Io e la mamma incesto infinito 8 - la nonna ci scopre
Scritto da coccoduro, il 2016-09-09, genere incesti
Ritornati a casa, dopo una reciproca sosta in bagno per rinfrescarsi e ripulirsi, la mamma inizia a preparare il pranzo, mentre bighellono per casa, uscendo in giardino mi tornano in mente le sue parole, "sarebbe bello se riuscissimo a passare dai nostri giardini", allora comincio ad esaminare la recinzione che divideva i nostri giardini e mi misi all'opera, staccai la rete dalla parte vicina alle nostre case e dopo averla legata ad un secondo paletto la sistemai con del fil di ferro a modo di cancello a soffietto, mi senti un genio e mi congratulai con me stesso, in tempo record avevo realizzato quello che chiamai il "PASSO DEL CAZZO".
Intanto la mamma aveva finito di preparare il pranzo, mentre i miei fratelli stavano rientrando da scuola, lei affacciatasi alla porta finestra m'invito ad entrare, pranzammo scherzando e chiacchierando tra di noi, i miei fratelli ci raccontavano la loro giornata passata a scuola, mentre noi, raccontammo della nostra in campagna, dove avevamo svolto diligentemente ogni lavoro, compresa la raccolta delle zucchine, una delle quali gli era caduta tra le gambe, i miei fratelli nel sentir dire alla mamma "mi è caduta tra le gambe", si misero a ridere, finito di pranzare si spostarono in sala a giocare.
Io e la mamma restammo in cucina per berci il caffè e scambiare due chiacchiere, d'un tratto lei mi guardo e disse:
"Ho l'impressione che tu abbia qualcosa in testa; Mi dici cosa facevi in giardino?"
"Niente mamma, passavo il tempo"
"Strano tu il tempo se non lo passi a bighellonare o a dormire lo passi in mezzo alle mie gambe, col cazzo nella mia figa; Allora mi vuoi dire cosa facevi in giardino?"
Io allungai la mano e presa la sua la feci alzare dalla sedia e la trascinai verso il giardino, giunti all'esterno le dissi:
"Guarda"
"Cosa, non vedo niente"
Avvicinandomi alla recinzione sciolsi il fil di ferro e aprii il passaggio.
"Ecco mamma, il "PASSO DEL CAZZO"
"In che senso"
Attraversando il passaggio più volte dissi:
"Vedi, il cazzo passa da un giardino all'altro"
"Diavolo di un porcello, adesso capisco, così vai dalla Giovanna e te la scopi ogni volta che vuoi, che testa che hai, quasi come quella del tuo cazzo"
La mamma scoppio in una fragorosa risata, attirando l'attenzione della Giovanna, che si appresto ad aprire la sua porta finestra, la mamma subito disse:
"Chiudi presto"
Io esegui quanto dettomi, ma perplesso la guardai, lei facendomi segno con la testa m'impose di stare zitto, con noncuranza comincia a guardare per terra con finto interesse al prato, la Giovanna avvicinatasi alla recinzione disse:
"Cosa succede, Perchè ridevi così forte?"
"No niente parlavamo del prato e si diceva che per curarlo ci vorrebbe una pecora che vi pascolasse e, lui grandissimo maiale, mi ha risposto che sarebbe meglio una pecorina"
Cominciammo a ridere tutti e tre, stranamente la mamma addusse una con la Giovanna, un precedente impegno, così ci congedammo, rientrati in casa, io che avrei voluto mostrare alla Giovanna il "PASSO DEL CAZZO" le dissi:
"Ma mamma perchè hai voluto rientrare, potevamo mostrarle il "PASSO"
Lei allora mi guardò e disse:
"Avresti bruciato la sorpresa, invece, più tardi vai da lei passando dal giardino e ti presenti alla finestra, vedrai come resterà sorpresa, gli verrà una tale eccitazione che potrai metterglielo anche nelle orecchie.
Effettivamente le cose andarono come diceva la mamma, appena mi vide alla finestra si chinò mettendosi in ginocchio e apertami la patta afferrò il mio cazzo portandoselo in bocca, cominciando a succhiarlo con una tale intensità che quasi se lo faceva entrare in gola, quietandosi si girò restando a pecorina e mi disse di montarla a sangue, non risparmiai i colpi e le spinte, facendo sbattere violentemente i miei coglioni sulle sue natiche, lei, segno che ormai si stava abituando, o forse e tale l'eccitazione, non si lamentava più per il dolore ma ansimava per il piacere che provava.
Dopo una gagliarda montata intuendo che stavo per sborrare si girò e imboccando il mio cazzo disse:
"Vienimi in gola fammi dissetare"
Cosi feci, le venni in bocca e lei ingoio fino all'ultima goccia, ripulendomi e lucidandomi, a colpi di lingua, la cappella.
"Che bella sorpresa; Ma come sei entrato?"
Gli spiegai tutte del "PASSO DEL CAZZO" e lei ridendo disse:
"Che stronza tua madre, mi ha preso in giro, comunque sono felicissima da oggi lascerò la finestra accostata, così potrai entrare quando vorrai, anche quando sono in bagno, così magari ti faccio un pompino anche mentre sto facendo i miei bisogni corporali"
E giù a ridere, dopo il caffè di rito rientrai in casa usufruendo del "PASSO DEL CAZZO", dopo aver richiuso il tutto.
In casa trovai la mamma, intenta alle faccende domestiche, appena mi vide mi chiese:
"Ciao Angelo, amore;Com'è andata?"
"Alla grande mamma"
Le raccontai del mio incontro con la Giovanna, fin nei minimi particolari.
"Lo sapevo, che troia, quasi quanto me"
Ci mettemmo a ridere, lei riprese le sue faccende, io mi ritirai in camera e mi misi a dormire.
Fui svegliato da mio fratello che mi diceva di scendere per la cena, che si svolse in maniera tranquilla, dopo cena, la mamma, mentre io l'aiutavo, riassettò la cucina, ma il mio aiuto non era disinteressato, ogni volta che le portavo al lavandino, un piatto o un bicchiere, ne approfittavo per strusciarmi sul suo culo, ma la cosa non produsse alcun risultato, non vi fu alcuna reazione da parte sua, , finito di sistemare, lei propose di passare la serata giocando a carte tutti e quattro.
Io in squadra con mia sorella, la mamma con mio fratello, la serata trascorse in tranquillità, giunta l'ora di andare a letto, accompagnò mio fratello e mia sorella e, dopo averli messi a letto diede loro la buonanotte, ridiscese e si diresse in cucina, io che la stavo aspettando la cinsi per i fianchi e la tirai a me poggiando la testa sul suo rigoglioso seno, lei mi accarezzò la testa e disse:
"Tesoro stasera si va a dormire, io per oggi sono a posto e, penso, anche tu, stamattina hai scopato me, pomeriggio la Giovanna, adesso andiamo a letto, così ti rimetti in forma, domani è un altro giorno.
Il mattino dopo fui svegliato dal vociare dei miei fratelli che si apprestavano ad andare a scuola, lentamente mi alzai e andai in cucina dove trovai pronto il caffè, mentre lo bevevo la mamma, dopo aver accompagnato i miei fratelli rientrò in cucina, mi diede un bacio sulla testa e disse:
"Amore oggi niente campagna, andrò pomeriggio solo per accudire gli animali, adesso debbo uscire per sbrigare delle faccende, andare in posta, dalla sarta che mi sta cucendo un vestito e poi al negozio a fare la spesa, tu resta pure a casa, puoi anche tornare a letto, io penso di rientrare tra un paio d'ore, ciao amore, a dopo.
Lei uscì e io tornai a letto sdraiandomi e, mi addormentai, fui svegliato dalla sua voce, che rientrò appunto dopo un paio d'ore, dandomi un bacio e arruffandomi i capelli disse:
"Amore sono a casa, dammi 10 minuti, magari nel frattempo se ne hai bisogno vai al bagno, poi raggiungimi in camera, ho una sorpresa.
Così feci andai in bagno per svuotare la vescica e, dopo una bella lavata al pisellone, mi recai in camera di mia madre.
La mamma, chiaramente nuda, era stesa sul letto con addosso un lenzuolo, io mi spogliai e, nudo, mi apprestai a raggiungerla sotto il lenzuolo chiedendole:
"E la sorpresa?"
"Vieni avvicinati" e tirando su il lenzuolo "ecco fatti gli occhi"
Indossava un paio di mutande tutte traforate, tipo merletto, dalle quali si vedevano e spuntavano i peli della figa.
"Ti piacciono? Sono abbastanza porca? C'era un ambulante in piazza,mi sono piaciute, sopratutto pensando a te maialino e, le ho comprate; Ti eccitano?"
"Si che mi eccitano, e si sei porca, più che abbastanza, sei una grandissima porca"
"Allora merito un premio"
"Un premio? Vuoi questo bel cazzone?"
"No, cioè, si, ma lo voglio due volte, voglio che mi scopi per due volte; Ti va? Mi dai questo premio?"
"Certo che mi va, mammina, ti darò il mio cazzo quante volte vuoi, lo sai mamma che io ti scoperei, se fosse possibile, 24 ore al giorno"
"Forza allora dammelo in bocca che te lo preparo per la prima"
Così fu dopo avermelo succhiato e fatto venire duro, si stese e m'invito a fotterla, cosa che feci con grande piacere, come da tacito accordo lo sfilai dalla sua figa e le sborrai in bocca, lei mando giù tutto e, leccandosi le labbra disse:
"Ogni giorno diventa più buona, ne berrei sempre"
"E io te lo darò sempre che lo vorrai"
"Adesso coccoliamoci un po così il tuo cazzo si rimette in forma, poi pariamo per la seconda però ti avviso che dovrai montarmi a pecora e sfondarmi tutta"
"Certamente mamma ti fotterò a 4 zampe, già solo a sentirti parlare la bestia a drizzato le orecchie"
Così restammo abbracciati a coccolarci e scambiarci dolci baci, quando lei allungo la mano e comincio a far scorrere la pelle del prepuzio, del mio cazzo, la bestia riacquistò energia, lei continuò per qualche minuto il suo trattamento, poi fermandosi disse:
"Ecco è pronto, duro come piace a me, vieni dammelo, sfondami la figa, voglio essere presa come una cagna, fottimi, rompimi, fottimi, rompimi, fammi urlare"
Mi posizionai dietro di lei e, partii alla carica, infilando il mio cazzone fino in fondo alla sua figa e cominciando a spingere selvaggiamente.
"Si cosi, più forte, dai dai spaccami la figa bambino mio, più forte più forte"
"Si te la spacco , la figa, papà al suo ritorno dovrà mettere le catene altrimenti ci cade dentro, tieni mammina troia"
Lei ansimava sempre più forte e mi incitava a fotterla sempre più velocemente, d'un tratto girai la testa verso la porta, che avevamo lasciato aperta, tanto eravamo soli, rimasi paralizzato vedendo la testa della nonna che comparve sulle scale, immediatamente mi girai dalla parte opposta, non volevo incrociare il suo sguardo, quasi mi fermai restando comunque ben piantato nella figa della mamma, lei non sentendo più il cazzo martellarle la figa disse:
"Amore; Perchè ti sei fermato? Continua sbattimi ancora, fammelo sentire nello stomaco questo bel cazzone"
Io ripresomi, dopo quell'iniziale sbandamento, decisi di ignorare la presenza della nonna, ripresi la mia azione di pompaggio cominciando a pistonare la figa della mamma con maggior veemenza.
"Si grandissima troia si, ti rompo la figa, tra un po sborro, preparati a riceverla in bocca, dopo mandala giù, mio puttanone, voglio ubriacarti con la mia sborra"
Ogni parola che io dicevo era ad uso e consumo della nonna.
"Ecco bagasciona ci sono, sto arrivando, se non vuoi che ti faccio fare un figlio girati e prendilo in bocca, cosi brava succhia succhia, vengo vengo è tutta tua, senti com'è calda e che buon sapore"
Con la coda dell'occhio guardai verso la scala e vidi la nonna, che si era goduto lo spettacolo, scendere le scale, sentii lo scatto della serratura della porta.
"Mamma mamma ho sentito la porta chiudersi"
"Cosa stai dicendo"
"Si ho sentito che qualcuno chiudeva la porta, ho sentito scattare la serratura; Chi poteva essere?"
"Porca puttana la nonna, lei ha le chiavi, pensando che fossimo in campagna se le era portate, forse aveva bisogno di prendere qualcosa"
"La nonna! Cavolo siamo nei guai; Che facciamo?"
"Non lo so, non lo so"
"Mamma"
"Aspetta fammi pensare"
Lei bianca in volto si mise stesa sula letto e cominciò a fissare il soffitto, dopo un tempo che sembrava interminabile.
"Va bene, prendiamo il toro per le corna, io vado da lei, tu resta a casa e stai tranquillo, di sicuro non ci denuncerà, al massimo dovrò sorbirmi una ramanzina e magari per qualche tempo non vorrà vederci e parlarci, pazienza, prima o poi le passerà"
Cosi dicendo la mamma iniziò a vestirsi, noto che nonostante tutto indossa di nuovo le mutande con le quali mi aveva accolto a letto.
"Ciao amore, ci vediamo dopo, comincia ad apparecchiare.
continua....
Intanto la mamma aveva finito di preparare il pranzo, mentre i miei fratelli stavano rientrando da scuola, lei affacciatasi alla porta finestra m'invito ad entrare, pranzammo scherzando e chiacchierando tra di noi, i miei fratelli ci raccontavano la loro giornata passata a scuola, mentre noi, raccontammo della nostra in campagna, dove avevamo svolto diligentemente ogni lavoro, compresa la raccolta delle zucchine, una delle quali gli era caduta tra le gambe, i miei fratelli nel sentir dire alla mamma "mi è caduta tra le gambe", si misero a ridere, finito di pranzare si spostarono in sala a giocare.
Io e la mamma restammo in cucina per berci il caffè e scambiare due chiacchiere, d'un tratto lei mi guardo e disse:
"Ho l'impressione che tu abbia qualcosa in testa; Mi dici cosa facevi in giardino?"
"Niente mamma, passavo il tempo"
"Strano tu il tempo se non lo passi a bighellonare o a dormire lo passi in mezzo alle mie gambe, col cazzo nella mia figa; Allora mi vuoi dire cosa facevi in giardino?"
Io allungai la mano e presa la sua la feci alzare dalla sedia e la trascinai verso il giardino, giunti all'esterno le dissi:
"Guarda"
"Cosa, non vedo niente"
Avvicinandomi alla recinzione sciolsi il fil di ferro e aprii il passaggio.
"Ecco mamma, il "PASSO DEL CAZZO"
"In che senso"
Attraversando il passaggio più volte dissi:
"Vedi, il cazzo passa da un giardino all'altro"
"Diavolo di un porcello, adesso capisco, così vai dalla Giovanna e te la scopi ogni volta che vuoi, che testa che hai, quasi come quella del tuo cazzo"
La mamma scoppio in una fragorosa risata, attirando l'attenzione della Giovanna, che si appresto ad aprire la sua porta finestra, la mamma subito disse:
"Chiudi presto"
Io esegui quanto dettomi, ma perplesso la guardai, lei facendomi segno con la testa m'impose di stare zitto, con noncuranza comincia a guardare per terra con finto interesse al prato, la Giovanna avvicinatasi alla recinzione disse:
"Cosa succede, Perchè ridevi così forte?"
"No niente parlavamo del prato e si diceva che per curarlo ci vorrebbe una pecora che vi pascolasse e, lui grandissimo maiale, mi ha risposto che sarebbe meglio una pecorina"
Cominciammo a ridere tutti e tre, stranamente la mamma addusse una con la Giovanna, un precedente impegno, così ci congedammo, rientrati in casa, io che avrei voluto mostrare alla Giovanna il "PASSO DEL CAZZO" le dissi:
"Ma mamma perchè hai voluto rientrare, potevamo mostrarle il "PASSO"
Lei allora mi guardò e disse:
"Avresti bruciato la sorpresa, invece, più tardi vai da lei passando dal giardino e ti presenti alla finestra, vedrai come resterà sorpresa, gli verrà una tale eccitazione che potrai metterglielo anche nelle orecchie.
Effettivamente le cose andarono come diceva la mamma, appena mi vide alla finestra si chinò mettendosi in ginocchio e apertami la patta afferrò il mio cazzo portandoselo in bocca, cominciando a succhiarlo con una tale intensità che quasi se lo faceva entrare in gola, quietandosi si girò restando a pecorina e mi disse di montarla a sangue, non risparmiai i colpi e le spinte, facendo sbattere violentemente i miei coglioni sulle sue natiche, lei, segno che ormai si stava abituando, o forse e tale l'eccitazione, non si lamentava più per il dolore ma ansimava per il piacere che provava.
Dopo una gagliarda montata intuendo che stavo per sborrare si girò e imboccando il mio cazzo disse:
"Vienimi in gola fammi dissetare"
Cosi feci, le venni in bocca e lei ingoio fino all'ultima goccia, ripulendomi e lucidandomi, a colpi di lingua, la cappella.
"Che bella sorpresa; Ma come sei entrato?"
Gli spiegai tutte del "PASSO DEL CAZZO" e lei ridendo disse:
"Che stronza tua madre, mi ha preso in giro, comunque sono felicissima da oggi lascerò la finestra accostata, così potrai entrare quando vorrai, anche quando sono in bagno, così magari ti faccio un pompino anche mentre sto facendo i miei bisogni corporali"
E giù a ridere, dopo il caffè di rito rientrai in casa usufruendo del "PASSO DEL CAZZO", dopo aver richiuso il tutto.
In casa trovai la mamma, intenta alle faccende domestiche, appena mi vide mi chiese:
"Ciao Angelo, amore;Com'è andata?"
"Alla grande mamma"
Le raccontai del mio incontro con la Giovanna, fin nei minimi particolari.
"Lo sapevo, che troia, quasi quanto me"
Ci mettemmo a ridere, lei riprese le sue faccende, io mi ritirai in camera e mi misi a dormire.
Fui svegliato da mio fratello che mi diceva di scendere per la cena, che si svolse in maniera tranquilla, dopo cena, la mamma, mentre io l'aiutavo, riassettò la cucina, ma il mio aiuto non era disinteressato, ogni volta che le portavo al lavandino, un piatto o un bicchiere, ne approfittavo per strusciarmi sul suo culo, ma la cosa non produsse alcun risultato, non vi fu alcuna reazione da parte sua, , finito di sistemare, lei propose di passare la serata giocando a carte tutti e quattro.
Io in squadra con mia sorella, la mamma con mio fratello, la serata trascorse in tranquillità, giunta l'ora di andare a letto, accompagnò mio fratello e mia sorella e, dopo averli messi a letto diede loro la buonanotte, ridiscese e si diresse in cucina, io che la stavo aspettando la cinsi per i fianchi e la tirai a me poggiando la testa sul suo rigoglioso seno, lei mi accarezzò la testa e disse:
"Tesoro stasera si va a dormire, io per oggi sono a posto e, penso, anche tu, stamattina hai scopato me, pomeriggio la Giovanna, adesso andiamo a letto, così ti rimetti in forma, domani è un altro giorno.
Il mattino dopo fui svegliato dal vociare dei miei fratelli che si apprestavano ad andare a scuola, lentamente mi alzai e andai in cucina dove trovai pronto il caffè, mentre lo bevevo la mamma, dopo aver accompagnato i miei fratelli rientrò in cucina, mi diede un bacio sulla testa e disse:
"Amore oggi niente campagna, andrò pomeriggio solo per accudire gli animali, adesso debbo uscire per sbrigare delle faccende, andare in posta, dalla sarta che mi sta cucendo un vestito e poi al negozio a fare la spesa, tu resta pure a casa, puoi anche tornare a letto, io penso di rientrare tra un paio d'ore, ciao amore, a dopo.
Lei uscì e io tornai a letto sdraiandomi e, mi addormentai, fui svegliato dalla sua voce, che rientrò appunto dopo un paio d'ore, dandomi un bacio e arruffandomi i capelli disse:
"Amore sono a casa, dammi 10 minuti, magari nel frattempo se ne hai bisogno vai al bagno, poi raggiungimi in camera, ho una sorpresa.
Così feci andai in bagno per svuotare la vescica e, dopo una bella lavata al pisellone, mi recai in camera di mia madre.
La mamma, chiaramente nuda, era stesa sul letto con addosso un lenzuolo, io mi spogliai e, nudo, mi apprestai a raggiungerla sotto il lenzuolo chiedendole:
"E la sorpresa?"
"Vieni avvicinati" e tirando su il lenzuolo "ecco fatti gli occhi"
Indossava un paio di mutande tutte traforate, tipo merletto, dalle quali si vedevano e spuntavano i peli della figa.
"Ti piacciono? Sono abbastanza porca? C'era un ambulante in piazza,mi sono piaciute, sopratutto pensando a te maialino e, le ho comprate; Ti eccitano?"
"Si che mi eccitano, e si sei porca, più che abbastanza, sei una grandissima porca"
"Allora merito un premio"
"Un premio? Vuoi questo bel cazzone?"
"No, cioè, si, ma lo voglio due volte, voglio che mi scopi per due volte; Ti va? Mi dai questo premio?"
"Certo che mi va, mammina, ti darò il mio cazzo quante volte vuoi, lo sai mamma che io ti scoperei, se fosse possibile, 24 ore al giorno"
"Forza allora dammelo in bocca che te lo preparo per la prima"
Così fu dopo avermelo succhiato e fatto venire duro, si stese e m'invito a fotterla, cosa che feci con grande piacere, come da tacito accordo lo sfilai dalla sua figa e le sborrai in bocca, lei mando giù tutto e, leccandosi le labbra disse:
"Ogni giorno diventa più buona, ne berrei sempre"
"E io te lo darò sempre che lo vorrai"
"Adesso coccoliamoci un po così il tuo cazzo si rimette in forma, poi pariamo per la seconda però ti avviso che dovrai montarmi a pecora e sfondarmi tutta"
"Certamente mamma ti fotterò a 4 zampe, già solo a sentirti parlare la bestia a drizzato le orecchie"
Così restammo abbracciati a coccolarci e scambiarci dolci baci, quando lei allungo la mano e comincio a far scorrere la pelle del prepuzio, del mio cazzo, la bestia riacquistò energia, lei continuò per qualche minuto il suo trattamento, poi fermandosi disse:
"Ecco è pronto, duro come piace a me, vieni dammelo, sfondami la figa, voglio essere presa come una cagna, fottimi, rompimi, fottimi, rompimi, fammi urlare"
Mi posizionai dietro di lei e, partii alla carica, infilando il mio cazzone fino in fondo alla sua figa e cominciando a spingere selvaggiamente.
"Si cosi, più forte, dai dai spaccami la figa bambino mio, più forte più forte"
"Si te la spacco , la figa, papà al suo ritorno dovrà mettere le catene altrimenti ci cade dentro, tieni mammina troia"
Lei ansimava sempre più forte e mi incitava a fotterla sempre più velocemente, d'un tratto girai la testa verso la porta, che avevamo lasciato aperta, tanto eravamo soli, rimasi paralizzato vedendo la testa della nonna che comparve sulle scale, immediatamente mi girai dalla parte opposta, non volevo incrociare il suo sguardo, quasi mi fermai restando comunque ben piantato nella figa della mamma, lei non sentendo più il cazzo martellarle la figa disse:
"Amore; Perchè ti sei fermato? Continua sbattimi ancora, fammelo sentire nello stomaco questo bel cazzone"
Io ripresomi, dopo quell'iniziale sbandamento, decisi di ignorare la presenza della nonna, ripresi la mia azione di pompaggio cominciando a pistonare la figa della mamma con maggior veemenza.
"Si grandissima troia si, ti rompo la figa, tra un po sborro, preparati a riceverla in bocca, dopo mandala giù, mio puttanone, voglio ubriacarti con la mia sborra"
Ogni parola che io dicevo era ad uso e consumo della nonna.
"Ecco bagasciona ci sono, sto arrivando, se non vuoi che ti faccio fare un figlio girati e prendilo in bocca, cosi brava succhia succhia, vengo vengo è tutta tua, senti com'è calda e che buon sapore"
Con la coda dell'occhio guardai verso la scala e vidi la nonna, che si era goduto lo spettacolo, scendere le scale, sentii lo scatto della serratura della porta.
"Mamma mamma ho sentito la porta chiudersi"
"Cosa stai dicendo"
"Si ho sentito che qualcuno chiudeva la porta, ho sentito scattare la serratura; Chi poteva essere?"
"Porca puttana la nonna, lei ha le chiavi, pensando che fossimo in campagna se le era portate, forse aveva bisogno di prendere qualcosa"
"La nonna! Cavolo siamo nei guai; Che facciamo?"
"Non lo so, non lo so"
"Mamma"
"Aspetta fammi pensare"
Lei bianca in volto si mise stesa sula letto e cominciò a fissare il soffitto, dopo un tempo che sembrava interminabile.
"Va bene, prendiamo il toro per le corna, io vado da lei, tu resta a casa e stai tranquillo, di sicuro non ci denuncerà, al massimo dovrò sorbirmi una ramanzina e magari per qualche tempo non vorrà vederci e parlarci, pazienza, prima o poi le passerà"
Cosi dicendo la mamma iniziò a vestirsi, noto che nonostante tutto indossa di nuovo le mutande con le quali mi aveva accolto a letto.
"Ciao amore, ci vediamo dopo, comincia ad apparecchiare.
continua....
Questo racconto di coccoduro è stato letto 2 8 4 8 3 volte
commenti dei lettori al racconto erotico