Il gioco di mia moglie 5 - Decalogo per un marito sottomesso.

Scritto da , il 2021-04-10, genere dominazione

- Cucciolo? È l'ora del massaggio ai piedi!
Raggiunsi Silvia in sala, dove si stava rilassando giocando col telefonino. Indossava una gonna leggera, le guardai le gambe abbronzate e perfette grazie alle ore in palestra, la sua grande passione in questi ultimi mesi. - Eccomi Silvia.
S - Voglio che mi chiami Padrona quando mi servi, le conosci le nuove regole.
M - Sono qua Padrona.
S - Dai sbrigati, levati tutto, a parte le tue mutandine.
Arrossii, non mi ero ancora abituato a questa nuova regola, ma mi affrettai ad ubbidire. Rimasi con indosso solamente le mutandine che mi aveva regalato Carla, la migliore amica di mia moglie e nostra ex compagna di liceo. Carla era anche diventata da un paio di mesi la seconda donna, dopo Silvia, a cui ero sottomesso. Diverse cose erano cambiate da allora. Cominciai a spalmare della crema idratante sulle gambe di mia moglie ripensando a tutti i cambiamenti. Silvia era tornata spesso su cosa era successo durante la mia prima sottomissione a Carla, cosa mi aveva eccitato, quanto mi aveva umiliato stare ai piedi di Carla facendole da cagnolino, cosa avevo provato a baciarle le scarpe e il culo, e a bere la mia sborra per lei. Mi chiedeva se Carla fosse stata troppo dura, o troppo cattiva a prendermi in giro per il mio cazzo troppo corto. Un giorno infine mi chiese cosa io ne pensassi della domanda di Carla, se il nostro rapporto di moglie dominante e marito sottomesso dovesse rimanere limitato alla sfera del sesso, o se mi sarebbe piaciuto sottomettermi in tutto a mia moglie. A Carla non avevo dato risposta, ma ora era Silvia a chiedermelo con una certa insistenza. Mi diceva che la stuzzicava l'idea di avermi ai suoi ordini anche nella vita quotidiana, che avrebbe aumentato ancor più la nostra intesa. Quando le chiesi cosa avesse in mente lei suggerì di cominciare per gradi e scegliere le situazioni in cui servirla, che ci saremmo potuti fermare in qualsiasi momento. Alla fine decisi di accontentarla, dopotutto la parte del sottomesso durante il sesso con Silvia mi eccitava parecchio. Forse lei aveva ragione, il cambiamento che stava proponendo avrebbe aggiunto ancora più adrenalina al nostro rapporto. Quando finalmente mi convinsi Silvia si disse contentissima, e che non c’era ragione di aspettare, avremmo cominciato la sera stessa.
Quella prima volta dopo cena riordinammo assieme e poi ci spostammo in sala. Quando non avevamo altri impegni la sera per rilassarci spesso guardavamo qualche serie TV assieme. Solitamente proponevo io cosa guardare, a me piacevano cose tipo Lost o Breaking bad. Silvia invece disse che da quella volta avrebbe deciso lei, e così cominciammo a seguire reality, programmi di moda, competizioni di cucina o quant'altro. Io potevo rimanere a guardare senza disturbarla o in alternativa farle dei massaggi ai piedi. Una volta Silvia disse che voleva farmi un regalo e di mettermi in ginocchio, così mentre lei si guardava il suo show io mi impegnai in un lavoro di lingua servendole la figa fino a farla venire. Una sera che mi lamentai per poter almeno vedere la partita di Champions mi fu concesso di registrarla per guardarmela più tardi. Quando ormai era passata mezzanotte Silvia disse che era ora di andare a letto e mi chiese se sarei salito con lei ma io rimasi alzato per guardarmi la partita registrata. Fu un errore. La mattina seguente non mi rivolse la parola, poi la sera dopo cena disse che avrebbe dovuto punirmi un quanto l’avevo delusa: ero stato egoista ad aver messo il calcio di fronte ai desideri di mia moglie. Mi fece spogliare e ordinò di mettermi in ginocchio sul divano, piegato in avanti, le gambe aperte. Prese un vassoio e lo posiziono’ sotto di me, poi con una spazzola comincio’ con la punizione, colpendomi sul culo. In quella posizione il cazzo rimaneva esposto, e Silvia lo accarezzo’ qualche volta, causando un'erezione. Silvia allora mi disse che mi avrebbe munto, e cominciò ad alternare colpi con la spazzola a momenti in cui mi segava veloce, finché non schizzai sul vassoio il mio sperma. Fu' l’unica volta che mi venne permesso di venire quella settimana.
I miei ricordi di quei primi passi verso la sottomissione completa furono interrotti da Silvia - Marco, ma dove sei, stai sognando ad occhi aperti?
Risposi prontamente - Mi scusi padrona, stavo pensando..
S - Cosa c'è di più importante dei miei piedi?
M - Niente, niente. Stavo solo riflettendo sulle nuove regole della mia sottomissione...
S - Cioè? Dimmi pure, ma non smettere col massaggio ai piedini.
M - Stavo pensando alle nuove regole con la TV, come non mi è più concesso vedere la partite..
S - Non raccontare storie! Non ti permetto forse di registrarle? E di guardatele quando io non ci sono? Per questa tua bugia ti sei meritato una bella sculacciata appena finito col massaggio.
M - scusami...
S - ormai è tardi per scusarsi. E poi, a cosa pensavi?
M - Mi è tornata in mente la prima sculacciata..
S - ah già, non te l'eri forse meritata quella? Non sei stato offensivo a preferire una partita di calcio a tua moglie? Sei stato proprio un cretino quella volta, ripensarci mi fa ancora incazzare tanto che aggiungerò altri 20 colpi con il frustino alla tua punizione. Ma poi non dirmi che farti prendere a sculacciate non ti faccia eccitare da bravo sottomesso che sei. Non eri venuto in un attimo quella volta con la mungitura? Non hai mica ricoperto il vassoio con la tua sborrina?
M - si è così, mi eccita quando mi sculacci.
S - Ma allora non sei contento dei cambiamenti? Non ti piacciono le sedute di sottomissione con la tua nuova Padrona Carla? O c'è qualche regola della disciplina domestica che non ti va? Corri in cucina a prendere il Decalogo che è una buona occasione per ripassare le regole.
Le sedute con Carla erano cominciate presto dopo la prima sottomissione. La sera spesso le due amiche si sentivano e io venivo mandato dalla mia seconda Padrona. Arrivato da lei mi dovevo spogliare completamente e mi metteva al lavoro a lucidare le sue scarpe con la lingua, a lavare a mano le sue mutandine o a pulirle il bagno. Poi mi portava in sala per il caffè. Carla mi faceva mettere a pecorina, la faccia a terra, il culo allargato con le mani. Lei si divertiva a infilarci oggetti, via via più grandi, e ad umiliarmi prendendomi in giro per le dimensioni del mio cazzo, mi diceva di chiedere scusa che era troppo piccolo per poter fare godere una donna. Commentava poi quanto mi si stesse allargando il culo, lo chiamava la mia passerina dicendomi che presto sarebbe stata pronta per un vero cazzo, e mi chiedeva se l'idea di prenderlo in culo da un maschio alfa mi sono eccitava. Durante questa umiliazione io dovevo masturbarmi, e Carla mi faceva solitamente venire in una tazza, a cui aggiungeva qualche goccia di caffè, per poi farmelo bere, proprio come era successo durante la mia prima sottomissione. Altre volte schizzavo in un vassoio, Carla mi ordinava di leccare tutto ma io non me la sentivo, così lei mi riversava tutta la sborra in faccia, e mi faceva tornare a casa così, lo sperma secco sul viso e il culo ancora pieno dell'ultimo oggetto che ci aveva infilato dentro.
Il Decalogo per la mia disciplina domestica invece era stata un'altra idea di Silvia. In cucina avevamo appeso una stampa con una mia foto dove ero in posa indossando solo un paio di mutandine rosa di Carla con a seguire le 10 regole della mia sottomissione.
Tornai in sala da Silvia che mi fece inginocchiare e mi disse di cominciare a leggere. Il Decalogo cominciava con una parte introduttiva
M - Silvia è la mia Dea e Padrona
M - Il marito è sottomesso alla moglie e Padrona.
M - il marito è sottomesso a tutte le altre Padrone scelte dalla moglie.
Silvia mi interruppe - Fin qua tutto chiaro no? Dai continua.
A questo punto del Decalogo cominciavano le regole vere e proprie. Le prime erano in vigore da quando avevamo cominciato coi nostri giochi di sottomissione.
M - Il pisellino del marito è proprietà della Padrona.
M - Il marito può toccarsi il pisellino ed è concesso venire solo quando lo permette la Padrona.
Silvia mi fermò di nuovo - Queste sono regole di base per riconoscere la mia autorità ed il fatto che lasciato senza controllo ti spareresti seghe tutto il tempo da gran segaiolo quale sei. Da quando segui le regole invece sei sempre eccitato e pronto a soddisfare ogni mio bisogno, non è molto meglio così? Forza, continua.
Qua cominciavano le nuove regole.
M - Il marito deve chiedere permesso alla moglie per poter usare il bagno.
Mi fermai, guardai mia moglie e le chiesi - Davvero c'è bisogno che ti chieda il permesso anche per andare in bagno? Non è un po' troppo?
S - Penso proprio di no. Mi piace sapere dove sei, non voglio che scappi in bagno a farti le seghe di nascosto, così controllato io son più tranquilla ed è meglio anche per te che non cedi alle tentazioni. E poi quando lo chiedi ti concedo sempre il permesso no?
M - Beh, a volte non proprio..
S - non dire altre bugie. Quando bevi troppo mi irrita che chiedi il permesso di andare in bagno in continuazione, ma poi ti faccio andare comunque se me lo chiedi in ginocchio, e dopo avermi baciato il culo. Di questo mi sono anche consultata con Carla, e anche lei pensa che sia giusto così.
Dal giorno della mia sottomissione a Carla ormai le cose andavano così, Silvia diceva che era giusto che Carla fosse aggiornata con tutti i particolari del mio addestramento, come lo chiamavano loro.
S - Cosa c'è, sei sorpreso che ne ho parlato con Carla?
M - No, è giusto così, Carla è una mia Padrona e deve conoscere tutto della mia sottomissione.
S - Bravo, ti sei evitato altre sculacciate. E poi, c'è qualche altra regola di cui lamentarsi? Finisci di leggere.
Continuai - Il marito può uscire con gli amici solo con l'autorizzazione della moglie.
S - Ti scoccia dover chiedere il permesso per andare alle tue partite di calcetto? Non ne abbiamo già discusso? Le tue uscite devono essere sempre autorizzate. Sei gia’ spesso via per lavoro, quando sei a casa la priorita’ è tua moglie, non i tuoi amici del calcetto, ci mancherebbe. Ma se sono già impegnata e tu hai finito coi lavori di casa e non devi andare a servire Carla il permesso te lo do, non è cosi?
M - Si, grazie Padrona.
S - Quindi, a parte i permessi, che mi sembrano tutti ragionevoli? Passa alla regola seguente.
M - Sabato è il giorno della Dea. Il marito lo dedicherà alla sua Padrona servendola in ogni sua richiesta.
S - A questa regola tengo molto. Ci vuole una ricorrenza per onorarmi come merito. E poi ti sto solo chiedendo di fare la tua parte dopo che in settimana sei sempre via per lavoro. Non ti sembra giusto che ti occupi tu almeno della spesa? O che ti occupi tu delle pulizie? O devo fare tutto io a casa?
M - No, è giusto che dividiamo il lavoro ma…
S - cosa c'è, non ti piace la tua uniforme da cameriera?
Arrossii, fra tutto quello per me era stato uno dei cambiamenti più imbarazzanti - Si, Silvia, per favore, non farmi mettere le mutandine di Carla mentre faccio i lavori di casa, mi imbarazza..
S - Innanzitutto non c'è niente di cui essere imbarazzato, ti donano le mutandine di Carla. A me piace guardarti quando ti ecciti e il cazzo in tiro spinge contro le mutandine. E quanto è buffo quando non ci sta più dentro e spunta fuori la cappella tutta rossa? E poi se ti metti le mutandine fai contenta anche la tua Padrona Carla no? Sono un suo regalo e le fa piacere che ne fai buon uso. Ma se ancora non sei a tuo agio è perché hai troppo orgoglio ed arroganza. Forse ti aiuterebbe mettere le mutandine anche in altri momenti? Ti piacerebbe indossarle anche quando vai al lavoro? Dovrò chiedere a Carla cosa ne pensa..
M - No, no, va bene così, mi abituerò il prima possibile..
S - vedremo, magari te le farò mettere quando vai a fare la spesa.. magari ti ecciterebbe anche, l'idea di essere in mutandine di pizzo assieme alle altre donne che fan compere.. o rischiamo incidenti se troppo eccitato mi vieni nei pantaloni? Di sicuro non posso fartele mettere per il calcetto, come lo spiegheresti ai tuoi amici? che per errore hai messo le mutandine di tua moglie? Ah ah ah..
Da quella volta capii che fosse meglio non tornare più sull'argomento, ma l'idea a Silvia doveva essere piaciuta e così incominciai a dover indossare le mutandine anche per fare la spesa. Non solo, ad ogni spesa mi toccava passare nel reparto di intimo femminile per acquistare un paio delle mutandine più sexy in vendita, perizomi, tanga, slip in pizzo. E l'ordine era di pagare sempre in cassa, ogni volta con una cassiera diversa, con cui dovevo scambiare due parole proprio mentre faceva lo scan delle mutandine.
S - Allora abbiamo finito con le lamentele? Direi che il massaggio è durato abbastanza, tirati su e baciami il culo, sottomesso.
Questa era la nona regola, "Il marito mostra la sua sottomissione baciando i piedi ed il culo della Padrona."
Così i massaggi ora finivano sempre con un gesto di sottomissione, solitamente un bacio ai piedi, o al culo.
S - Penso che oggi ti sia stato utile ricordarti quale è il tuo ruolo, ma ho sentito troppe lamentele, sdraiati qui. Fermo così, non voglio sentire un suono. Mettiamo subito in pratica la decima regola del Decalogo, ricordami come dice?
M - Il marito verrà punito con sculacciate o altre umiliazioni ritenute necessarie dalla Padrona.
Silvia si sedette su di me, tutto il peso del culo sulla mia faccia. Cercai di sopportare senza fare rumore.
S - Bravo così, questo è il tuo posto, in silenzio sotto il mio culo. Guarda un po' quanto ce l'hai in tiro, visto quanto ti eccita essere umiliato? Più ti sottometto e più ti ecciti. Spero non si debba più tornare a discutere delle nuove regole, sono perfette per tutti e due. Io ho un marito che mi adora e si prende cura di me e tu puoi fare quello che ti eccita di più, lo schiavetto umiliato e sottomesso. Siamo d'accordo?
Silvia si allungò per prendermi le palle in mano e me le strinse.
M - mmmhh
S - Lo prendo come un sì, bravo maialino, ora in silenzio.
Silvia lasciò le palle e poi le colpi' con uno schiaffo, facendomi sobbalzare. Silvia rimase così ancora qualche minuto, giocando col telefonino, colpendomi di tanto in tanto le palle con un calcetto e accarezzando l'asta sempre più in tiro.
S - Ora basta altrimenti mi vieni nelle mutandine di Carla. È l'ora della sculacciata, ricordi? Facciamo in fretta però che ho una chiamata fra un minuto. In posizione!
Mi misi nella tipica posizione della sculacciata, di traverso sulle sue cosce.
S - Giù le mutandine fino alle caviglie, e allarga un po' le gambe, deve stare tutto bello esposto.
Abbassai le mutandine, allargando bene le gambe. Silvia cominciò coi colpi, veloci, continui, 20 per parte. Alla fine sentivo bruciare.
S - Mmh, per ora può bastare così, come si dice?
M - Grazie Padrona.
S - Ora tirati in piedi, mettiti all'angolo, rivolto al muro. Una bella foto per Carla, perfetto. Rimani lì, torno appena finito con la chiamata.
Rimasi così mentre Silvia era al telefono. Non osai muovermi ma mi sentivo umiliato, col culo che mi faceva male, le mutandine alle caviglie a guardare il muro, il cazzo moscio ora che l'eccitazione era passata.
Silvia dopo qualche minuto tornò nella stanza - Rieccomi qua, spero tu abbia ripensato agli errori che hai commesso. Ma non sperare che mi sia dimenticata della punizione, non è ancora finita. Rimani così, rivolto al muro. Allarga le gambe e mani sulla testa. Ora conta e ringrazia.
Parti' il primo colpo col frustino, secco, sulla coscia, appena sotto il culo.
M - Aaah, uno, grazie Padrona.
Poi arrivarono tutti gli altri, 20 colpi, sulle cosce e sul culo. Non causavano troppo dolore, Silvia non mi faceva mai davvero male, era più l'idea che lei potesse punirmi per le mie mancanze che le importava piuttosto che la punizione stessa.
S - Bravo così, hai ricevuto bene la tua punizione. Devo dire che mi sorprende quanto mi stia appassionando alla disciplina, ci sono portata, chi l'avrebbe mai detto! E anche tu hai compreso bene quanto un marito sottomesso come te abbia bisogno delle punizioni che la moglie decide di impartire. Puoi girarti ora.
Mi voltai, Silvia sorrideva soddisfatta.
S - Spero tu non sia troppo provato che è l'ora di un po' di palestra, aspettami di là mentre mi cambio, fatti trovare pronto mi raccomando.
Mi recai nella stanza che usavamo da piccola palestra, dove avevamo una cyclette, dei pesi e i tappetini per lo yoga. Cominciai a masturbarmi. Da quando anche la palestra era diventata un'occasione per la mia più completa sottomissione farmi trovare pronto consisteva nell'averlo bello duro come piaceva a Silvia mentre l'assistevo con gli esercizi.
Mentre mi masturbavo pensai a ciò che mi attendeva in palestra. Silvia mi faceva tenere lo sguardo fisso sul suo culo, seguendone i movimenti durante gli esercizi. In altri io le facevo da tappetino con Silvia che mi si sedeva direttamente in faccia. A questi esercizi si alternavano pause in cui io dovevo masturbarmi al ritmo della musica così da averlo sempre in erezione. Silvia diceva che averlo duro era il modo per dimostrare il mio apprezzamento ed entusiasmo per questi momenti passati insieme e che serviva per allenarmi il polso, il muscolo del segaiolo e l'unico che lei diceva mi servisse veramente, oltre alla lingua.
Finita la sessione mi era concesso di annusare la figa ed il culo di Silvia ed a volte se ero stato bravo ricevevo il premio: Silvia mi portava in camera da letto e me la faceva leccare fino a farle raggiungere l'orgasmo. A quel punto lei diceva di essere stanca e di accontentarmi con qualche video porno su internet per venire. L'ultima volta era andata diversamente. Dopo averla fatta venire leccandogliela Silvia mi disse che aveva preparato lei i video. Prese il suo tablet e fece partire il primo porno. Era un classico del femdom, con la mistress che prendeva a schiaffi il suo schiavo incappucciato e con i polsi legati dietro la schiena. Dopo qualche minuto la mistress fece girare lo schiavo, gli allargò le gambe e cominciò a prenderlo a calci nei testicoli. Il video faceva vedere i colpi rallentati, i testicoli schiacciati, il cazzo comunque in tiro che sbatteva su e giù, poi il sottomesso che crollava in ginocchio solo per essere preso a calci sui fianchi. Silvia mi aveva chiesto se il video mi eccitasse, ma le risposi dicendo che secondo me era un po' troppo crudele.
S - Voglio solo capire dove posso spingermi con le punizioni… Allora proviamo a cambiare, ma tu continua a menatertelo, più veloce.
Silvia fece partire un secondo video. Era un primo piano di una penetrazione, una donna bianca che si faceva chiavare da un enorme cazzo di un nero.
S - È proprio vero che ce l'hanno più grosso. Quanto sarà, il doppio del tuo? O ancora di più?
M - È vero, è molto grande.
La donna del video urlava, il tipo le entrava con colpi potenti.
S - Questo ti piace di più? Ti piace vedere la figa così allargata, tutta riempita dal cazzo? Cosa pensi stia provando?
M - sembra godere parecchio..
S - Ora arriva la sorpresa, tu continua veloce con la sega, non ti rimane molto tempo per venire.
L'immagine si allargò, e adesso veniva inquadrato un secondo uomo, anche lui bianco come la donna, che seduto si masturbava col suo piccolo cazzetto osservando la penetrazione. Era evidentemente il marito cornuto, che venne immediatamente riversandosi sulla mano poche gocce di sborra.
Il video tornò sul primo piano della penetrazione, i colpi sempre più veloci finché l'uomo sborro' nella figa della donna. Estrasse il cazzo, lo sperma che colava fuoriuscendo dalla figa sulle cosce della donna.
S - Guarda bene che bel cazzone..
L'immagine era ferma sul cazzo, impressionante. Davvero era ben più del doppio del mio, venoso e lucido degli umori della donna e dello sperma di cui l'aveva riempita.
S - Non male eh? Cosa ne dici, la tua moglie e Padrona non si meriterebbe di godere con un cazzo simile? Riesci ad immaginarla la mia figa riempita da quel cazzo? Tieni gli occhi su quel gran cazzo, ora voglio che sborri pisellino.
Silvia me lo prese in mano e dopo un paio di colpi a quelle parole cominciai a schizzare, lunghi fiotti mi coprirono la pancia di sborra. Ricordo perfettamente l'imbarazzo nel venire davanti a mia moglie, con l'immagine di un grosso cazzo in tiro, con Silvia sorridente che mi guardava.
S- mmmh, allora ci eccitiamo se ti faccio cornuto?
Mi spaventai e le risposi di getto - No, no, Silvia, non è così, ti prego!
S - Ecco giusto, pregami. Ma ragiona, io sono una dea, tu un pisellino segaiolo, è solo naturale che io voglia un maschio alfa con un vero cazzo che mi faccia godere, no?
Ero sempre più a disagio - no, Silvia, per favore..
S - E allora com'è, ti eccita guardare il cazzo? Guarda quanta sborra hai fatto mentre ne ammiravi uno in tutto il suo splendore, le vene che pulsano, la cappella lucida ed enorme..
M - Silvia no, a me piacciono le donne, te lo giuro, non so cosa mi è successo.
S - Su, su', ora non agitarti troppo, ne riparliamo più in là, quando arriverà il momento. Ora corri a farti la doccia che c'hai sperma dappertutto, fila!
Ero così intento nel ricordo di quell'episodio che non mi accorsi che Silvia era appena rientrata nella stanza - Sempre perso via a fantasticare? Dev'essere stato qualcosa di eccitante da come c'è l'hai duro, attento a non sborrarti subito addosso mi raccomando.
Mi voltai verso di lei, arrossendo, come se il ricordo fosse in qualche modo ancora più imbarazzante del trovarmi nudo davanti a mia moglie, col cazzo duro in mano - no, no, sto attento..
S - Bravo. Allora, ieri sera alla mia lezione di difesa personale ho imparato un sacco di nuove mosse, mi voglio esercitare con te così mi rimangono bene in mente. Sei pronto?
Non avevo mai fatto alcun tipo di arte marziale, a queste sessioni con Silvia io andavo subito in difficoltà nonostante pesassi 20 chili in più di mia moglie - Certo Silvia, vacci leggera per favore..
S - cos'è, non avrai paura di tua moglie?
M - Ma no, son grande il doppio di te, solo non sono un esperto, non vorrei che qualcuno si facesse male..
S - Qualcuno o tu piuttosto, mio bel maritino? Dai prova ad attaccarmi bloccandomi il braccio.
Silvia stava diventando sempre più abile dopo mesi di corsi. Qualsiasi attività fisica la appassionava e lei ci metteva sempre grande intensità, voleva essere la migliore in tutto. Sapevo di dover essere deciso per non ritrovarmi al tappeto in un attimo, così la afferrai di scatto e la spinsi indietro aiutandomi col mio peso. Silvia questa volta non se l'aspettava e cadde a terra, ed in un attimo fui sopra di lei. La posizione era eccitante, io seduto sulle sue tette, le bloccavo le braccia con le ginocchia, cominciai a sbatterle il cazzo in faccia per sancire la mia vittoria.
M - A quanto pare questa volta vinco io, leccamelo bene se vuoi essere liberata.
Silvia sorrideva - Mmhh, è bello vedere che ti è rimasto un po' di spirito competitivo, un bel pompino te lo sei meritato stavolta, mettilo qua.
Silvia aprì la bocca, tirando fuori la lingua. Mi fermai ad ammirarla, poi mi spostai in avanti per appoggiare il cazzo sulla punta della lingua. Fu un errore, il mio movimento diede abbastanza spazio a Silvia per fare leva ed in un attimo mi ritrovai a terra, Silvia sulla mia schiena, che mi teneva un braccio ripiegato all'indietro.
S - È la prima regola ricordi, mai perdere la concentrazione! E ora?
Silvia piegò ancora più il braccio, io provai a sbattermi per liberarmi ma l'unica cosa che ottenevo era di torcere ancora più il braccio.
M - Silvia, mi fai male..
S - Allora caro maritino, chi è che vince?
M - Tu, tu, ti prego..
S - chi è più forte fra noi due?
M - Tu Silvia
S - meglio..
Mi arresi, sottomesso anche sul piano fisico - Tu, Padrona, sei tu la più forte.
Si allungò indietro per darmi due sculacciate, poi si sollevò, liberandomi.
S - Abbiamo la bua al braccino? Dai che abbiamo appena cominciato.
Silvia riprese col suo allenamento, io provavo ad usare la forza ma lei era troppo agile e ormai sapeva tutti i trucchi per sbilanciarmi, così che inevitabilmente io finivo a terra, bloccato, senza possibilità di movimento.
Dopo una mezz'oretta si ritenne soddisfatta e mi disse di alzarmi e di renderle omaggio. Si mise in posa facendo i muscoli. Io mi avvicinai, e cominciai a baciarle i bicipiti.
S - Bravo, bravo, bacia bene questi muscoli che ti tengono sottomesso, adora bene la tua dea, dai dei bei baci anche alle ascelle tutte sudate, così, ora leccale bene, forza.
Mi aveva sconfitto ed ora mi umiliava, e a me non restava altro che ubbidire.
S - Non sei contento d'avere una moglie così forte? Con me sarai sempre al sicuro, ci sono io a difenderti.
M - …
S - Oh, non c'è bisogno di ringraziare, lo faccio volentieri. Rimettiti le mutandine di Carla e fila in cucina a preparare la cena, io faccio una doccia e arrivo ad aiutarti fra dieci minuti.
Se ne andò così, io recuperai le mutandine e cominciai a preparare.
Silvia fece veloce, tornò presto con un bel vestitino corto, i sandali col tacco, profumata.
Mentre preparavo la cena lei apparecchiava, ogni volta che passava accanto mi dava una palpata al culo, o una sculacciata, o si avvicinava da dietro e mi prendeva i testicoli in mano, stringendo.
S - Bravo maritino, te la cavi in cucina ma si può migliorare ancora, pensavo potesse essere utile qualche ripetizione da Alicja, la domestica di Carla. L'hai già incontrata qualche volta, ti piace Alicja?
M - È un tipo..
S - C'è mai Durante le tue sedute di sottomissione con Carla?
M - E' rimasta ad osservare un paio di volte, ha detto che era curiosa di vedere cosa mi faceva Carla, e che tu avevi dato l'ok.
S - Già, è così.. e cosa ne dici se ti organizzo un bell'incontro, son sicura che ad Alicja farebbe piacere avere un bell'ometto da addestrare. Carla mi dice che lei ha delle qualità particolari che a te sicuramente piacerebbero..
M - Ma cosa intendi?
S - Tu non preoccuparti, lascia fare a me ok? Ora corri a farti una doccia anche tu, e vestiti bene, per oggi può bastare, qua finisco io.
Mi diede un'ultima sculacciata, io corsi di sopra, pensando che presto sarai stato sottomesso ad una terza Padrona, Alicja, la domestica di Carla, una ragazza di almeno dieci anni più giovane di me. Il cazzo mi tornò subito durissimo.

Fine dell'episodio.

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