora anche il nylon troppo stretto e fastidioso mi sembrava di non respirare, ben presto capì che si trattava proprio di questo, si assicuro che il nylon fosse ben messo facendo un nodo sul collo poi con un grosso fazzoletto lo applico sul volto, coprendomi sia la gag che avevo già sia fin sopra il naso e lego stretto dopo di me, io mugugnavo più che potevo perché volevo che si fermasse ma lei continuò fino a farmi piangere.

Il collare che era sul palo del sottoscala fu riattaccato e stretto più forte al mio collo, aumentando la sensazione di disagio e di paura, facevo fatica a respirare ed avevo paura che da un momento all'altro mi mancasse l'aria cosa che sembrava più che reale, dovetti calmarmi per poter respirare bene nonostante dal fazzoletto e dal nylon sopra la mia testa l'ossigeno non veniva così facilmente, ed ogni respiro valeva tre, non contenta la donna aveva con sè due mollette che mi mise sui capezzoli che erano tutti esposti, lanciai un urlo ogni volta che sentivo la molletta schiacciarmi il capezzolo, ma era inutile nemmeno lei sentiva che si trattava di un urlo, era un mugugno come gli altri, lei contemplato la suo piccola modifica su di me si mise a controllare se tutti i nodi erano ancora ben tirati e si mise a parlarmi:

"Scusa ma è tutta notte che non dormo e ti penso, sei veramente un bel ragazzo o meglio dire ragazza?
Ahahah. Lo so ma non arrabbiarti, non voglio assolutamente che mio marito ti veda qui giù, non deve sospettare che qui ci sei tu così, farebbe un casino, poi sono geloso non vorrei che gli piacessi!.
Poi sei troppo ben legato per slegarti, penso che questo pomeriggio quando si alzeranno tutti e quattro, essendo andati a letto troppo tardi, penseranno loro meglio a slegarti, per il momento è meglio che ogni nodo sia ben tirato, anche l'armbinder deve essere ben stretto, ecco penso che così tu non ti muova da qui, ora continua a fare il bravo ragazzo e non fare assolutamente rumore altrimenti dovrei tornare giù e di certo non ti piacerebbe rivedermi!".

Dopo questa minaccia che presi sul serio mosse le sue mani su tutto il corpo, accarezzandomi anche sul sedere, dopodiché mi diede un bacio sulla fronte e se ne andò su, io mi limitai a respirare e a non fare nessun rumore non volendo rivederla così avrei aspettato fino al pomeriggio, quando tutti e quattro compreso mio fratello tornarono giù e mi trovarono ancora ben legato anche se non si ricordavano minimamente del perché qualcosa era stato cambiato...

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