Quando conobbi la mia suocera coreana
Scritto da Lizbeth Gea, il 2020-07-26, genere incesti
Ebbene si lo confesso, ho fatto sesso con mia suocera e sapete che vi dico, non mi pento per nulla. Lo so è una cosa orrenda, ma ormai non si torna più indietro. Se avrete pazienza vi racconterò la mia tragedia in tre anni.
Atto 1°
Ero sposato ormai da un anno con So-yon, gentile e piccola ragazza coreano, conosciuta al mio corso di matematica. Io ero il professore. Ci conoscevamo da ormai tre anni e non avevo ancora incontrato sua madre. Suo padre era morto molti anni fa e sua madre viveva ancora a Gyeongju, una sconosciuta, almeno per me, città coreana. Arrivò il 23 giugno 2012, il giorno in cui conobbi Ji-eun, mia suocera.
Fu attrazione fisica dal primo momento. Aveva 55 anni ma, a quanto pare, la leggenda che le asiatiche non invecchiano mai, era vera. Taglio sbarazzino, una quarta o quinta di seno, tutto il contrario di mia moglie, snella e un sorriso radioso. L'istinto mi urlava scopatela, la mente mi faceva ragionare.
La prima settimana scorse noiosamente. La signora era educata e spesso se ne stava in disparte, anche perché il suo italiano era scolaresco. Quando un giorno sentii dei lenti respiri provenire dalla sua stanza e la cosa mi incuriosì. Mi avvicinai, senza farmi sentire e rimasi scioccato. Vidi quella donna che si masturbava sul letto. Aveva una camicetta aperta, da dove si intravedeva il suo seno e la sua mano scorreva lentamente in mezzo alla sue gambe. Inutile dire che mi eccitai subito e il mio pene si indurì dentro i pantaloni. Le sue dita scorrevano sul suo clito, chissà a cosa pensava. Infilai la mano dentro le mie mutande e afferrai il mio cazzo pulsante in mano, ma tutto quello svani quando sentii mia moglie che mi cercava. Distolsi lo sguardo, aspettai, con molta difficoltà, che il mio pene si calmasse e andai da lei. La sera stessa scopai mia moglie come non facevo da anni.
Atto 2°
Da quella magnifica visione era passata una settimana, e ancora ci fantasticavo, solo quello potevo fare. Mia moglie era sicuramente più bella, ma decisamente più educanda. Del resto l'amavo anche per quello. Me ne stavo da solo nel mio ufficietto, preparavo il programma scolastico per l'anno avvenire, quando sentii bussare alla porta.
Era mia suocera, che mi portava del Samgyeopsal, un piatto tipico coreano, in pratica pancetta fritta.
“Tu avere fame, immagino”
Le risposi cordialmente di si. Lei si sedette sulla mia scrivania e la gonna si alzò. Fui incantato dalla sue gambe toniche, che subito il pene si indurì. Essendo in pantaloncini, era estate, la mia erezione era alquanto evidente. Lei se ne accorse e rise.
“Tu avere visto me, vero?” - Girai la testa, evitando il suo sguardo, poi mi scioccò - “io ora voglio vedere te” - Mi accarezzò il pacco con il suo piede destro. Ero così eccitato, che la mia cappella usci di sua spontanea volontà e lei ci passo sopra l'alluce.
“Masturbati” - me lo disse con tale autorità, che mi abbassai gli short e iniziai a toccarmi.
Si sbottonò la camicetta, facendo uscire il suo seno, se lo accarezzò. Passava delicatamente i suoi piedi sul mio pene. L'eccitazione sostituì l'imbarazzo e in quell'attimo mi dimenticai di mia moglie.
In quel momento sperai in un bel pompino ma nulla. All'improvviso, si ricompose e se ne andò, lasciandomi da solo come un fesso. Ovviamente ultimai la sega, sporcando tutto il pavimento con il mio seme.
Atto 3°
Alla fine successe. Io e mia moglie andammo per le ferie in Sardegna, e ovviamente la suocera ci accompagnò, a quanto pare non aveva il minimo interesse di tornare in patria. Affittammo, a caro prezzo , una villetta in riva al mare. Io adoro la tranquillità.
Come posso raccontare gli avvenimenti di quel giorno. Forse meglio che sia schietto e sincero.
Stavamo tranquillamente prendendo il sole in giardino, quando, con mia grande sorpresa, le due pazze decisero di prendere il sole nude integrali. Vidi quattro tette al vento, cercai di gustarmi lo spettacolo, ma dentro di me ero al quanto confuso e imbarazzato. Avrei desiderato e sognato di poter leccare quel seno maturo. Mia moglie spariva al confronto con sua madre. Potete solo immaginare cosa mi successe guardando quella scena, poi quando la suocera accarezzo delicatamente la schiena di sua figlia, impazzi e decisi di rientrare per riposare sul letto e cosi feci.
Dissi che ero stanco, che avevo preso troppo sole e tornai in camera, mi spogliai completamente perché il cazzo mi faceva male e mi sdraiai chiudendo gli occhi e mi addormentai.
Sognai mia suocera che mi accarezzava delicatamente l'uccello, sentivo scorrere le sue dita lungo la mia asta e sentii una voce dirmi - “So è andata a fare la spesa”. Riaprii gli occhi e mi accorsi che era tutto vero. Mia suocera era seduta accanto a me e stava scorrendo le sue dita affusolate sul mio cazzo.
Come reagii. Cercai di nascondermi sotto le coperte, ma lei me lo afferrò con decisione e non volle sapere ragione. Iniziò una sega celestiale. Mi accarezzò lentamente l'asta con le dita, sollecitò il prepuzio con il pollice. Sentivo i brividi scorrermi sulla pelle.
“Ferma potrebbe tornare” - Sembrava che non mi sentisse.
Diede una leccata alla cappella, ma cosa cazzo stava succedendo. Non era possibile. La sua lingua scivolava lentamente sul mio pene, poi mi morse le palle.
Con la punta degli occhi vidi l'intimo di mia moglie per terra, mi ridestai - “Signora dobbiamo smettere”. Lei si alzò, forse aveva capito. Raccolse l'intimo di sua figlia, e uscì dalla porta.
Presi a sberle il mio cazzo, maledetto. Implorai che tornasse moscio. La cosa era impossibile, mi tornava in mente la figura della suocera, Le sue tette dondolanti, per fortuna se ne era andata. Come mi sbagliai.
Tornò da li a pochi minuti, con indosso l'intimo di pizzo di mia moglie, gli stava strettissimo, e con un olio in mano.
“Ti piaccio così?” - Coprii il mio cazzo con le mie mani. Lei si risedette accanto a me, apri il flacone di olio e me lo spalmò sul petto, mi baciò in bocca. Si riempì le mani con il lubrificante e mi accarezzò le braccia, sentivo il suo petto premere sul mio. La sua lingua si insinuò dentro la mia bocca. Il mio cazzo sfiorava la sua pancia, lo sentii strusciarsi su i suoi addominali. Con l'olio che gli era rimasto sulle mani, passò le sue delicate dita sul mio pene scappellato.
Mi infilò due dita nel culo e mi leccò la cappella. La situazione era estasiante. Si tolse il reggiseno, mi chiesi perché l'avesse indossato, si accarezzò le tette, divennero tutte unte, rischiai di schizzare. Avvicinò il suo corpo al mio e si infilo il mio cazzo tra il suo petto, lo strinse e sentivo intorno a me le sue pareti mammarie.
La vidi allungare la sua mano destra verso il basso, e infilarla dentro a quelle striminzite mutandine.
Mi leccò il petto, poi mi disse - “Siediti”. Ero in bambola e obbedii. Appoggiai la mia schiena al muro, e la guardai con il pisello in mano, lei gattonò sul letto e appoggio la sua schiena sul mio petto. Notai per la prima volta il tatuaggio che aveva sulla schiena, d'istinto lo leccai. Sentivo il mio cazzo appoggiarsi sul suo sedere. Si muoveva lentamente, lo sentivo sfregarsi, vedevo quel seno meraviglio e gli lo afferrai, ormai mi aveva conquistato. Anche se la porta aperta mi agitava.
Mentre le accarezzavo le tette, lei piegò all'indietro la mano destra e mi prese il cazzo. Spinsi la testa all'indietro. Sentii distintamente la parola vagina. Quindi passai dalla sue tette alla sua passera e l'accarezzai.
Le infilai le dita dentro, la masturbai, cercai di farle raggiungere l'orgasmo, in modo che quel momento imbarazzante finisse. Pensai anche, erroneamente, che se non l'avessi penetrata sarebbe stato meno grave.
Sentivo, tramite le mie dita, la sua figa umidificarsi. Si sollevò appoggiando le mani sul letto, si scostò il telo delle mutandine e le sue labbra inferiori sfiorarono la mia cappella. Stava per succedere.
Il suo corpo scese delicatamente verso di me. Sentii il suo sesso dischiudersi. Ormai era fatta. Il mio corpo scivolò verso il basso, e lei si appoggiò a me e si gustò il mio cazzo. Sentivo le mutandine in contatto con la mia asta. Non mi ero mai sentito così. Le sue tette ballavano a ritmo. Si girò e mi infilò la lingua in gola. La stavo scopando ufficialmente Il mio cazzo uscì improvvisamente, probabilmente per la posizione complicata, ma lei se lo rimise dentro immediatamente. La sentii sussurrare - “naneun 3 nyeon dong-an gangta danghaji anh-assda” - ovviamente non capii.
Ansimava, gemeva in modo acuto. Cercai di ricordagli di sua figlia. Non mi diede retta, anzi, mi afferrò le palle con la mano e me le strinse, ma che razza di troia era.
Si alzò in piedi, il mio cazzo uscì da lei come se fosse una frusta. Si girò, appoggiò le mani al muro dietro al letto e appoggiò la sua passera arrapata alla mia bocca. La leccai, insinuai la mia lingua dentro di lei e gli afferrai il culo con le mie mani.
I suoi umori scorrevano lungo le sue gambe e cadevano in modo copioso sul mio petto. Mi dimenticai completamente di essere sposato, per di più stavo leccando il buco da dove uscì la mia compagna. A quel pensiero il mio pene ebbe un sussulto.
Le sue mani crollarono grazie all'utilizzo della mia lingua, e le sue tette si schiacciarono contro il muro. Mi gustavo quella vista da sotto. Per completare quella scena, si masturbò il clito.
Le sue ginocchia si piegarono, il suo corpo scivolò sul mio, il suo seno raggiunse la mia bocca lo morsi. La sua figa bagnata raggiunse ancora una volta il mio cazzo e ci rientrai con facilità. Il suo corpo si piegò all'indietro. Con la schiena così inarcata il suo seno diventò di marmo, lo accarezzai.
Stava ballando letteralmente sul mio pene, lo sentivo sbattere su ogni parete vaginale. Dopo tanti anni capii cosa fosse il sesso passionale.
Con un enorme sforzo addominale, si abbandono ancora al mio corpo e mi abbracciò. Aveva indosso ancora le mutandine di sua figlia. Ora capivo il loro scopo. Le sue tette sobbalzavano sul mio petto, Il mio pene raggiungeva il fondo del suo cavo e poi riusciva. Ero in paradiso.
Le infilai il dito nel culo, gli lo allargai, lei avvicinando la sua bocca al mio orecchio e mi sussurrò -”dopo voglio cazzo” - Pensai di aver capito, ma non ne fui sicuro.
Improvvisamente si alzò di nuovo in piedi, mi masturbò davanti alla mia faccia e mi inondò del suo orgasmo. Mi domandai “era finita cosi”, non so perché, mi sentii deluso.
Si accarezzò il petto, il suo respiro tornò normale, mi fissò. Mi afferrò il cazzo, ma non mi segò. Anzi mi diete pure delle sberle sull'asta dura.
Si girò, si inginocchiò, si piego leggermente, poi aprendosi le chiappa con le mani, mi fece capire cosa volesse, o cosa mi volesse regalare.
Ovviamente non mi feci pregare, gli leccai l'ano un attimo, e poi la sodomizzai. Ricordo ancora quanto fosse stretta, ricordo ancora come i miei sensi si espansero.
La sollevai lentamente, le afferrai le tette, e la sbattei, anzi la impalai, con la finestra aperta, mentre si faceva sera e gli venni dentro.
Ero esausto, sfinito, estasiato e senza sensi di colpa. Almeno fino a che non sentii un rumore provenire dalla finestra. Vidi mia moglie imbarazzata e incazzata. Il rumore erano le borse della spesa che si erano sfracellate sulle roccia. Ora penserete che si uni a noi, ora penserete che ci perdonò, ma questo non è un film porno. Senza pensarci due volte e senza parlare, fece le valigie e tornò in città. Dove cambiò immediatamente tutte le serrature. Lo scandalo si diffuse immediatamente tra i nostri amici e finimmo pure sul giornale.
Ma forse non ci crederete, me ne fregai. Rimasi in vacanza con mia suocera e dopo un periodo passato tra hotel e casa dei miei, affittammo una casa in centro, dove abitiamo ancora adesso. Sono stato stronzo si, ma non me ne pento e non me ne pentirò mai. Con Ji-eun trovai quello che volevo da anni. A si c'è un cosa che mi pento, la madre non parla più con sua figlia da mesi e li mi sento una carogna, ma ogni volta che mi succhia il cazzo e scopiamo, tutto sparisce e mi sento in paradiso.
Atto 1°
Ero sposato ormai da un anno con So-yon, gentile e piccola ragazza coreano, conosciuta al mio corso di matematica. Io ero il professore. Ci conoscevamo da ormai tre anni e non avevo ancora incontrato sua madre. Suo padre era morto molti anni fa e sua madre viveva ancora a Gyeongju, una sconosciuta, almeno per me, città coreana. Arrivò il 23 giugno 2012, il giorno in cui conobbi Ji-eun, mia suocera.
Fu attrazione fisica dal primo momento. Aveva 55 anni ma, a quanto pare, la leggenda che le asiatiche non invecchiano mai, era vera. Taglio sbarazzino, una quarta o quinta di seno, tutto il contrario di mia moglie, snella e un sorriso radioso. L'istinto mi urlava scopatela, la mente mi faceva ragionare.
La prima settimana scorse noiosamente. La signora era educata e spesso se ne stava in disparte, anche perché il suo italiano era scolaresco. Quando un giorno sentii dei lenti respiri provenire dalla sua stanza e la cosa mi incuriosì. Mi avvicinai, senza farmi sentire e rimasi scioccato. Vidi quella donna che si masturbava sul letto. Aveva una camicetta aperta, da dove si intravedeva il suo seno e la sua mano scorreva lentamente in mezzo alla sue gambe. Inutile dire che mi eccitai subito e il mio pene si indurì dentro i pantaloni. Le sue dita scorrevano sul suo clito, chissà a cosa pensava. Infilai la mano dentro le mie mutande e afferrai il mio cazzo pulsante in mano, ma tutto quello svani quando sentii mia moglie che mi cercava. Distolsi lo sguardo, aspettai, con molta difficoltà, che il mio pene si calmasse e andai da lei. La sera stessa scopai mia moglie come non facevo da anni.
Atto 2°
Da quella magnifica visione era passata una settimana, e ancora ci fantasticavo, solo quello potevo fare. Mia moglie era sicuramente più bella, ma decisamente più educanda. Del resto l'amavo anche per quello. Me ne stavo da solo nel mio ufficietto, preparavo il programma scolastico per l'anno avvenire, quando sentii bussare alla porta.
Era mia suocera, che mi portava del Samgyeopsal, un piatto tipico coreano, in pratica pancetta fritta.
“Tu avere fame, immagino”
Le risposi cordialmente di si. Lei si sedette sulla mia scrivania e la gonna si alzò. Fui incantato dalla sue gambe toniche, che subito il pene si indurì. Essendo in pantaloncini, era estate, la mia erezione era alquanto evidente. Lei se ne accorse e rise.
“Tu avere visto me, vero?” - Girai la testa, evitando il suo sguardo, poi mi scioccò - “io ora voglio vedere te” - Mi accarezzò il pacco con il suo piede destro. Ero così eccitato, che la mia cappella usci di sua spontanea volontà e lei ci passo sopra l'alluce.
“Masturbati” - me lo disse con tale autorità, che mi abbassai gli short e iniziai a toccarmi.
Si sbottonò la camicetta, facendo uscire il suo seno, se lo accarezzò. Passava delicatamente i suoi piedi sul mio pene. L'eccitazione sostituì l'imbarazzo e in quell'attimo mi dimenticai di mia moglie.
In quel momento sperai in un bel pompino ma nulla. All'improvviso, si ricompose e se ne andò, lasciandomi da solo come un fesso. Ovviamente ultimai la sega, sporcando tutto il pavimento con il mio seme.
Atto 3°
Alla fine successe. Io e mia moglie andammo per le ferie in Sardegna, e ovviamente la suocera ci accompagnò, a quanto pare non aveva il minimo interesse di tornare in patria. Affittammo, a caro prezzo , una villetta in riva al mare. Io adoro la tranquillità.
Come posso raccontare gli avvenimenti di quel giorno. Forse meglio che sia schietto e sincero.
Stavamo tranquillamente prendendo il sole in giardino, quando, con mia grande sorpresa, le due pazze decisero di prendere il sole nude integrali. Vidi quattro tette al vento, cercai di gustarmi lo spettacolo, ma dentro di me ero al quanto confuso e imbarazzato. Avrei desiderato e sognato di poter leccare quel seno maturo. Mia moglie spariva al confronto con sua madre. Potete solo immaginare cosa mi successe guardando quella scena, poi quando la suocera accarezzo delicatamente la schiena di sua figlia, impazzi e decisi di rientrare per riposare sul letto e cosi feci.
Dissi che ero stanco, che avevo preso troppo sole e tornai in camera, mi spogliai completamente perché il cazzo mi faceva male e mi sdraiai chiudendo gli occhi e mi addormentai.
Sognai mia suocera che mi accarezzava delicatamente l'uccello, sentivo scorrere le sue dita lungo la mia asta e sentii una voce dirmi - “So è andata a fare la spesa”. Riaprii gli occhi e mi accorsi che era tutto vero. Mia suocera era seduta accanto a me e stava scorrendo le sue dita affusolate sul mio cazzo.
Come reagii. Cercai di nascondermi sotto le coperte, ma lei me lo afferrò con decisione e non volle sapere ragione. Iniziò una sega celestiale. Mi accarezzò lentamente l'asta con le dita, sollecitò il prepuzio con il pollice. Sentivo i brividi scorrermi sulla pelle.
“Ferma potrebbe tornare” - Sembrava che non mi sentisse.
Diede una leccata alla cappella, ma cosa cazzo stava succedendo. Non era possibile. La sua lingua scivolava lentamente sul mio pene, poi mi morse le palle.
Con la punta degli occhi vidi l'intimo di mia moglie per terra, mi ridestai - “Signora dobbiamo smettere”. Lei si alzò, forse aveva capito. Raccolse l'intimo di sua figlia, e uscì dalla porta.
Presi a sberle il mio cazzo, maledetto. Implorai che tornasse moscio. La cosa era impossibile, mi tornava in mente la figura della suocera, Le sue tette dondolanti, per fortuna se ne era andata. Come mi sbagliai.
Tornò da li a pochi minuti, con indosso l'intimo di pizzo di mia moglie, gli stava strettissimo, e con un olio in mano.
“Ti piaccio così?” - Coprii il mio cazzo con le mie mani. Lei si risedette accanto a me, apri il flacone di olio e me lo spalmò sul petto, mi baciò in bocca. Si riempì le mani con il lubrificante e mi accarezzò le braccia, sentivo il suo petto premere sul mio. La sua lingua si insinuò dentro la mia bocca. Il mio cazzo sfiorava la sua pancia, lo sentii strusciarsi su i suoi addominali. Con l'olio che gli era rimasto sulle mani, passò le sue delicate dita sul mio pene scappellato.
Mi infilò due dita nel culo e mi leccò la cappella. La situazione era estasiante. Si tolse il reggiseno, mi chiesi perché l'avesse indossato, si accarezzò le tette, divennero tutte unte, rischiai di schizzare. Avvicinò il suo corpo al mio e si infilo il mio cazzo tra il suo petto, lo strinse e sentivo intorno a me le sue pareti mammarie.
La vidi allungare la sua mano destra verso il basso, e infilarla dentro a quelle striminzite mutandine.
Mi leccò il petto, poi mi disse - “Siediti”. Ero in bambola e obbedii. Appoggiai la mia schiena al muro, e la guardai con il pisello in mano, lei gattonò sul letto e appoggio la sua schiena sul mio petto. Notai per la prima volta il tatuaggio che aveva sulla schiena, d'istinto lo leccai. Sentivo il mio cazzo appoggiarsi sul suo sedere. Si muoveva lentamente, lo sentivo sfregarsi, vedevo quel seno meraviglio e gli lo afferrai, ormai mi aveva conquistato. Anche se la porta aperta mi agitava.
Mentre le accarezzavo le tette, lei piegò all'indietro la mano destra e mi prese il cazzo. Spinsi la testa all'indietro. Sentii distintamente la parola vagina. Quindi passai dalla sue tette alla sua passera e l'accarezzai.
Le infilai le dita dentro, la masturbai, cercai di farle raggiungere l'orgasmo, in modo che quel momento imbarazzante finisse. Pensai anche, erroneamente, che se non l'avessi penetrata sarebbe stato meno grave.
Sentivo, tramite le mie dita, la sua figa umidificarsi. Si sollevò appoggiando le mani sul letto, si scostò il telo delle mutandine e le sue labbra inferiori sfiorarono la mia cappella. Stava per succedere.
Il suo corpo scese delicatamente verso di me. Sentii il suo sesso dischiudersi. Ormai era fatta. Il mio corpo scivolò verso il basso, e lei si appoggiò a me e si gustò il mio cazzo. Sentivo le mutandine in contatto con la mia asta. Non mi ero mai sentito così. Le sue tette ballavano a ritmo. Si girò e mi infilò la lingua in gola. La stavo scopando ufficialmente Il mio cazzo uscì improvvisamente, probabilmente per la posizione complicata, ma lei se lo rimise dentro immediatamente. La sentii sussurrare - “naneun 3 nyeon dong-an gangta danghaji anh-assda” - ovviamente non capii.
Ansimava, gemeva in modo acuto. Cercai di ricordagli di sua figlia. Non mi diede retta, anzi, mi afferrò le palle con la mano e me le strinse, ma che razza di troia era.
Si alzò in piedi, il mio cazzo uscì da lei come se fosse una frusta. Si girò, appoggiò le mani al muro dietro al letto e appoggiò la sua passera arrapata alla mia bocca. La leccai, insinuai la mia lingua dentro di lei e gli afferrai il culo con le mie mani.
I suoi umori scorrevano lungo le sue gambe e cadevano in modo copioso sul mio petto. Mi dimenticai completamente di essere sposato, per di più stavo leccando il buco da dove uscì la mia compagna. A quel pensiero il mio pene ebbe un sussulto.
Le sue mani crollarono grazie all'utilizzo della mia lingua, e le sue tette si schiacciarono contro il muro. Mi gustavo quella vista da sotto. Per completare quella scena, si masturbò il clito.
Le sue ginocchia si piegarono, il suo corpo scivolò sul mio, il suo seno raggiunse la mia bocca lo morsi. La sua figa bagnata raggiunse ancora una volta il mio cazzo e ci rientrai con facilità. Il suo corpo si piegò all'indietro. Con la schiena così inarcata il suo seno diventò di marmo, lo accarezzai.
Stava ballando letteralmente sul mio pene, lo sentivo sbattere su ogni parete vaginale. Dopo tanti anni capii cosa fosse il sesso passionale.
Con un enorme sforzo addominale, si abbandono ancora al mio corpo e mi abbracciò. Aveva indosso ancora le mutandine di sua figlia. Ora capivo il loro scopo. Le sue tette sobbalzavano sul mio petto, Il mio pene raggiungeva il fondo del suo cavo e poi riusciva. Ero in paradiso.
Le infilai il dito nel culo, gli lo allargai, lei avvicinando la sua bocca al mio orecchio e mi sussurrò -”dopo voglio cazzo” - Pensai di aver capito, ma non ne fui sicuro.
Improvvisamente si alzò di nuovo in piedi, mi masturbò davanti alla mia faccia e mi inondò del suo orgasmo. Mi domandai “era finita cosi”, non so perché, mi sentii deluso.
Si accarezzò il petto, il suo respiro tornò normale, mi fissò. Mi afferrò il cazzo, ma non mi segò. Anzi mi diete pure delle sberle sull'asta dura.
Si girò, si inginocchiò, si piego leggermente, poi aprendosi le chiappa con le mani, mi fece capire cosa volesse, o cosa mi volesse regalare.
Ovviamente non mi feci pregare, gli leccai l'ano un attimo, e poi la sodomizzai. Ricordo ancora quanto fosse stretta, ricordo ancora come i miei sensi si espansero.
La sollevai lentamente, le afferrai le tette, e la sbattei, anzi la impalai, con la finestra aperta, mentre si faceva sera e gli venni dentro.
Ero esausto, sfinito, estasiato e senza sensi di colpa. Almeno fino a che non sentii un rumore provenire dalla finestra. Vidi mia moglie imbarazzata e incazzata. Il rumore erano le borse della spesa che si erano sfracellate sulle roccia. Ora penserete che si uni a noi, ora penserete che ci perdonò, ma questo non è un film porno. Senza pensarci due volte e senza parlare, fece le valigie e tornò in città. Dove cambiò immediatamente tutte le serrature. Lo scandalo si diffuse immediatamente tra i nostri amici e finimmo pure sul giornale.
Ma forse non ci crederete, me ne fregai. Rimasi in vacanza con mia suocera e dopo un periodo passato tra hotel e casa dei miei, affittammo una casa in centro, dove abitiamo ancora adesso. Sono stato stronzo si, ma non me ne pento e non me ne pentirò mai. Con Ji-eun trovai quello che volevo da anni. A si c'è un cosa che mi pento, la madre non parla più con sua figlia da mesi e li mi sento una carogna, ma ogni volta che mi succhia il cazzo e scopiamo, tutto sparisce e mi sento in paradiso.
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