La signora Valeria e la piccola Ida. Capitolo I
Scritto da Padrona buona, il 2021-04-18, genere dominazione
La signora Valeria e la piccola Ida. Capitolo I
Valeria era una 39enne romana molto ammirata: alta, snella, ma con seno e bacino prosperosi, capelli corvini ondulati che incorniciavano bellissimi lineamenti mediterranei ed un sorriso incantatore. Il suo lavoro di dirigente le dava grandi gratificazioni e viveva agiatamente in un grande attico ai Parioli. Eppure la prematura morte del marito 2 anni prima l’aveva inaridita. Fu la figlia Giulia, universitaria a Siena, a consigliarle di trovare una brava ragazza a cui affittare una stanza per avere così un po’ di compagnia.
A soli pochi giorni dall’inserzione che pubblicò si propose Ida, una 20enne di Lecce molto carina ed affabile che studiava economia all’università La Sapienza con ottimi voti. Il suo bel viso ed i lunghi capelli castani, l’incarnato chiaro delle sue forme slanciate e perfette, lo sguardo cerbiattoso che talvolta si abbassava per una innata timidezza non passavano inosservati. Fu intesa a prima vista e Valeria scoprì che, nonostante la differenza d’età, avevano vari interessi in comune: la lettura ed in particolare Borges, l’arte, il cinema d’essai ma possibilmente a lieto fine, la gastronomia tradizionale ed anche il buon vino.
Insomma si preannunciava una convivenza piacevole, ma nessuna delle due immaginava che ci sarebbe stata una svolta ben più coinvolgente a causa dell’intensa sensualità e delle fantasie erotiche che si sarebbero svegliate in entrambe.
Tutto iniziò una domenica mattina a maggio. Era scoppiato precocemente un gran caldo e decisero di rinfrescarsi nella megavasca idromassaggio che c’era sul terrazzo giardino.
Non si erano mai viste senza abiti e quando si ritrovarono di fronte in costume trasalirono. Il due pezzi ridottissimo a fiorellini di Ida mostrava quasi interamente il suo incantevole corpo; Valeria non era da meno, perché il suo bikini bianco, pur se un po’ più castigato, esaltava la maestosa pienezza delle sue bellissime forme.
Restarono a contemplarsi per un attimo che sembrò infinito. Poi Valeria ruppe il silenzio: – piccola, ma ti rendi conto di quanto sei bella? Ti trovo splendida. –
Ida si schermì, ma riuscì a mormorare: – Veramente sei tu che sei bellissima. –
Si sistemarono semisdraiate l’una di fronte all’altra e si rilassarono, godendosi in silenzio il fresco e la piacevole situazione. Nelle loro menti si accavallavano i pensieri e soprattutto la sensazione inaspettata di sentirsi eccitate. Nessuna delle due aveva mai avuto esperienze lesbiche, ma qualche fantasia si, anzi tante. Rimasero così a lungo, perché era forte il timore che qualsiasi iniziativa potesse risultare sgradita all’altra.
Ad un certo punto Valeria pensò “ma quando mi ricapita?” e disse spudoratamente: – Vieni qui, ti voglio accarezzare. –
Ida arrossendo le si accostò e lei le fece poggiare il capo sul suo grembo, iniziando ad accarezzarle con dolcezza il viso ed i capelli. Ida estasiata muoveva lievemente la guancia sul suo ventre ed intravide sotto la trasparenza dello slip bianco bagnato di Valeria il grande cespuglio di peli neri che dal pube si protendeva verso l’ombelico. Si turbò ed eccitò molto e non si trattenne dall’insinuare una mano sotto lo slip ed accarezzarle il ventre, lasciandosi sfuggire un languido sospiro.
– Che c’è piccola, ti piace? Aspetta, te lo voglio mostrare il mio ventre – e così dicendo si sfilò lo slip mettendosi in piedi innanzi al suo volto.
– È la cosa più bella che abbia mai visto in vita mia. Sembra “L'origine du monde” di Gustave Courbet – disse Ida seria.
[ / ]
Valeria rise di gusto. – Sei proprio una ragazza speciale! riesci ad infilare una citazione colta anche in un momento come questo. –
Cingendole il bacino con le sue braccia affusolate, Ida affondò il viso in quel meraviglioso cuscino di peli. Le dava tanti bacetti e poi baci più forti e poi ancora baci delicati. Sembrava non volersene più staccare e rimase a lungo in quella posizione.
Valeria si sentiva felice ed eccitatissima e, toltasi anche il reggiseno, la spogliò completamente. La fece sdraiare al suo fianco e le accarezzava il bel seno piccolo ma proporzionato, titillandole i capezzoli che spuntavano molto pronunciati dalle aureole color legno di rosa. Ma dopo fu Ida a voler esplorare il suo grande seno, prima con le mani e poi ciucciandola con passione. Ad un certo punto Valeria le mise la lingua in bocca e si slinguarono a lungo.
Le loro effusioni si protrassero molto, ma il tempo era volato e, quando si accorsero che si era fatto tardissimo, decisero di interrompere, anche perché forse nessuna delle due aveva perfettamente chiaro come fosse più opportuno continuare. Continuando a scambiarsi languidi sguardi, si avviarono verso l’appartamento. – Vieni piccola, ci prepariamo i bucatini alla carbonara che ti piacciono tanto e sopra ci beviamo quella malvasia nera in purezza che hai portato dal Salento. –
[continua . . .]
Valeria era una 39enne romana molto ammirata: alta, snella, ma con seno e bacino prosperosi, capelli corvini ondulati che incorniciavano bellissimi lineamenti mediterranei ed un sorriso incantatore. Il suo lavoro di dirigente le dava grandi gratificazioni e viveva agiatamente in un grande attico ai Parioli. Eppure la prematura morte del marito 2 anni prima l’aveva inaridita. Fu la figlia Giulia, universitaria a Siena, a consigliarle di trovare una brava ragazza a cui affittare una stanza per avere così un po’ di compagnia.
A soli pochi giorni dall’inserzione che pubblicò si propose Ida, una 20enne di Lecce molto carina ed affabile che studiava economia all’università La Sapienza con ottimi voti. Il suo bel viso ed i lunghi capelli castani, l’incarnato chiaro delle sue forme slanciate e perfette, lo sguardo cerbiattoso che talvolta si abbassava per una innata timidezza non passavano inosservati. Fu intesa a prima vista e Valeria scoprì che, nonostante la differenza d’età, avevano vari interessi in comune: la lettura ed in particolare Borges, l’arte, il cinema d’essai ma possibilmente a lieto fine, la gastronomia tradizionale ed anche il buon vino.
Insomma si preannunciava una convivenza piacevole, ma nessuna delle due immaginava che ci sarebbe stata una svolta ben più coinvolgente a causa dell’intensa sensualità e delle fantasie erotiche che si sarebbero svegliate in entrambe.
Tutto iniziò una domenica mattina a maggio. Era scoppiato precocemente un gran caldo e decisero di rinfrescarsi nella megavasca idromassaggio che c’era sul terrazzo giardino.
Non si erano mai viste senza abiti e quando si ritrovarono di fronte in costume trasalirono. Il due pezzi ridottissimo a fiorellini di Ida mostrava quasi interamente il suo incantevole corpo; Valeria non era da meno, perché il suo bikini bianco, pur se un po’ più castigato, esaltava la maestosa pienezza delle sue bellissime forme.
Restarono a contemplarsi per un attimo che sembrò infinito. Poi Valeria ruppe il silenzio: – piccola, ma ti rendi conto di quanto sei bella? Ti trovo splendida. –
Ida si schermì, ma riuscì a mormorare: – Veramente sei tu che sei bellissima. –
Si sistemarono semisdraiate l’una di fronte all’altra e si rilassarono, godendosi in silenzio il fresco e la piacevole situazione. Nelle loro menti si accavallavano i pensieri e soprattutto la sensazione inaspettata di sentirsi eccitate. Nessuna delle due aveva mai avuto esperienze lesbiche, ma qualche fantasia si, anzi tante. Rimasero così a lungo, perché era forte il timore che qualsiasi iniziativa potesse risultare sgradita all’altra.
Ad un certo punto Valeria pensò “ma quando mi ricapita?” e disse spudoratamente: – Vieni qui, ti voglio accarezzare. –
Ida arrossendo le si accostò e lei le fece poggiare il capo sul suo grembo, iniziando ad accarezzarle con dolcezza il viso ed i capelli. Ida estasiata muoveva lievemente la guancia sul suo ventre ed intravide sotto la trasparenza dello slip bianco bagnato di Valeria il grande cespuglio di peli neri che dal pube si protendeva verso l’ombelico. Si turbò ed eccitò molto e non si trattenne dall’insinuare una mano sotto lo slip ed accarezzarle il ventre, lasciandosi sfuggire un languido sospiro.
– Che c’è piccola, ti piace? Aspetta, te lo voglio mostrare il mio ventre – e così dicendo si sfilò lo slip mettendosi in piedi innanzi al suo volto.
– È la cosa più bella che abbia mai visto in vita mia. Sembra “L'origine du monde” di Gustave Courbet – disse Ida seria.
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Valeria rise di gusto. – Sei proprio una ragazza speciale! riesci ad infilare una citazione colta anche in un momento come questo. –
Cingendole il bacino con le sue braccia affusolate, Ida affondò il viso in quel meraviglioso cuscino di peli. Le dava tanti bacetti e poi baci più forti e poi ancora baci delicati. Sembrava non volersene più staccare e rimase a lungo in quella posizione.
Valeria si sentiva felice ed eccitatissima e, toltasi anche il reggiseno, la spogliò completamente. La fece sdraiare al suo fianco e le accarezzava il bel seno piccolo ma proporzionato, titillandole i capezzoli che spuntavano molto pronunciati dalle aureole color legno di rosa. Ma dopo fu Ida a voler esplorare il suo grande seno, prima con le mani e poi ciucciandola con passione. Ad un certo punto Valeria le mise la lingua in bocca e si slinguarono a lungo.
Le loro effusioni si protrassero molto, ma il tempo era volato e, quando si accorsero che si era fatto tardissimo, decisero di interrompere, anche perché forse nessuna delle due aveva perfettamente chiaro come fosse più opportuno continuare. Continuando a scambiarsi languidi sguardi, si avviarono verso l’appartamento. – Vieni piccola, ci prepariamo i bucatini alla carbonara che ti piacciono tanto e sopra ci beviamo quella malvasia nera in purezza che hai portato dal Salento. –
[continua . . .]
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