| Phantasix, racconti di sesso e magia | Episodio 5: ninfomane per sortilegio

Scritto da , il 2020-12-29, genere orge

Tutto cominciò quando ebbi l'onore di servire ler il banchetto del Re di Phantasix.
Il sovrano era in viaggio per un paese lontano e il villaggio in cui vivevo era di passaggio, quindi si intrattenne nella locanda della mia famiglia per pranzare prima di ripartire.
Con lui c'erano un gruppo di soldati e Dimitus, mago e consigliere di corte. Proprio lui fu causa delle mie disavventure: durante il pranzo del Re, i suoi sguardi vogliosi mi seguivano e una volta quel vecchio porco mi palpò anche il sedere davanti a tutti mentre servivo una portata.
Non dissi nulla ma dopo quel gesto mi rifugiai in cucina, non sapevo quale sarebbe stata la reazione del Re. Confessai l'accaduto a mio padre e mi concesse di uscire per non rischiare un'altra molestia da parte del mago.
Dopo il pranzo Dimitus mi beccò sul retro della locanda. - Cazzo! Mi ha trovato! - pensai
- Hey, dov'eri finita splendore? - disse accarezzando i miei capelli lisci.
- Io... Non mi sentivo molto bene -
- Ooh, ma io sono un guaritore... Come ti chiami splendore? -
- Helen... Ma sto già molto meglio non si preoccupi -
- Ma sarebbe uno spreco non approfittare di una consulenza gratuita, no? Fatti visitare su...-
Allora allungò le mani sull'ampio colletto del mio vestito per scoprirmi il petto. I miei seni nudi ondeggiarono liberi prima che me li nascosi incrociando le braccia.
- La prego se ne vada! -
Gli davo le spalle per la vergogna allora sentii di nuovo le sue mani sul mio culo. Reagii: mi voltai di scatto e gli diedi una ginocchiata sulle palle
- Aaargh! Piccola puttanella maledetta! -
- Dimitus! Dove sei? Dobbiamo ripartire! - il Re in qualche modo era venuto in mio soccorso, senza volerlo.
- Maledizione! Il Re mi chiama... Ma non te la caverai così! Pagherai per questo affronto -
Venni avvolta da una luce verdastra che partiva dalle sue mani, poi tornò tutto come prima.
- Non ti sei concessa a me... Ti concederai a tutti, vedrai... -
Detto questo se ne andò e rimasi lì, nel dubbio e nell'angoscia.

Sono passati 9 giorni e quello strano avvenimento, forse voleva solo spaventarmi, quel vecchio porco.
Esco dalla locanda e mi avvio verso casa, il mio turno è finito, ma uno strano formicolio mi pervade improvvisamente durante il cammino.
Incrocio il macellaio durante la via, lo saluto, non mi sono mai resa conto di quanto sia così affascinante. Che strano.
Mi sento accaldata, ho forse la febbre?
Arrivo a casa, davanti la porta c'è il nostro vicino, Galeno, il figlio del mugnaio, quanto è bello! Lo bacio in bocca.
- Mmmh Helen! Che ti succede? -
- Scusa scusa, non so che mi prende - mi chiudo in casa, il mio cuore batte forte, sento la mia figa in fiamme, esco di nuovo, eccolo!
Galeno è ancora lì, frastornato, mi fiondo in ginocchio, gli abbasso i pantaloni e comincio a succhiargli in cazzo.
- Ooh sì, non ne potevo più... -
Galeno mi viene in bocca. Troppo presto. Non mi seve più, rientro in casa con la sborra che mi cola ancora dalle labbra.

Che mi sta succedendo? Ma certo! Dev'essere il sortilegio del mago! Deve avermi fatto qualcosa, non controllo i miei desideri... Oooh che voglia di cazzo...
Esco in strada, non c'è nessuno, dannazione! Ma certo, posso andare alla fattoria di Creto! Sono cinque fratelli!
Corro da loro e sfondo la porta (non ricordavo do essere così forte).
- Helen! Che succede? - Creto, che maschione invitante.
Mi getto su di lui baciandolo e strappandomi la camicia; lui mi afferra i seni e mi succhia i capezzoli... Che goduria...
Mi metto a cavalcioni su di lui e assaporo il suo bel cazzo dentro di me rimbalzando su di lui.
Il piacere mi pervade come mai prima d'ora, nel mio animo cerco di fermarmi ma il maleficio è più forte di me, ne voglio ancora!
Creto mi schizza addosso, ne voglio di più!
- Dove sono i tuoi fratelli? - La mia richiesta è più un ordine, sento il bisogno fisico di sesso, una dipendenza.
Arrivano tutti i fratelli, riempiono tutti i miei buchi, sono circondata di cazzi, passo da uno all'altro, li succhio avidamente e trovo un po' di sollievo in questa orgia.
I fratelli raggiungono il loro limite uno dopo l'altro ma la maledizione non mi lascia in pace, ne voglio ancora.
Lascio la loro casa completamente nuda e ricoperta del loro seme, non mi importa.
Passo di casa in casa, non mi basta mai. Le mogli mi scacciano maledicendomi, i mariti un po' meno...
Sorge il sole e il mio desiderio si placa, recupero la lucidità e rimango nuda, con la mia vergogna.
Non posso più stare qui, il villaggio ormai mi considera una sgualdrina; non mi resta che partire e cercare il mago per spezzare la maledizione.

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