Quasi tutti i giorni con mamma.
Scritto da Juan Alberto, il 2020-12-06, genere incesti
Cercavo di seppellire la mia faccia nel suo inguine, mia madre ha un odore così caldo, i peli scuri e morbidi, che donna! Io la lecco, la scopo con la mia lingua, strofino la sua fica con le mie labbra, bacio l’interno delle sue cosce, annuso la sua micetta, il mio naso preme il suo pube, la mia lingua raccoglie i succhi che fuoriescono dalla sua fessura, il mio viso è bagnato dal suo nettare, lei muove il suo bacino contro la mia faccia, è deliziosa.
Mamma, allarga di più le gambe, apro le sue grandi labbra per guardarci dentro, la sua pelle rosacea mi eccita, luccica tutta bagnata, lecco quel delizioso buco, strappo gemiti e urletti da lei, le sue mani aggrappano i miei capelli, spoglio con la mia lingua il suo clitoride turgido, lecco freneticamente quel suo bottoncino di carne, lascivamente guardo il suo viso, vedo la lussuria che sfigura la sua bocca socchiusa, la sua lingua inumidisce le sue labbra, geme e scuote la testa all’indietro, la sto facendo venire.
Le sue cosce si chiudono sulle mie guance, i tremolii incominciano una serie di sussulti violenti, lei grida, fa dei suoni e grugniti, e una femmina in calore che sfoga il suo piacere, cerco di sfondare la mia lingua dentro la sua figa, è un canale stretto, adesso cerca di scappare, è travolta dalla lussuria e ha un senso di paura, è in paradiso, il suo orgasmo se moltiplica, è sopraffatta dalle sue sensazioni, poi sfinita, si arrende alle mie carezze.
Guardo mia madre che giace ancora con gli occhi chiusi, è inerte ed io posso ammirare la sua bellezza ancora una volta, poggio mia mano sul suo seno, quel seno che un giorno mi allattò, ora sono fonte di piacere, senza sapere come mi trovo un capezzolo in bocca, succhio, sento come s’indurisce, mamma geme, e con la sua mano tira la mia faccia stringendo il suo seno alle mie labbra, come un istinto materno ancestrale.
Non posso non notare quei magnifici fianchi, le sue cosce lunghe e contornate, il triangolino peloso, si vedono solo i soffici peli, la sua fessura è nascosta come un tesoro, poggio la mano proprio in mezzo alle sue cosce, voglio palpare mia madre, voglio aprire quella morbida carne rosa, mi attira in modo incredibile, sono nato da lì e come se volessi tornare a rientrare.
Mi raddrizzo un po’, e succhio suoi capezzoli, le mie mani scivolano sul suo corpo, lei mi bacia l’orecchio, il collo, il viso, ripetutamente, io la bacio sulla bocca e lei risponde con passione facendo scivolare la sua lingua e cominciando una danza insieme alla mia lingua.
Mamma respira a bocca aperta, tirandomi su di lei, spingo il mio cazzo nella stretta e calda micetta materna, lei è così bagnata che vado dentro con certa facilità, mi muovo velocemente, mi piace scopare la mia splendida mamma, dopo una decina di minuti lei mi sente ansimare più forte, sussurra nel mio orecchio … non venire dentro, ti voglio sulle mie tette … ti voglio succhiare.
Voglio la sua fica, mi piace muovermi dentro, godermi la sua carezza vellutata ed umida che avvolge il mio cazzo. Tiro fuori e mi sposto verso su, lei mi offre le sue tette prendendole con le sue mani, poi mi tira verso la sua bocca e ingoia la mia nerchia fino alle palle, lei succhia forte e mi morde delicatamente, non finisco mai di schizzare, mamma lecca il mio cazzo mentre mi guarda con adorazione, mi sorride col membro sulle labbra poi apre la bocca e mi succhia ancora un po’.
Io e mia madre, siamo sempre vissuti da soli, mio padre uno straniero, tornò nel suo paese e lei non ha mai saputo di lui. Trascorsero gli anni e mamma mai più tornò ad avere un altro uomo, mi ha fatto crescere senza che mi mancassi niente, credo che lei fosse ancora innamorata di mio padre.
Da bambino lei si prendeva cura di me, mi faceva il bagno tutti i giorni, di estate ci facevamo la doccia insieme, io sempre ammiravo la sua bellezza, e mi sembrava naturale vederla nuda.
Mamma diceva che io ero l’uomo di casa e che la dovevo difendere, anche faceva notare quanto mi assomigliavo a mio padre, e che se lui fosse con noi si sarebbe fatto carico di tutto, io veramente non ci credevo proprio, ma avevo cominciato a notare la sua bellezza,
Già adolescente i miei compagni a scuola mi prendevano in giro perché mamma era molto bella e loro guardavano le sue forme perfette, e c’erano dei commenti che mi facevano incazzare parecchio, più di una volta mi son preso a cazzotti proprio per questo.
Le sere di un adolescente con gli ormoni a mille, scoprii la masturbazione, ma non mi chiamavano l’attenzione le mie compagne a scuola, ma la conturbante figura della mia contornante e snella mamma.
Lei abituata a non nascondermi niente, mi faceva intravedere inconsciamente le sue carni, che per me stavano diventando fonte di fantasie erotiche, vederla la sera in cucina solo con una camicetta che copriva a malapena le sue mutandine, oppure uscire dalla doccia avvolta in un asciugamano che quasi non copriva la sua pelosa fessura, qualche volta mi chiamava quando lei era sotto la doccia nuda per farsi portare qualcosa che aveva dimenticato e io vedevo le sue tette sode attraverso il vetro fumé della doccia.
Mia madre mi faceva impazzire, lei se n’era accorta ma l’ho aveva preso come una cosa divertita, lei non s’incazzava quando io guardavo le sue gambe, oppure lei stessa quando comperava qualche abito nuovo, modellava per me e mi chiedeva il parere come uomo. Certamente io gli facevo dei complimenti e mi sforzavo a trovare le parole giuste, perché più di una volta avrei voluto dire … sei una bella scopata mamma!
A quindici anni, non sapendo più cosa fare, perché in fondo in fondo la volvevo scopare, una serata mi son fatto acchiappare mentre mi masturbavo in bagno, lei entro e sbozzo una risata, ma i suoi occhi erano fissi nel mio uccello, non se ne andò, e nemmeno mi rimproverò, s’avvicinò e si sedette sulla vasca.
Perché fai questo? … non hai una ragazza? … lei mi chiedeva, io col cazzo in mano, molto eccitato, non avevo vergogna che lei mi guardasse, anzi mi eccitava il suo sguardo dolce e maternale, il suo interesse ad aiutare me, suo figlio a superare questa fase adolescenziale, ad accompagnarmi e starmi vicino in questa strada di crescita sessuale.
Mise una mano sulla mia, la mano che afferrava la nerchia, incominciò a muoverla su e giù … ti piace così? … io la guardavo e vedevo la sua scollatura e la fenditura in mezzo alle sue tette … lei se ne accorse … ti piacciono le mie tette? … non c’era bisogno di rispondere alle sue domande … lei sapeva di essere una bella donna, il mio sguardo lascivo era sufficiente come risposta … le vuoi toccare? … si aprì la camicetta e il suo reggiseno bianco che conteneva le rotondità magnifiche di mamma, fece vedere le sue tette che sognavo assiduamente … quasi in un movimento di moviola, mamma slacciò il suo reggipetto, i suoi seni precipitarono in avanti possentemente.
Mio dio! è bellissima, il mio sguardo affascinato alle sue tette, ero estasiato ante le sue incantevoli forme, la sua carineria nei miei confronti, volendo darmi tutto lei era lì per me.
Ho preso un suo capezzolo in mano, il mio cazzo è cresciuto ulteriormente ed è diventato più duro ancora … lei ha sentito le pulsazioni del mio membro … accompagnò la mia mano sul suo altro capezzolo, adesso avevo le due mani sulle tette di mamma … lei con entrambi le mani, afferrava il mio cazzo con energia ma allo stesso tempo con tenerezza, si mise in ginocchio per leccare la cappocchia luccicante e le gocce perlate che uscivano dal piccolo taglio su di essa, mi madre mi succhiava la minchia guardandomi direttamente negli occhi.
Neanche nei miei sogni più umidi, immaginai mamma facendomi un pompino da pro, il suo sguardo però era diverso, s’era svegliata la femmina in lei e adesso io ero il suo amante. Ero il suo regalo, come se avesse aspettato questo momento, era eccitata come donna … mi fece alzare … mi aiutò a togliermi i calzoni e ce ne siamo andati in camera da letto.
Ci siamo baciati in modo carnale, il mio cazzo poggiato sulla sua gonna, lei spingeva il suo inguine contro, strofinava il mio arnese contro il suo pancino, dall’inizio il suo seno è turgido, il suo corpo emana calore, mi sto godendo il corpo di mamma che si scatena in mille forme, mi tocca il cazzo, intreccia i miei capelli, mi bacia appassionatamente, mete la sua lingua dentro mi bocca, mi stringe schiacciando le sue tette contro mio petto.
Siamo caduti sul suo letto, mi chino a baciare i suoi capezzoli, stuzzicandoli con la mia lingua, succhio la sua piccola areola marrone, lei schiaccia il mio viso sulle tette, mamma sta ansimando e gemendo, accarezzo le sue costole e i lati dei suoi seni, oh! mio dio! … come si sente bello!
A mano a mano che ci rotoliamo sul letto finisco per spogliare mia madre, lei tolsi da me la mia maglietta … siamo nudi coi nostri corpi interlacciati, non finiamo mai di baciarci, baci da amanti, lei ha fame di me ed io mi voglio mangiare a lei.
Quando lei sentì il mio respiro vicino alle sue cosce, il suo corpo tremò la sua bocca si aprii e si morse sue labbra, i suoi gemiti aumentarono quando la mia lingua sfiorò la fenditura tra le cosce, lei alzò il bacino e le sue grandi labbra emersero spontaneamente, incomincia a scavare con la mia lingua il tesoro nascosto, urletti vari mentre sfioravo il suo bottoncino, piegando le gambe lei separò le cosce mettendo ante miei occhi la sua micetta pelosa e bagnata in anticipo.
Era il mio regalo, davanti a me c’era la figa di mia madre, anche con le sue gambe spalancate le sue labbra si tenevano chiuse, come se fosse ancora una vergine, per me senz’altro lo era, dopo tanti anni quel buco s’è chiuso diventando strettissimo, ho violentato quella chiusura con la mia lingua, poi con entrambi le mani ho aperto la sua micetta e ho attaccato direttamente quel piccolissimo cazzo che sporgeva rosaceo, luccicante ed umido … lei sbatteva la testa da lato a lato e gridava il mio nome … ssiii! Antonio ssiii!
Antonio era il nome di mio padre, per un attimo pensai che lei chiamasse lui, forse ancora innamorata dall’uomo che la mise incinta, non volendo rovinare il momento, mi concentrai a mangiare, leccare e succhiare il nettare maternale, era una cosa divina, le sue cosce lunghe e lisce che si muovevano senza controllo, lei che prendeva il mio viso e scopava la mia bocca, la tremarella del suo ventre.
Mamma pendeva dalla mia bocca, il suo essere per intero aggrappava la mia testa e manteneva un contatto stretto con la sua figa, io stavo devorando la sua carne rosacea, cercavo di annusare la sua essenza e trattenere il suo profumo dentro i miei polmoni, strofinavo col naso il suo cespuglio morbido … mamma quasi in un sussurro inaudibile disse … scopami Antonio … scopami ti prego.
Avevo quasi una ventina di centimetri da seppellire nella micetta di mamma, forse questi ultimi eventi lo avevano fatto crescere un altro paio di centimetri, era tanto gonfio che quasi mi faceva male.
Mamma ancora con le sue gambe allargate, mi tiro su baciando le mie labbra ed assaporando la pozione magica della sua vulva stregata, lei sentiva la punta del mio cazzo poggiato su quelle labbra gonfie e desiderosi, ho spinto in avanti e la chiusura si aprì magicamente, lei incurvò la sua schiena emettendo un lungo gemito e sospirando forte … oh! Antonio … quanto mi sei mancato.
Adesso non c’erano dubbi, lei mi prendeva a me, suo figlio, mentre nella sua testa era mio padre che stantuffava la sua gnocca, non avevo nessun senso di gelosia, ero dentro mia madre fino ai coglioni, godevo la sua femminilità, lei godeva il mio cazzo lungo e duro.
Spinsi profondamente la mia nerchia, i suoi sospiri tramutarono in gemiti che poi si trasformarono in grugniti dolci quasi impercettibili, mamma respirava con la sua bocca aperta, guardavo il suo bel viso rialzato di libidine e lussuria, lei sentì il mio sguardo lascivo, aprì gli occhi ed il suo sguardo era quasi osceno, le sue labbra semi aperte e la punta della sua lingua fuori dalla sua bocca carnosa, un brivido percorse la mia spina facendo inarcare la mia schiena, mio cazzo sprofondò nel suo abisso tiepido e sensuale, sempre più forte e veloce.
Le sue tette dure e i suoi capezzoli ancora più duri strofinavano contro il mio petto adolescente, senza togliere il cazzo dalla sua figa, l’ho alzata, ho meso un cuscino sotto le sue natiche e poi l’ho fatta sdraiare, prendevo il suo girovita e a volte le sue cosce e la scopavo con forza, mamma si raddrizzò una volta per guardare il mio cazzo che usciva ed entrava dalla sua micetta senza sosta, solo per un attimo mi guardò e i suoi occhi diventarono bianchi, poi la sua testa cadette all’indietro, lei coprì il suo viso con un cuscino mentre si contorceva in un orgasmo pauroso.
Ho fatto godere mamma col mio cazzo giovane ed inesperto, ma io non avevi finito ancora, continuavo a penetrare mamma con tutta la mia lunghezza, lei per un momento ha lottato tentando di scappare, ma in singhiozzi e gemiti e piccoli sussurri ha lasciato che la scopasse a lungo, ma la sua micetta spremeva il mio cazzo e dopo qualche colpo profondo, ho scaricato una tonnellata di sborra nella micetta di mamma, lei sentendo i primi getti mi tiro su di se stringendomi molto forte, siamo rimasti così i nostri corpi si muovevano all’unisono, cercando di estrarre fino all’ultima sensazione di piacere.
Mamma aveva ancora il suo viso sotto il cuscino, io rotolai a fianco a lei, facendo scivolare il mio cazzo, ancora semi eretto, fuori dalla sua passerina, facendole strappare un ultimo gemito, lei chiuse le sue cosce, io guardavo il suo ventre luccicante di sudore, le sue tette arrossite e bagnate in sudore, suoi capezzoli puntando in alto, il suo seno saliva e scendeva con suo respiro ancora faticoso.
Mamma si sedette sul letto e con la sua mano accarezzò i miei coglioni, e strofinò il mio cazzo contro il mio ventre … è stato bello, non è vero? … io annuii con la testa … figlio, non ti voglio più vedere che ti fai una sega … non hai bisogno … io e te abbiamo la soluzione … se a te piacque, io quasi mi sembrava di morire nelle tue braccia … sei diventato grande … sei come tuo padre ... ma non mi lasciare mai … capito?
Oh! mamma, non potrei mai lasciarti, nemmeno adesso, io sognai questo momento molte volte, ma non mi aspettavo fosse così bello, se non ti dispiace vorrei che lo facessimo ancora … ma tu mi vuoi proprio uccidere figlio mio? … va bene, ma almeno facciamoci prima una bella tazzina di caffè … ti pare?
Adesso ho 22anni e faccio l’amore a mamma quasi tutti i giorni, lei contenta ed io felicissimo. Uniti più che mai.
Mamma, allarga di più le gambe, apro le sue grandi labbra per guardarci dentro, la sua pelle rosacea mi eccita, luccica tutta bagnata, lecco quel delizioso buco, strappo gemiti e urletti da lei, le sue mani aggrappano i miei capelli, spoglio con la mia lingua il suo clitoride turgido, lecco freneticamente quel suo bottoncino di carne, lascivamente guardo il suo viso, vedo la lussuria che sfigura la sua bocca socchiusa, la sua lingua inumidisce le sue labbra, geme e scuote la testa all’indietro, la sto facendo venire.
Le sue cosce si chiudono sulle mie guance, i tremolii incominciano una serie di sussulti violenti, lei grida, fa dei suoni e grugniti, e una femmina in calore che sfoga il suo piacere, cerco di sfondare la mia lingua dentro la sua figa, è un canale stretto, adesso cerca di scappare, è travolta dalla lussuria e ha un senso di paura, è in paradiso, il suo orgasmo se moltiplica, è sopraffatta dalle sue sensazioni, poi sfinita, si arrende alle mie carezze.
Guardo mia madre che giace ancora con gli occhi chiusi, è inerte ed io posso ammirare la sua bellezza ancora una volta, poggio mia mano sul suo seno, quel seno che un giorno mi allattò, ora sono fonte di piacere, senza sapere come mi trovo un capezzolo in bocca, succhio, sento come s’indurisce, mamma geme, e con la sua mano tira la mia faccia stringendo il suo seno alle mie labbra, come un istinto materno ancestrale.
Non posso non notare quei magnifici fianchi, le sue cosce lunghe e contornate, il triangolino peloso, si vedono solo i soffici peli, la sua fessura è nascosta come un tesoro, poggio la mano proprio in mezzo alle sue cosce, voglio palpare mia madre, voglio aprire quella morbida carne rosa, mi attira in modo incredibile, sono nato da lì e come se volessi tornare a rientrare.
Mi raddrizzo un po’, e succhio suoi capezzoli, le mie mani scivolano sul suo corpo, lei mi bacia l’orecchio, il collo, il viso, ripetutamente, io la bacio sulla bocca e lei risponde con passione facendo scivolare la sua lingua e cominciando una danza insieme alla mia lingua.
Mamma respira a bocca aperta, tirandomi su di lei, spingo il mio cazzo nella stretta e calda micetta materna, lei è così bagnata che vado dentro con certa facilità, mi muovo velocemente, mi piace scopare la mia splendida mamma, dopo una decina di minuti lei mi sente ansimare più forte, sussurra nel mio orecchio … non venire dentro, ti voglio sulle mie tette … ti voglio succhiare.
Voglio la sua fica, mi piace muovermi dentro, godermi la sua carezza vellutata ed umida che avvolge il mio cazzo. Tiro fuori e mi sposto verso su, lei mi offre le sue tette prendendole con le sue mani, poi mi tira verso la sua bocca e ingoia la mia nerchia fino alle palle, lei succhia forte e mi morde delicatamente, non finisco mai di schizzare, mamma lecca il mio cazzo mentre mi guarda con adorazione, mi sorride col membro sulle labbra poi apre la bocca e mi succhia ancora un po’.
Io e mia madre, siamo sempre vissuti da soli, mio padre uno straniero, tornò nel suo paese e lei non ha mai saputo di lui. Trascorsero gli anni e mamma mai più tornò ad avere un altro uomo, mi ha fatto crescere senza che mi mancassi niente, credo che lei fosse ancora innamorata di mio padre.
Da bambino lei si prendeva cura di me, mi faceva il bagno tutti i giorni, di estate ci facevamo la doccia insieme, io sempre ammiravo la sua bellezza, e mi sembrava naturale vederla nuda.
Mamma diceva che io ero l’uomo di casa e che la dovevo difendere, anche faceva notare quanto mi assomigliavo a mio padre, e che se lui fosse con noi si sarebbe fatto carico di tutto, io veramente non ci credevo proprio, ma avevo cominciato a notare la sua bellezza,
Già adolescente i miei compagni a scuola mi prendevano in giro perché mamma era molto bella e loro guardavano le sue forme perfette, e c’erano dei commenti che mi facevano incazzare parecchio, più di una volta mi son preso a cazzotti proprio per questo.
Le sere di un adolescente con gli ormoni a mille, scoprii la masturbazione, ma non mi chiamavano l’attenzione le mie compagne a scuola, ma la conturbante figura della mia contornante e snella mamma.
Lei abituata a non nascondermi niente, mi faceva intravedere inconsciamente le sue carni, che per me stavano diventando fonte di fantasie erotiche, vederla la sera in cucina solo con una camicetta che copriva a malapena le sue mutandine, oppure uscire dalla doccia avvolta in un asciugamano che quasi non copriva la sua pelosa fessura, qualche volta mi chiamava quando lei era sotto la doccia nuda per farsi portare qualcosa che aveva dimenticato e io vedevo le sue tette sode attraverso il vetro fumé della doccia.
Mia madre mi faceva impazzire, lei se n’era accorta ma l’ho aveva preso come una cosa divertita, lei non s’incazzava quando io guardavo le sue gambe, oppure lei stessa quando comperava qualche abito nuovo, modellava per me e mi chiedeva il parere come uomo. Certamente io gli facevo dei complimenti e mi sforzavo a trovare le parole giuste, perché più di una volta avrei voluto dire … sei una bella scopata mamma!
A quindici anni, non sapendo più cosa fare, perché in fondo in fondo la volvevo scopare, una serata mi son fatto acchiappare mentre mi masturbavo in bagno, lei entro e sbozzo una risata, ma i suoi occhi erano fissi nel mio uccello, non se ne andò, e nemmeno mi rimproverò, s’avvicinò e si sedette sulla vasca.
Perché fai questo? … non hai una ragazza? … lei mi chiedeva, io col cazzo in mano, molto eccitato, non avevo vergogna che lei mi guardasse, anzi mi eccitava il suo sguardo dolce e maternale, il suo interesse ad aiutare me, suo figlio a superare questa fase adolescenziale, ad accompagnarmi e starmi vicino in questa strada di crescita sessuale.
Mise una mano sulla mia, la mano che afferrava la nerchia, incominciò a muoverla su e giù … ti piace così? … io la guardavo e vedevo la sua scollatura e la fenditura in mezzo alle sue tette … lei se ne accorse … ti piacciono le mie tette? … non c’era bisogno di rispondere alle sue domande … lei sapeva di essere una bella donna, il mio sguardo lascivo era sufficiente come risposta … le vuoi toccare? … si aprì la camicetta e il suo reggiseno bianco che conteneva le rotondità magnifiche di mamma, fece vedere le sue tette che sognavo assiduamente … quasi in un movimento di moviola, mamma slacciò il suo reggipetto, i suoi seni precipitarono in avanti possentemente.
Mio dio! è bellissima, il mio sguardo affascinato alle sue tette, ero estasiato ante le sue incantevoli forme, la sua carineria nei miei confronti, volendo darmi tutto lei era lì per me.
Ho preso un suo capezzolo in mano, il mio cazzo è cresciuto ulteriormente ed è diventato più duro ancora … lei ha sentito le pulsazioni del mio membro … accompagnò la mia mano sul suo altro capezzolo, adesso avevo le due mani sulle tette di mamma … lei con entrambi le mani, afferrava il mio cazzo con energia ma allo stesso tempo con tenerezza, si mise in ginocchio per leccare la cappocchia luccicante e le gocce perlate che uscivano dal piccolo taglio su di essa, mi madre mi succhiava la minchia guardandomi direttamente negli occhi.
Neanche nei miei sogni più umidi, immaginai mamma facendomi un pompino da pro, il suo sguardo però era diverso, s’era svegliata la femmina in lei e adesso io ero il suo amante. Ero il suo regalo, come se avesse aspettato questo momento, era eccitata come donna … mi fece alzare … mi aiutò a togliermi i calzoni e ce ne siamo andati in camera da letto.
Ci siamo baciati in modo carnale, il mio cazzo poggiato sulla sua gonna, lei spingeva il suo inguine contro, strofinava il mio arnese contro il suo pancino, dall’inizio il suo seno è turgido, il suo corpo emana calore, mi sto godendo il corpo di mamma che si scatena in mille forme, mi tocca il cazzo, intreccia i miei capelli, mi bacia appassionatamente, mete la sua lingua dentro mi bocca, mi stringe schiacciando le sue tette contro mio petto.
Siamo caduti sul suo letto, mi chino a baciare i suoi capezzoli, stuzzicandoli con la mia lingua, succhio la sua piccola areola marrone, lei schiaccia il mio viso sulle tette, mamma sta ansimando e gemendo, accarezzo le sue costole e i lati dei suoi seni, oh! mio dio! … come si sente bello!
A mano a mano che ci rotoliamo sul letto finisco per spogliare mia madre, lei tolsi da me la mia maglietta … siamo nudi coi nostri corpi interlacciati, non finiamo mai di baciarci, baci da amanti, lei ha fame di me ed io mi voglio mangiare a lei.
Quando lei sentì il mio respiro vicino alle sue cosce, il suo corpo tremò la sua bocca si aprii e si morse sue labbra, i suoi gemiti aumentarono quando la mia lingua sfiorò la fenditura tra le cosce, lei alzò il bacino e le sue grandi labbra emersero spontaneamente, incomincia a scavare con la mia lingua il tesoro nascosto, urletti vari mentre sfioravo il suo bottoncino, piegando le gambe lei separò le cosce mettendo ante miei occhi la sua micetta pelosa e bagnata in anticipo.
Era il mio regalo, davanti a me c’era la figa di mia madre, anche con le sue gambe spalancate le sue labbra si tenevano chiuse, come se fosse ancora una vergine, per me senz’altro lo era, dopo tanti anni quel buco s’è chiuso diventando strettissimo, ho violentato quella chiusura con la mia lingua, poi con entrambi le mani ho aperto la sua micetta e ho attaccato direttamente quel piccolissimo cazzo che sporgeva rosaceo, luccicante ed umido … lei sbatteva la testa da lato a lato e gridava il mio nome … ssiii! Antonio ssiii!
Antonio era il nome di mio padre, per un attimo pensai che lei chiamasse lui, forse ancora innamorata dall’uomo che la mise incinta, non volendo rovinare il momento, mi concentrai a mangiare, leccare e succhiare il nettare maternale, era una cosa divina, le sue cosce lunghe e lisce che si muovevano senza controllo, lei che prendeva il mio viso e scopava la mia bocca, la tremarella del suo ventre.
Mamma pendeva dalla mia bocca, il suo essere per intero aggrappava la mia testa e manteneva un contatto stretto con la sua figa, io stavo devorando la sua carne rosacea, cercavo di annusare la sua essenza e trattenere il suo profumo dentro i miei polmoni, strofinavo col naso il suo cespuglio morbido … mamma quasi in un sussurro inaudibile disse … scopami Antonio … scopami ti prego.
Avevo quasi una ventina di centimetri da seppellire nella micetta di mamma, forse questi ultimi eventi lo avevano fatto crescere un altro paio di centimetri, era tanto gonfio che quasi mi faceva male.
Mamma ancora con le sue gambe allargate, mi tiro su baciando le mie labbra ed assaporando la pozione magica della sua vulva stregata, lei sentiva la punta del mio cazzo poggiato su quelle labbra gonfie e desiderosi, ho spinto in avanti e la chiusura si aprì magicamente, lei incurvò la sua schiena emettendo un lungo gemito e sospirando forte … oh! Antonio … quanto mi sei mancato.
Adesso non c’erano dubbi, lei mi prendeva a me, suo figlio, mentre nella sua testa era mio padre che stantuffava la sua gnocca, non avevo nessun senso di gelosia, ero dentro mia madre fino ai coglioni, godevo la sua femminilità, lei godeva il mio cazzo lungo e duro.
Spinsi profondamente la mia nerchia, i suoi sospiri tramutarono in gemiti che poi si trasformarono in grugniti dolci quasi impercettibili, mamma respirava con la sua bocca aperta, guardavo il suo bel viso rialzato di libidine e lussuria, lei sentì il mio sguardo lascivo, aprì gli occhi ed il suo sguardo era quasi osceno, le sue labbra semi aperte e la punta della sua lingua fuori dalla sua bocca carnosa, un brivido percorse la mia spina facendo inarcare la mia schiena, mio cazzo sprofondò nel suo abisso tiepido e sensuale, sempre più forte e veloce.
Le sue tette dure e i suoi capezzoli ancora più duri strofinavano contro il mio petto adolescente, senza togliere il cazzo dalla sua figa, l’ho alzata, ho meso un cuscino sotto le sue natiche e poi l’ho fatta sdraiare, prendevo il suo girovita e a volte le sue cosce e la scopavo con forza, mamma si raddrizzò una volta per guardare il mio cazzo che usciva ed entrava dalla sua micetta senza sosta, solo per un attimo mi guardò e i suoi occhi diventarono bianchi, poi la sua testa cadette all’indietro, lei coprì il suo viso con un cuscino mentre si contorceva in un orgasmo pauroso.
Ho fatto godere mamma col mio cazzo giovane ed inesperto, ma io non avevi finito ancora, continuavo a penetrare mamma con tutta la mia lunghezza, lei per un momento ha lottato tentando di scappare, ma in singhiozzi e gemiti e piccoli sussurri ha lasciato che la scopasse a lungo, ma la sua micetta spremeva il mio cazzo e dopo qualche colpo profondo, ho scaricato una tonnellata di sborra nella micetta di mamma, lei sentendo i primi getti mi tiro su di se stringendomi molto forte, siamo rimasti così i nostri corpi si muovevano all’unisono, cercando di estrarre fino all’ultima sensazione di piacere.
Mamma aveva ancora il suo viso sotto il cuscino, io rotolai a fianco a lei, facendo scivolare il mio cazzo, ancora semi eretto, fuori dalla sua passerina, facendole strappare un ultimo gemito, lei chiuse le sue cosce, io guardavo il suo ventre luccicante di sudore, le sue tette arrossite e bagnate in sudore, suoi capezzoli puntando in alto, il suo seno saliva e scendeva con suo respiro ancora faticoso.
Mamma si sedette sul letto e con la sua mano accarezzò i miei coglioni, e strofinò il mio cazzo contro il mio ventre … è stato bello, non è vero? … io annuii con la testa … figlio, non ti voglio più vedere che ti fai una sega … non hai bisogno … io e te abbiamo la soluzione … se a te piacque, io quasi mi sembrava di morire nelle tue braccia … sei diventato grande … sei come tuo padre ... ma non mi lasciare mai … capito?
Oh! mamma, non potrei mai lasciarti, nemmeno adesso, io sognai questo momento molte volte, ma non mi aspettavo fosse così bello, se non ti dispiace vorrei che lo facessimo ancora … ma tu mi vuoi proprio uccidere figlio mio? … va bene, ma almeno facciamoci prima una bella tazzina di caffè … ti pare?
Adesso ho 22anni e faccio l’amore a mamma quasi tutti i giorni, lei contenta ed io felicissimo. Uniti più che mai.
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