Io e l'adulto parte prima

Scritto da , il 2021-07-21, genere gay

IO e l’adulto. Parte prima
Avevamo finito il percorso di golf alla pari.
Era un signore diciamo non giovane forse 50 orse sessanta, ma on un corpo asciutto e muscoli ben formati.
Decidemmo di andare in piscina visto che avevamo ancor tempo prima di mangiare una insalata.
Avendo simpatizzato iniziammo a raccontarci un poco di vita. Scherzando dissi “vuoi che ti lavi la schiena” ma certo rispose e io la lavo a te. Un invito muto pensai. Aveva un bel corpo solido e senza un filo di grasso ebbi la tentazione di toccargli le natiche che erano alte e tonde, ma mi trattenni. Solo una occhiata investigatrice al suo membro ben fatto e alle palle pesanti.
Anche lui mi lavò la schiena ma più indecente lascò le mani scivolare sul mio culetto da femminuccia. Quando mi girai, si stupì dell’anello d’oro ai coglioni. Si, è un regalo del mio fidanzato. Non disse nulla e rivesti andammo a mangiare la nostra insalata.
Al primo pomeriggio fatte due nuotate, indossavamo entrambi costumini che tesi rivelavano più che nascondere i nostri attributi, ci sdraiammo all’ombra sotto un albero e iniziammo a conoscerci.
Con discrete domande, Andrea questo il suo nome cercava di scoprire chi e cosa fossi.
Mi aveva preso un languore guardando quel bel maturo che mi faceva sentire le farfalle nel pancino e indurire la verga. Penso che avesse capito cosa fossi e così senza pudore gli raccontai la mia vita. Parlammo di sesso e gli raccontai come in Germania a agli occhi di Andrea mi invitarono a proseguire il racconto. Vidi che alle mie parole il suo cazzo si era indurito e allungato che quasi la grossa cappella usciva dal costume. Con la mano rimisi il suo membro nel costume e continuai a raccontare. A quattordici anni il mio fidanzatino turco avesse abusato di me e poi fatto fottere dai suoi amici. Coì avevo scoperto che mi piaceva il sesso e che dentro mi sentivo femmina. Gli dissi sorridendo che mi piacevano gli uomini maturi che mi trattavano da puttanello. Lo rassicurai, “ non lo faccio per soldi, sono ricco, è che mi pace proprio essere una femminuccia. Dai Andrea ora racconta tu. Co quell’ernese devi essere un gran Scopa femmine. Ci fu un attimo di silenzio, mi sembrò che dovesse affrontare una difficile decisione. Poi mi prese la mano , e visto che eravamo in un angolo riparato me la mise sul suo cazzo.
NO, anche io sono strano. Sono sposato e divorziato. Mia moglie insospettita perché non la sbattevo abbastanza , ha scoperto che mi piacciono i femminucci.
Così mi ha buttato fuori casa prendendosi come amante un nigeriano sempre in tiro.
Gli detti una carezza. Dopo questo penai , il prossimo passo è portarmelo a casa e fare l’amore.
Ora Andrea mi sorrideva, “ho capito che vuoi essere scopata Cindy ma io ho altro, e tacque.
Il mio appartamento nel golf resort era vicino così me lo portai in casa. Fu molto dolce e gentile e malgrado lo incitassi a fottermi brutalmente in bocca e nel culo, ebbi solo dolcezza.
Poco soddisfatto gli chiesi “ma allora cosa vuoi”
Cindy, ho sempre sognato di venire umiliato di essere trattato come una cagna, insomma essere una troia per maschi. Ma non ho mai trovato chi mi aiutasse e ora mi sento scoppiare. Quando immagino la notte di essere scopato brutalmente con in bocca un cazzo da succiare mi eccito e vengo.
Poi vorrei essere sculacciato e torturato per essere punito di essere una troia sottomessa avida di cazzi.
Ironicamente recitai una poesia che avevo scritto per sfottere i femminucci
Poesia oscena
Fu nella notte molto afosa
che la bestia di libidine odorosa prese a possedermi senza posa
Urlai umiliato il mio dolore,
Taci disse lei. Questo è amore
Sazia, si ritrasse lasciando il mio tremante corpo fremente.
Non m’inganni, disse, non sei tremante, ma godente.
A me ansioso, dimentico del pudore ti sei dato
Per scoprire com’è dolce il peccato.
Ipocrita! Ciò che è stato è stato,
con ardente passone e forza ti ho penetrato
e per questo, a me grato, femminuccio sei diventato. Ti do la notte per decidere .
Andrea, Se domani mattina sei ancora convinto, vieni e farò i te uno schiavo finocchio sottomesso .
La mia notte fu lunga. Quell’umo mi piaceva e avrei voluto essere il suo puttanello sottomesso, ma nello stesso tempo mi eccitava l’idea di educare uno schiavo adulto a diventare un troietto ciucciacazzi.
Sarei volentieri corso al suo appartamento per farmi affondare in goa il suo coso e poi come una donna appoggiargli le gambe sulle spalle e farlo entrare nel mio culetto dal davanti. MI accontentai di un plug e una sega. Ma le mie tettine desideravano la sua mano
Alle sette mi telefonò “Cindy padroncino posso venire?” Era l’occasione per iniziare LA SUA SOTTOMISSIONE: “Come ti permetti “gli urlai” Per te sono Master Cindy il tuo domino Infilati un plug nel culo e corri qui.” Dalla risposta capii che gli piaceva e decisi di essere rude.
Entra Andrea ma togliti tutto . Mettiti in ginocchi e solleva quel miserabile cazzo. Glielo colpii col frustino da cavallo facendolo mugolare. Sei stato disobbediente e ora ti frusto la cappella. Conta Gli somministrai venti colpi, non forti volevo solo umiliarlo. Lo sai cose sei Andrea ? Sei un miserabile succia cazzi con le palle mosce e un cazzetto. Allora cosa sei rispondi alla domina Andrea sembrò smarrito ma poi rispose Domina sono un miserabile ciuccia cazzi con le palle mosce e un cazzetto E ? continuai. Sono il tua schiavo domina.
Bene per premio ti permetto di ciucciarmi e gli infilai il mio cazzo ben in fondo alla gola. Volonteroso inizio a succhiarlo come se fosse una vecchia troia del porto.
Sentivo il piacere salirmi in testa ma volevo continuare.
Così lo fermai.
Giù urlai a quattro zampe animale. Iniziai a sculacciarlo e il piacere mi impedì di fermarmi. Dopo un quarto d’ora il suo culo era tutto rosso e le palle che gli stingevo per tenerlo fermo erano congestionate.
Piangeva , basta domina basta. Ma il suo cazzo sembrava scoppiare e il pianto si mescolava a gemiti di piacere. Bene la tua Domina e buona e messami dietro di lui lo munsi come se fosse una vacca. MI ero tutto eccitato perché quell’uomo mi piaceva, ma dovevo continuare a educarlo. Così gli manipolai il membro finché non urlo vengo e il fiotto di sperma colò sulle mattonelle del tinello, dove lo avevo trascinato. Avrei volito quella massa di crema nel mio culetto ma gli urlai: porco pulisci con la lingua e inghiotti tutto. Questo è solo per prepararti meglio.

Mi fermai. Lo accarezzai dolcemente passando le mani sul suo corpo. Gli baciai i capezzoli e le rosse labbra , lo girai e gli baciai il buchino inserendo la mia lingua e facendolo fremere.
Il mio schiavo mi guardava stupito confuso da violenza e dolcezza. Ora dovrò preparare il tuo corpo perché sia chiaro che sei uno schiavo. Ma prima voglio fotterti la bocca . Aprì subito e ci infilai tutto il mio cazzo che non era grandissimo ma aveva rispettabili 17 centimetri. La sua gola fece il suo dovere e dopo poco la inondai con la mia sborra che lui prontamente inghiottì tutta. Da bravo schiavo capì subito e mi ripulì l’asta e anche lappò i testicoli.
Non illuderti gli dissi.
Ora viene il bello. Lo insaponai e rasai così Andrea si trovò con un corpo liscio da ragazzina. Poi lo misi nella doccia e gli feci un clistere doccia riempendogli la pancia contre litri di acqua. Evacuò tutto e così era pulitissimo. Andrea ora ti devo segnare come schiavo. Gli misi un collare di cuoio da cui partivano i cordini di cuoio legati alle pinze che stringevano i suoi capezzoli Gli vennero le lacrime per il dolore e urlo. Non voglio lamenti dissi e gli misi un plug a palla in bocca stringendo bene la cinghia sulla sua nuca.
Un altro grosso plug gonfiabile gli fu infilato nel culetto costringendolo a stare a gambe divaricate, Ai testicoli misi un anello di piombo del peso di due libbre. Il suo uccello sotto tutte queste manovre si era indurito e impertinente puntava al cielo. Guardando quel bel corpo di adulto che stavo maltrattando, mi venne un rimescolamento interno. “Avanti schiavo” gridai gira il culo che lo faccio rosso.
Iniziai a colpirlo sulle natiche ma anche sul plug che ad ogni colpo penetrava più un fondo. Quando il culo divenne tutto rosso, passai al suo cazzo, lo chiamai impertinente e on il frustino gli somministrai 20 colpi pe ammosciarlo. Il risultato fu l’opposto ancora più duro. Ero perplesso lo schiavo doveva soffrire invece sembrava godesse della mia violenza. Io invece guardandolo mi ero eccitato. Il mio cazzo chiedeva di essere mangiato e il mio bucino così delicato così rosa chiedeva di essere brutalmente spannato. Io mi sentivo troia e come tale volevo essere trattato.
“Schiavo bastardo” furono le parole che buttai in viso ad Andrea ce ormai sembrava un toro alla monta delle vacche, sfondami il culo brutalmente punisci il mio corpo da troia che sono e che vuole essere sbattuta.
Mi aspettavo che la sua brutalità fosse vendetta per quanto gli avevo fatto.
Fi sorpresa, si tolse il plug dalla bocca e iniziò a bacami dolcemente con piccoli colpi di lingua a partire dalla mia fronte e scendendo alle mie tettine. Succhiò i capezzoli mordicchiandoli e poi si mise in ginocchio e mi prese tutto il cazzo in bocca. Pensai che mi avrebbe fatto venire così mi sarei calmata. Ma Andrea si fermo. Oh, come mi piaceva quel cazzo di uomo maturo, altre che le matitine dei ragazzini.
Andrea sorrise, mi prese per mano e mi portò in bagno dove mi mise di fronte allo specchio grande che rispecchiava tutta la persona.
Padrona Domina disse ora farò quello che mi hai chiesto, ma a modo mio. Accosto un divanetto allo specchio e mi disse padrona Domina, metti le mani sul divanetto col culetto girato verso di me e guardati nello specchio.
Mise la mano tra le mie gambe poi con la mano destra mi tirò le palle e menò il mio uccello. La sinistr invece prese a strizzare i capezzoli mandando lampi di piacere attraverso il mio corpo.
Poi piano piano, prima un dito poi due poi tre poi tutta la mano mi penetrò. Ero sempre più eccitata. Ormai pensavo al femminile e mi aspettato che ora brutalmente mi sbattesse come meritavo per essere il maschietto troietta che ero.
Sorpresa! Andrea, tolta con delicatezza la mano, penetrò il mio buchino con la sua lingua mentre le mani giocavano con i miei capezzoli che sembravano, eccitati, due ciliegie. Mugolavo per il piacere quando finalmente Andrea entrò dentro di me. Fu una sorpresa, mi prese piano dolcemente entrando e uscendo e ogni volta il suo , non riuscivo più a usare parole volgari, mi entrava più a fondo. Il mio sfintere si apriva e chiudeva spasmodicamente e io stringevo per sentirlo tutto più a fondo. Andra si fermo. Avevo il suo bastone piantato sino in fondo, lo sentivo nello stomaco. Mia domina guardati nello specchio . Cosa vedi?
Vedevo la faccia godente di un femminuccio dal corpo eccitato, dal cazzo eretto dal culo posseduto da un maschio. Ero sopraffatta dal piacere. MI girai e dissi solo oh!
Lui mi sorrise e riprese a penetrarmi.
Fu bellissimo venimmo contemporaneamente.
Lui prese il mio sperma e si leccò le dita ingoiandolo e io non resistei, lo girai e lascia che lo sperma che mi aveva riempito il culetto colasse nella mia bocca per essere mangiato.
Andra aveva sconvolto le mie sicurezze, aveva distrutto il personaggio che mi ero costruito.
Quella notte dormii col mio schiavo. Affiancati il suo cazzo infilato nel mio buchino, il mio corpicino ansante nella stretta possente del suo abbraccio non mi sentii come domina ma come una femmina saziata dalla possanza del maschio. Domani è un altro giorno pensai e chiusi gli occhi.



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