Scopata con il marito di mia cugina.
Scritto da Barbara71, il 2020-05-10, genere tradimenti
Maggio 1998
Avevo invitato a casa mia cugina con il marito e mia zia per un pranzo insieme, al pranzo era venuta anche mia madre. Elena e Gino erano sposati da poco più di un anno e da quel che avevo sentito da mia madre erano già in crisi nera. Anche io non è che me la passassi bene, avevo da sei mesi chiuso una storia durata due anni e sembravo una sbandata senza meta.
Alle 12.00 circa arrivarono a casa e tra saluti e convenevoli, tra pietanze da cucinare e pettegolezzi ci sediamo a tavola che è primo pomeriggio.
Al tavolo si capisce subito che gli sposi sono in rotta, il tavolo è rettangolare, mia madre e mia zia si accomodano a capo tavola, Gino e Elena che avrebbero dovuto mettersi vicino si mettono uno di fronte all'altra e Gino si siede di fianco a me, dove avrebbe dovuto esserci sua moglie.
Gino era più grande di Elena di circa vent'anni, lei aveva trent'anni, lui cinquanta, forse questa differenza di età era alla base della loro crisi, una donna di trent'anni ha esigenze diverse di quelle di un uomo di cinquanta, questo mi era sembrato sempre molto palese e non avevo mai capito cosa li avesse spinti a sposarsi, o meglio, cosa spinse Elena a sposare un uomo che gli poteva essere padre.
Non stavamo nemmeno a metà della prima portata che sentii la mano di Gino farsi strada tra le mie cosce, strinsi automaticamente le gambe per sbarrargli la strada, che stronzo bastardo, aveva la moglie davanti a sé e toccava la figa a sua cugina. Ma lui era più forte e me le allargò di nuovo, avrei voluto stampargli tutte e cinque le dita sulla faccia, ma poi sarebbe scoppiato il finimondo e allora cercai senza dare nell'occhio di alzarmi, ma lui non me lo permise, era molto forte e mi inchiodò sulla sedia tenendomi la la gamba premuta, non potevo fare altro che cercare di ostacolarlo, ma non era facile e dopo un'estenuante lotta di parecchi minuti arrivò alla figa, ci sapeva fare il porco, trovò in pochi secondi il clitoride e cominciò a stimolarlo con i polpastrelli, mi stavo bagnando contro la mia volontà e avevo il terrore di non riuscire a trattenermi se avessi avuto un orgasmo, infilai una mano sotto il tavolo cercando di fermare quella piacevolissima ma assurda stimolazione, lui si accorse che mi stavo eccitando troppo e smise di stimolare il clitoride per dedicarsi alla vagina. Mi fece allargare bene le gambe con la mano per farsi spazio e poi mi ci infilò un dito dentro. Ormai lo assecondavo e cercavo di portare avanti le conversazioni senza perdere troppo il filo del discorso, anche se è difficile quando c'è un uomo che ti masturba sotto al tavolo. Elena non proferí parola per tutto il pranzo, tanto da domandarmi perché fosse venuta se stava in questo stato d'animo, poteva inventare una scusa e disdire, avrebbe così evitato anche a me questo assalto alla mia sessualità da parte del marito. Ormai avevo le mutandine completamente fradice e i miei umori erano colati fino alla sedia, avevo il terrore che mi fossi bagnata il vestito sotto il sedere perché lo sentivo umido, come avrei potuto alzarmi dal tavolo con quella chiazza bagnata sul vestito? Era il risultato di un'ora circa di masturbazione continua, come avessi fatto a non venire ancora rimane un mistero, o forse il mio masturbatore era così abile da riuscire a portarmi al limite senza oltrepassarlo mai.
A un certo punto squilla il telefono di mia madre, era zia Rebecca e voleva che lei accompagnasse zia Angela (la madre di Elena) a trovarla a casa, in fondo era solo a una mezz'ora di macchina, decisero di andare a trovarla e dopo pochi minuti si alzarono dal tavolo, anche Elena si alzò e disse che sarebbe andata anche lei. Gino disse che non se la sentiva e che preferiva rimanere lì, ~intanto Barbara mi prepara il caffè~ disse.
Altro che caffe! Appena la porta si chiuse dietro di loro si slacciò i pantaloni e tirò fuori il suo cazzo complementare in tiro, un gran cazzo, niente da dire per un cinquantenne, mi prese con forza la testa e me la fece scendere sulla sua cappella. ~succhialo puttana che è tutto il pranzo che lo aspetti~ "stronzo sei venuto a fotterti la cugina di tua moglie?" ~si se è una gran figa e pure una gran troia~ e mi spinse tutto il cazzo in bocca. Era lui a guidare il pompino, mi teneva ferma per il collo e me lo spingeva tutto dentro fino ai coglioni, ero spudoratamente eccitata e fuori di me "porco, sei un porco bastardo, sfondami, sfondami tutta! Aprimi come una cagna" ~con molto piacere puttana, però prima lo succhi ancora, ti piace? Ti piace il cazzo eh zoccola! Allora succhia, bocchinara... dentro, fino alle palle, ti piace succhiare la salsiccia eh~ avevo la bocca piena della sua carne me lo sentivo ovunque, spingeva in ogni angolo della bocca e della gola, era un vero porco, un maiale, ma ci sapeva fare. Poi mi prende per i capelli e mi tira su, mi mette a pecora sul tavolo, alza la gonna fino alla schiena e cala le mutandine fino alle ginocchia poi si china su di me e da dietro mi lecca il culo e la figa "ahhhhh ahhhhh porco, sei un porco, continua, continua, non fermarti, leccami tutta..." lui continua a colpi di lingua e in pochi minuti raggiungo un orgasmo "vengo, vengo non fermarti, dai leccami, leccami ancora... godooo godooo..." è violentissimo e gli inonda la faccia, poi si tira su ~sei bionda di sopra e nera di sotto, chi è che mente? Il parrucchiere o la figa?~ punta da dietro la sua cappella dura all'entrata della vagina e con un colpo secco me la infila dentro, altri due colpi e tutto il cazzo mi è entrato dentro fino ai coglioni. ~ti basta? O la tua figa è troppo fonda, te la sfondo questa fregna da zoccola!~ e comincia a spingere con forza, un colpo dietro l'altro, facendomi sobbalzare ogni volta, una pecorina fantastica sul tavolo del salone e con le mani mi strizzava i capezzoli, poi mi prende i capelli e me li tira con forza mentre mi monta come un toro sempre più infoiato ~ho sposato la cugina sbagliata, era te che dovevo sposare, che grande vacca che sei... che bella figa che hai... prendilo, prendilo, prendilo tutto 'sto cazzo fino in fondo, mignottona~ va avanti così per un quarto d'ora finché non regge più ed esplode, lo sfila e mi inonda la schiena di sborra calda ~vengooooo goooodooooo siiii siiii, ahhhhh ahhhhh~ poi mi prende per i capelli e mi fa inginocchiare davanti al suo cazzo ancora bello in tiro e gocciolante ~adesso fammi un bel bidé troia!~ glielo lecco e glielo ripulisco tutto con avidità "il conte è soddisfatto?" ~più che soddisfatto, adesso rivestiti e vai a preparare il caffè sgualdrina!~
Ci rivestiamo e ci prendiamo il meritato caffè insieme, poi rimaniamo a parlare fino al ritorno delle tre donne, e ho finalmente capito il motivo della loro crisi; mia cugina Elena ha un amante giovane della sua età e non ha intenzione di chiudere quella storia. Il loro rapporto è destinato a finire e infatti dopo pochi mesi da quel giorno di maggio si separano e successivamente divorziano. Quella è stata anche l'ultima volta che ho visto Gino.
Avevo invitato a casa mia cugina con il marito e mia zia per un pranzo insieme, al pranzo era venuta anche mia madre. Elena e Gino erano sposati da poco più di un anno e da quel che avevo sentito da mia madre erano già in crisi nera. Anche io non è che me la passassi bene, avevo da sei mesi chiuso una storia durata due anni e sembravo una sbandata senza meta.
Alle 12.00 circa arrivarono a casa e tra saluti e convenevoli, tra pietanze da cucinare e pettegolezzi ci sediamo a tavola che è primo pomeriggio.
Al tavolo si capisce subito che gli sposi sono in rotta, il tavolo è rettangolare, mia madre e mia zia si accomodano a capo tavola, Gino e Elena che avrebbero dovuto mettersi vicino si mettono uno di fronte all'altra e Gino si siede di fianco a me, dove avrebbe dovuto esserci sua moglie.
Gino era più grande di Elena di circa vent'anni, lei aveva trent'anni, lui cinquanta, forse questa differenza di età era alla base della loro crisi, una donna di trent'anni ha esigenze diverse di quelle di un uomo di cinquanta, questo mi era sembrato sempre molto palese e non avevo mai capito cosa li avesse spinti a sposarsi, o meglio, cosa spinse Elena a sposare un uomo che gli poteva essere padre.
Non stavamo nemmeno a metà della prima portata che sentii la mano di Gino farsi strada tra le mie cosce, strinsi automaticamente le gambe per sbarrargli la strada, che stronzo bastardo, aveva la moglie davanti a sé e toccava la figa a sua cugina. Ma lui era più forte e me le allargò di nuovo, avrei voluto stampargli tutte e cinque le dita sulla faccia, ma poi sarebbe scoppiato il finimondo e allora cercai senza dare nell'occhio di alzarmi, ma lui non me lo permise, era molto forte e mi inchiodò sulla sedia tenendomi la la gamba premuta, non potevo fare altro che cercare di ostacolarlo, ma non era facile e dopo un'estenuante lotta di parecchi minuti arrivò alla figa, ci sapeva fare il porco, trovò in pochi secondi il clitoride e cominciò a stimolarlo con i polpastrelli, mi stavo bagnando contro la mia volontà e avevo il terrore di non riuscire a trattenermi se avessi avuto un orgasmo, infilai una mano sotto il tavolo cercando di fermare quella piacevolissima ma assurda stimolazione, lui si accorse che mi stavo eccitando troppo e smise di stimolare il clitoride per dedicarsi alla vagina. Mi fece allargare bene le gambe con la mano per farsi spazio e poi mi ci infilò un dito dentro. Ormai lo assecondavo e cercavo di portare avanti le conversazioni senza perdere troppo il filo del discorso, anche se è difficile quando c'è un uomo che ti masturba sotto al tavolo. Elena non proferí parola per tutto il pranzo, tanto da domandarmi perché fosse venuta se stava in questo stato d'animo, poteva inventare una scusa e disdire, avrebbe così evitato anche a me questo assalto alla mia sessualità da parte del marito. Ormai avevo le mutandine completamente fradice e i miei umori erano colati fino alla sedia, avevo il terrore che mi fossi bagnata il vestito sotto il sedere perché lo sentivo umido, come avrei potuto alzarmi dal tavolo con quella chiazza bagnata sul vestito? Era il risultato di un'ora circa di masturbazione continua, come avessi fatto a non venire ancora rimane un mistero, o forse il mio masturbatore era così abile da riuscire a portarmi al limite senza oltrepassarlo mai.
A un certo punto squilla il telefono di mia madre, era zia Rebecca e voleva che lei accompagnasse zia Angela (la madre di Elena) a trovarla a casa, in fondo era solo a una mezz'ora di macchina, decisero di andare a trovarla e dopo pochi minuti si alzarono dal tavolo, anche Elena si alzò e disse che sarebbe andata anche lei. Gino disse che non se la sentiva e che preferiva rimanere lì, ~intanto Barbara mi prepara il caffè~ disse.
Altro che caffe! Appena la porta si chiuse dietro di loro si slacciò i pantaloni e tirò fuori il suo cazzo complementare in tiro, un gran cazzo, niente da dire per un cinquantenne, mi prese con forza la testa e me la fece scendere sulla sua cappella. ~succhialo puttana che è tutto il pranzo che lo aspetti~ "stronzo sei venuto a fotterti la cugina di tua moglie?" ~si se è una gran figa e pure una gran troia~ e mi spinse tutto il cazzo in bocca. Era lui a guidare il pompino, mi teneva ferma per il collo e me lo spingeva tutto dentro fino ai coglioni, ero spudoratamente eccitata e fuori di me "porco, sei un porco bastardo, sfondami, sfondami tutta! Aprimi come una cagna" ~con molto piacere puttana, però prima lo succhi ancora, ti piace? Ti piace il cazzo eh zoccola! Allora succhia, bocchinara... dentro, fino alle palle, ti piace succhiare la salsiccia eh~ avevo la bocca piena della sua carne me lo sentivo ovunque, spingeva in ogni angolo della bocca e della gola, era un vero porco, un maiale, ma ci sapeva fare. Poi mi prende per i capelli e mi tira su, mi mette a pecora sul tavolo, alza la gonna fino alla schiena e cala le mutandine fino alle ginocchia poi si china su di me e da dietro mi lecca il culo e la figa "ahhhhh ahhhhh porco, sei un porco, continua, continua, non fermarti, leccami tutta..." lui continua a colpi di lingua e in pochi minuti raggiungo un orgasmo "vengo, vengo non fermarti, dai leccami, leccami ancora... godooo godooo..." è violentissimo e gli inonda la faccia, poi si tira su ~sei bionda di sopra e nera di sotto, chi è che mente? Il parrucchiere o la figa?~ punta da dietro la sua cappella dura all'entrata della vagina e con un colpo secco me la infila dentro, altri due colpi e tutto il cazzo mi è entrato dentro fino ai coglioni. ~ti basta? O la tua figa è troppo fonda, te la sfondo questa fregna da zoccola!~ e comincia a spingere con forza, un colpo dietro l'altro, facendomi sobbalzare ogni volta, una pecorina fantastica sul tavolo del salone e con le mani mi strizzava i capezzoli, poi mi prende i capelli e me li tira con forza mentre mi monta come un toro sempre più infoiato ~ho sposato la cugina sbagliata, era te che dovevo sposare, che grande vacca che sei... che bella figa che hai... prendilo, prendilo, prendilo tutto 'sto cazzo fino in fondo, mignottona~ va avanti così per un quarto d'ora finché non regge più ed esplode, lo sfila e mi inonda la schiena di sborra calda ~vengooooo goooodooooo siiii siiii, ahhhhh ahhhhh~ poi mi prende per i capelli e mi fa inginocchiare davanti al suo cazzo ancora bello in tiro e gocciolante ~adesso fammi un bel bidé troia!~ glielo lecco e glielo ripulisco tutto con avidità "il conte è soddisfatto?" ~più che soddisfatto, adesso rivestiti e vai a preparare il caffè sgualdrina!~
Ci rivestiamo e ci prendiamo il meritato caffè insieme, poi rimaniamo a parlare fino al ritorno delle tre donne, e ho finalmente capito il motivo della loro crisi; mia cugina Elena ha un amante giovane della sua età e non ha intenzione di chiudere quella storia. Il loro rapporto è destinato a finire e infatti dopo pochi mesi da quel giorno di maggio si separano e successivamente divorziano. Quella è stata anche l'ultima volta che ho visto Gino.
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