Domenica dai suoceri

Scritto da , il 2010-09-17, genere zoofilia

Classica abbuffata da tavolata coi parenti (tipica delle famiglie del Sud) nella proprietà dei ''suoceri''.

Il bello per me in questi ritualici incontri libagiosi è dato dal poter immergermi nella campagna... Loro possiedono un bell'appezzamento e,da buoni contadini,non si fanno mancare i prodotti dell'orto e la cura di animali da cortile.

Il tutto ovviamente rallegrato dalla presenza di cani,sia da caccia (passione di mio suocero) che da guardia.

Ci fantasticavo da un pò... l'idea di riprendere a 'giocare' coi miei fedeli amici, ma un brutto periodo dovuto a problemi sentimentali (con la mia attuale partner, figlia di questi contadini) e di lavoro (quest'ultimi ora superati...toccando ferro) mi avevano demoralizzato facendomi perdere certe fantasie.......poi ho trovato e,come t'ho detto l'altra volta, hai soffiato quell'alito di passione che mi ha, come brace che giaceva sotto la cenere, riacceso certi desideri.....

E così, seppur (ammetto) un pò titubante, ho caricato Fox (un meticcio intelligentissimo...quello che ho fin da principio preso più in simpatia) sull'auto approfittando delle numerose persone e del loro esser tutte prese dalla preparazione del pranzo. Ho però avvisato i bambini che portavo Fox a fare un pò di moto tra le quercie di un boschetto a distanza di ''sicurezza'' e se mi cercavano avevo il cell.

Bene. Quel senso di ansia e di inquietudine ronzava ancora fastidioso nella mente lungo il tragitto: ''Farlo o no?...'' poi arrivati al punto nel quale finisce la stradina in terra battuta feci scendere Fox che schizzò fulmineo intorno all'auto e tra i cespugli.

Ho aspettato che si sfogasse. Intanto ho preso a camminare inoltrandomi tra i tronchi nodosi delle quercie. Il folto del fogliame mi ha dato l'immagine della giusta intimità e sicurezza da occhi indiscreti.

Beh, a quel punto (ronzìo o no del cervello a sussurrare indecisione) era chiaro che se non avessi voluto farlo non sarei arrivato fin là.

Fox, stancato da una furiosa corsa all'impazzata, si avvicino a me con la lingua a penzoloni.

La decisione era presa (arbitrariamente, senza consulto tra i due emisferi cerebrali...o forse, meglio ammettere, come spinto dall'istinto) ho iniziato ad accarezzarlo lungo tutto il dorso. Lui si è accucciato a terra, io l'ho seguito accosciandomi.

Le carezze continuavano. La mano scorreva lungo il corto e liscio pelo. Scorreva sul fianco assecondando nel suo tratto i rilievi delle ossa che, in quella posizione, distesa su un lato, mostravano la sua forma sinuosa e sottile.

Accarezzavo e fissavo con eccitazione il mio speciale, fedele, intimo amico...

Il mio sguardo, inchiodato sulla sua figura intera, ma allo stesso tempo come immerso in pensieri assurdi tanto erano inconfessabili...

Al suo respiro affannato si è mescolato il mio, sempre più appesantito dalla consapevolezza di esser lì sul punto di fare qualcosa... finalmente. E quel 'fare' era segnalato in maniera energica dagli spasmi del mio sesso che pulsava forzando contro la patta, gonfia, dei pantaloni.

Gli ho posato la mano sinistra sul capo per rassicurarlo, mentre la destra dalle carezze scivolava nell'incavo inguinale nascosto dalla coscia.

Una breve esplorazione della parte coperta dalla mia vista.

Ho trovato la membrana pelosa che racchiude il pene. Ho iniziato a massaggiare con movimenti rotatori intorno alla base e poco dopo un'asta rossastra e striata da venature violacee è spuntata fuori.....

Contemporaneamente a questa operazione ho sbottonato il pantalone ed abbassato la zip... Il gonfiore avvolto nel tessuto di cotone bianco è strabordato ed abbassando il bordo elasticizzato il mio cazzo si è liberato dalla costrizione e si stagliava sopra il verde dei cespugli.

Ho portato a lungo i due movimenti in sincronia: due masturbazioni... lente, delicate... un pò per la volontà di dare un che di languido e tenero al momento; ed un pò perchè mosso come in stato ipnotico.

Le mie ginocchia poi si puntavano sul terreno di bassa erbetta e l'arnese in piena erezione è giunto alla giusta distanza dalle leccate del cane. Ha leccato abbastanza a lungo da farmi eiaculare ... la sua lingua ruvida e bavosa palpava di continuo spostandosi dalla base alla turgida cappella che si arrossava di più ad ogni passata di lingua.

Ho chiuso gli occhi alzando il capo quando si avvicinava il culmine della goduria...e dei fiotti di sperma sono schizzati sul musetto del simpatico 'bastardino'. Sotto l'estasi del momento ho rallentato l'atto sul membro di Fox per poi riprenderlo con decisione, dedicandomi solo a quello: fare una sega al cane!

Ho continuato fino a veder stillare gocce chiare dal cazzo violaceo; ho dato poi più foga quando era pronto a liberare i suoi schizzi.

L'ho accarezzato per un altro pò... Poi lentamente ci siamo avviati verso l'auto e siamo rientrati giusto in tempo per il pranzo.

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