Quando si dice.. Il Caso
Scritto da hammer, il 2021-01-30, genere tradimenti
Primo tentativo di tramutare me stesso da lettore a scrittore…..se gradito continuerò.. buona lettura;
Mi presento: sono Martino, quarantenne, centroitalico, consulente alla formazione presso una nota azienda della mia zona, alto poco meno di 1,80,moro, fisico muscoloso ma senza esagerazioni, per via della mia passione ultradecennale per il fitness, sposato con Desirèe, per tutti Desy, 38 anni, giunonica, alta poco più di me, forme generosissime: quinta di seno che adoro, anche se ultimamente non posso non ammettere che abbia preso qualche chilo, che però non inficia assolutamente la sua avvenenza e sensualità. Una mattina d’inverno come tante; ventosa, piovosa , insomma una di quelle mattine nelle quali solo l’idea di mettere un piedi fuori dal letto per alzarsi ed iniziare la giornata, mette su un nervoso che poi si trascina fino a sera , ecco, successe proprio una mattina così. Colazione veloce, la doccia di rito ,maledetto nodo della cravatta che mi strangola ed eccomi pronto per uscire quando , già sull’uscio di casa, sento un tonfo inconfondibile : la porta della terrazza che sbatte, il forte vento l’avrà forzata ed aperta, pensai. Ed eccomi percorrere le scale che conducono in terrazza, ed era proprio come avevo immaginato: il vento aveva spalancato la porta. Non venivo qui da mesi, si nota una certa carenza di manutenzione, ma si sa , chi lavora a tempo pieno ha poco tempo per queste cose. Mi accingo a chiuderla quando noto che n terrazza vi era uno stendipanni colmo di vestiti ,riverso al suolo , di certo mia moglie aveva scordato di riporlo nella veranda interna. Mi avvicino per tirarlo su e noto che appese allo stesso vi erano un paio di calze autoreggenti velate nere, con la balze in pizzo pinzate allo stendipanni con una molletta. Vidi anche un perizoma in pizzo sempre nero con il filo posteriore collegato al resto del capo tramite degli anellini dorati e luccicanti . Mi soffermai a guardare questi accessori e la cosa mi incuriosì parecchio, in quanto non li avevo mai visti indosso a mia moglie, la quale era manifestamente restia ad indossare accessori e lingerie sexy, che definiva “roba per puttane”. In certe cose Desy era decisamente tradizionalista, basti pensare che una volta le chiesi di mostrarsi a me in perizoma e mi sentii rispondere :“ quel filo nel culo non lo sopporto..” .Feci comunque finta di nulla, risollevai lo stendipanni ed andai a lavoro. Durante la giornata non riuscivo a concentrarmi su nulla, mi chiedevo e richiedevo che ci facessero liì quegli indumenti. La sera ,giunto a casa, mi precipitai in veranda, e notai che le calze e il perizoma erano spariti dallo stendipanni. Feci comunque finta di nulla e mi presentai in cucina , laddove Desy mi aspettava con la cena già pronta in tavola. “ Com’è andata oggi a lavoro? “ –chiese –ed io : “ tutto bene grazie, e qui invece tutto ok? “ – “solita giornata” –disse – ed io incalzai : “ ma hai sentito che vento stamattina? … sai.. la porta della terrazza si è aperta e sono salito su a chiuderla “ .Lei improvvisamente arrossì e disse: “ ah si?.. ehm… l’hai chiusa poi?.. sai io non ho sentito nulla..”, io non volli andare oltre e glissai. La cena si svolse tranquilla, ed ecco che più tardi, ormai più sospettoso che curioso, decisi di fare una cosa per me insolita, ossia la doccia nel bagno di servizio, che di solito usiamo come “lavanderia” più che come bagno vero e proprio. Ed ecco che - Guarda un pò la casualità - apro la cesta dei vestiti sporchi per riporre la mia biancheria e trovo le famose calze ed il perizoma di stamane. Non resisto alla tentazione di prendere in mano tutto e portarlo al naso: un odore acre e muschiato pervade le mie narici, e sotto le dita sento una consistenza insolita, quasi granulosa, come quando si discioglie un frammento di sale nell’acqua . Un’erezione improvvisa si palesa tra le mie gambe, così deciso di posare quella roba nel cesto, ed entro in doccia non riuscendo a fare a meno di martoriare il mio glande rigonfio, con movimenti veloci tra pollice ed indice, come se lo volessi schiacciare tra le dita, mentre immagino mia moglie con indosso quegli accessori, magari in ginocchio mentre si riempie la bocca di cazzo, e non sono certo che quel cazzo che immagino sia il mio. Anzi, devo ammettere che proprio l’idea che non sia il mio mi eccita maggiormente e fa pulsare all’inverosimile il glande ormai pronto a spruzzare una quantità di sperma che promette di essere pantagruelica . Tuttavia resisto e fermo la mia mano poco prima del sopraggiungere dell’orgasmo, ho deciso che sarà Desy a portarlo a compimento tra poco. Così, esco dalla doccia, mi asciugo, e mi incammino nudo verso la cucina, dove lei sta ancora ultimando di rassettare e mi presento di fronte a lei con il cazzo in tiro e le gambe leggermente divaricate. Lei mi sorride, getta via lo straccio con il quale sta asciugando i piatti, non fa nemmeno in tempo a chiudere il rubinetto , che permane nell’erogare acqua, si abbassa e sorridendo mette in bocca il membro fino alle palle. Le tengo la testa mentre le scopo forte la bocca, bastano pochi colpi per riversarle in gola quattro fiotti di sperma, che la costringono a tossire per poter respirare. Lei soddisfatta dell’opera compiuta mi guarda negli occhi e senza dire una parola si alza e riprende ad asciugare i piatti. Mi lancia poi uno sguardo interrogativo e dice:” come mai eri cosi eccitato? mi hai riempito la bocca come non facevi da tempo” , ed io, uscendo dalla stanza :” finisci ciò che stai facendo, più tardi, a letto, noi due dobbiamo parlare! …”
Mi presento: sono Martino, quarantenne, centroitalico, consulente alla formazione presso una nota azienda della mia zona, alto poco meno di 1,80,moro, fisico muscoloso ma senza esagerazioni, per via della mia passione ultradecennale per il fitness, sposato con Desirèe, per tutti Desy, 38 anni, giunonica, alta poco più di me, forme generosissime: quinta di seno che adoro, anche se ultimamente non posso non ammettere che abbia preso qualche chilo, che però non inficia assolutamente la sua avvenenza e sensualità. Una mattina d’inverno come tante; ventosa, piovosa , insomma una di quelle mattine nelle quali solo l’idea di mettere un piedi fuori dal letto per alzarsi ed iniziare la giornata, mette su un nervoso che poi si trascina fino a sera , ecco, successe proprio una mattina così. Colazione veloce, la doccia di rito ,maledetto nodo della cravatta che mi strangola ed eccomi pronto per uscire quando , già sull’uscio di casa, sento un tonfo inconfondibile : la porta della terrazza che sbatte, il forte vento l’avrà forzata ed aperta, pensai. Ed eccomi percorrere le scale che conducono in terrazza, ed era proprio come avevo immaginato: il vento aveva spalancato la porta. Non venivo qui da mesi, si nota una certa carenza di manutenzione, ma si sa , chi lavora a tempo pieno ha poco tempo per queste cose. Mi accingo a chiuderla quando noto che n terrazza vi era uno stendipanni colmo di vestiti ,riverso al suolo , di certo mia moglie aveva scordato di riporlo nella veranda interna. Mi avvicino per tirarlo su e noto che appese allo stesso vi erano un paio di calze autoreggenti velate nere, con la balze in pizzo pinzate allo stendipanni con una molletta. Vidi anche un perizoma in pizzo sempre nero con il filo posteriore collegato al resto del capo tramite degli anellini dorati e luccicanti . Mi soffermai a guardare questi accessori e la cosa mi incuriosì parecchio, in quanto non li avevo mai visti indosso a mia moglie, la quale era manifestamente restia ad indossare accessori e lingerie sexy, che definiva “roba per puttane”. In certe cose Desy era decisamente tradizionalista, basti pensare che una volta le chiesi di mostrarsi a me in perizoma e mi sentii rispondere :“ quel filo nel culo non lo sopporto..” .Feci comunque finta di nulla, risollevai lo stendipanni ed andai a lavoro. Durante la giornata non riuscivo a concentrarmi su nulla, mi chiedevo e richiedevo che ci facessero liì quegli indumenti. La sera ,giunto a casa, mi precipitai in veranda, e notai che le calze e il perizoma erano spariti dallo stendipanni. Feci comunque finta di nulla e mi presentai in cucina , laddove Desy mi aspettava con la cena già pronta in tavola. “ Com’è andata oggi a lavoro? “ –chiese –ed io : “ tutto bene grazie, e qui invece tutto ok? “ – “solita giornata” –disse – ed io incalzai : “ ma hai sentito che vento stamattina? … sai.. la porta della terrazza si è aperta e sono salito su a chiuderla “ .Lei improvvisamente arrossì e disse: “ ah si?.. ehm… l’hai chiusa poi?.. sai io non ho sentito nulla..”, io non volli andare oltre e glissai. La cena si svolse tranquilla, ed ecco che più tardi, ormai più sospettoso che curioso, decisi di fare una cosa per me insolita, ossia la doccia nel bagno di servizio, che di solito usiamo come “lavanderia” più che come bagno vero e proprio. Ed ecco che - Guarda un pò la casualità - apro la cesta dei vestiti sporchi per riporre la mia biancheria e trovo le famose calze ed il perizoma di stamane. Non resisto alla tentazione di prendere in mano tutto e portarlo al naso: un odore acre e muschiato pervade le mie narici, e sotto le dita sento una consistenza insolita, quasi granulosa, come quando si discioglie un frammento di sale nell’acqua . Un’erezione improvvisa si palesa tra le mie gambe, così deciso di posare quella roba nel cesto, ed entro in doccia non riuscendo a fare a meno di martoriare il mio glande rigonfio, con movimenti veloci tra pollice ed indice, come se lo volessi schiacciare tra le dita, mentre immagino mia moglie con indosso quegli accessori, magari in ginocchio mentre si riempie la bocca di cazzo, e non sono certo che quel cazzo che immagino sia il mio. Anzi, devo ammettere che proprio l’idea che non sia il mio mi eccita maggiormente e fa pulsare all’inverosimile il glande ormai pronto a spruzzare una quantità di sperma che promette di essere pantagruelica . Tuttavia resisto e fermo la mia mano poco prima del sopraggiungere dell’orgasmo, ho deciso che sarà Desy a portarlo a compimento tra poco. Così, esco dalla doccia, mi asciugo, e mi incammino nudo verso la cucina, dove lei sta ancora ultimando di rassettare e mi presento di fronte a lei con il cazzo in tiro e le gambe leggermente divaricate. Lei mi sorride, getta via lo straccio con il quale sta asciugando i piatti, non fa nemmeno in tempo a chiudere il rubinetto , che permane nell’erogare acqua, si abbassa e sorridendo mette in bocca il membro fino alle palle. Le tengo la testa mentre le scopo forte la bocca, bastano pochi colpi per riversarle in gola quattro fiotti di sperma, che la costringono a tossire per poter respirare. Lei soddisfatta dell’opera compiuta mi guarda negli occhi e senza dire una parola si alza e riprende ad asciugare i piatti. Mi lancia poi uno sguardo interrogativo e dice:” come mai eri cosi eccitato? mi hai riempito la bocca come non facevi da tempo” , ed io, uscendo dalla stanza :” finisci ciò che stai facendo, più tardi, a letto, noi due dobbiamo parlare! …”
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