Accadde in Sicilia 6 (appare Peter)
Scritto da Giammilluccu, il 2020-05-08, genere incesti
ACCADDE IN SICILIA (appare Peter)
Dopo pranzo, Rusina faticò, ma riuscì a convincere Accursio a rimandare il “riposino” a letto, alla notte.- Finalmente, dopo aver finito di cenare e sistemato tutto, Rusina raggiunse, in camera da letto, Accursio che, già nudo, la attendeva con il pene eretto.- Rusina cominciò a spogliarsi con studiata lentezza vedendo che Accursio anziché saltarle subito addosso si godeva la vista di quelle tettone che, malgrado l'età, si mantenevano ancora toniche, e di quell'opulente culo ancora sodo nonché di quel boschetto che sovrastava una fica da sogno.- Appena si spogliò del tutto, Rusina si adagiò su Accursio che la accolse a braccia aperte cercando con voracità la sua bocca e intrecciando le lingue in un turbinoso vortice.- Dopo un po' Accursio, sempre con la madre addosso, si girò, mettendo Rusina sotto e cercò di indirizzare il cazzo verso la fica della madre che, aveva già controllato, grondava di umori.- Rusina con uno scatto felino, si tirò su, lasciando Accursio deluso e attonito.- “Accursio da me avrai tutto e non ti negherò nessuna parte del mio corpo ma non entrerai nella fica,!-
“Ti immagini cosa succederebbe se mi mettessi incinta.- Finchè facciamo l'amore dentro le nostre mura, nessuno saprà nulla, magari qualcuno potrà pensarlo ma nulla più.- Se rimanessi incinta non potrei più uscire e saremmo tacciati di incesto e nessuno vorrebbe avere a che fare con noi e saremmo costretti a trasferirci”.- “Penso comunque che, senza ciò, per il resto possiamo darci reciproco piacere.-” Accursio, anche se deluso nelle sue aspettative, comprese e condivise ciò che la madre gli aveva detto, rendendosi di più conto quanto era costato alla madre iniziare quella relazione che l'avrebbe resa, se saputo, una reietta nella società.-
Rusina finito il discorso si spostò mettendosi coricata sul dorso ed invitò Accursio a sedersi, senza gravare troppo, sulla sua pancia e a mettere il cazzo fra le sue abbondanti tette.-
Invitò quindi Accursio a fare avanti ed indietro mentre lei, strusciava, con le mani, le tette sul cazzo, mani che furono sostituite da quelle di Accursio e che cominciò a fare dei movimenti più lunghi che gli permisero di fare arrivare il pene sulla bocca di Rusina.- Rusina sempre più meravigliata e felice degli apprendimenti e delle iniziative dell'allievo, si infilò due dita nella fica che già sbrodolava e cominciò a masturbarsi.- Ormai Accursio aveva capito che doveva ritardare il più possibile l'eiaculazione, e sforzandosi lo fece finchè, vinto dal piacere che riceveva sia dal contatto del pene con i seni sia dalla bocca di Rusina, si lasciò andare ad una sborrata colossale.- Rusina, anche lei in pieno godimento ingoiò tutto, provvedendo anche, con la lingua, a rendere l'uccello pulitissimo.-
Accursio avrebbe voluto continuare ma Rusina lo convinse a non rovinare tutto con la troppa voracità, considerando come aveva già detto che lei non era più una ragazzina e, promettendo che, non solo, avrebbero fatto l'amore ogni sera ma anche, quando se ne sarebbe presentata l'occasione, pure di giorno.- Un po' immusonito Accursio si girò per addormentarsi al che Rusina anche per distrarlo gli domandò:” mi hai chiesto, prima, se fare l'amore vale pure tra uomo e uomo, a chi ti riferivi?- “Rusina mi vergogno un po' a parlarne perchè sono cose di masculi (maschi)”.- “Accursio con me non devi avere remore, non sono io la persona adatta ad esprimere giudizi morali, non solo ma sono poche le cose che mi possono scandalizzare”.
Accursio, vinta la ritrosia, incominciò a raccontare che in miniera, circa due mesi prima, era arrivato, Peter, un ragazzo di circa diciotto anni, con i capelli biondi e occhi azzurri, figlio di un militare dell'esercito tedesco, rimasto ucciso non prima di avere messo incinta la madre.- Tutti in miniera avevano capito subito del particolare interesse che il sorvegliante riversava su questo ragazzo che, in effetti aveva delle movenze un po' femminee.- Dopo circa una settimana, Accursio si era dovuto recare nel magazzino degli attrezzi, per prendere un piccone e nell'aprire la porta, rimase di stucco nel vedere il sorvegliante che si inculava Peter.- Ciò che lo colpì, fu l'espressione triste e le lacrime di Peter che contrastavano con la sensazione di godimento e dalle parole sconce del sorvegliante, anche se in una successiva visita al magazzino vide Peter che, inculato, manifestava segnali di godimento e di partecipazione.- Ovviamente in un ambiente così circoscritto e a causa di un altro minatore, che, dopo Accursio, aveva intravisto ciò che succedeva nel magazzino, l'inculata divenne di dominio pubblico e furono parecchi i muratori che con metodi brutali pensarono di approfittare anch'essi del culetto di Peter .- Peter cercò di difendersi dal primo che ci provò, ma, era una lotta impari con una persona fisicamente massiccia e muscolosa e mentre, con un manico di piccone, cercava di difendersi da quell'energumeno, capendo che non ce l'avrebbe fatta, rivolse uno sguardo di supplica ad Accursio, che era nelle vicinanze.- Accursio, agendo d'istinto strattonò il muratore mandandolo a sbattere contro un carrello che era nelle vicinanze, stordendolo. Il minatore ripresosi subito, afferrò una sbarra di ferro che era nelle vicinanze e si avventò su Accursio.- Vedendo i minatori che si accalcavano attorno ai due, il sorvegliante, rendendosi del perchè della zuffa, intervenne separando i due e minacciando di licenziamento immediato chiunque avesse osato anche solo sfiorare Peter e Accursio- Ovviamente la parola licenziamento bloccò qualsiasi velleità.- Da quel momento Peter non si allontanò più da Accursio ed in una occasione gli salvò la vita, proteggendolo col proprio corpo e ferendosi, quando Accursio stava per essere preso in pieno da un carrello pieno di zolfo che, casualmente, lo stava investendo.- Accursio poi venne a sapere che il sorvegliante aveva minacciato Peter di licenziamento in tronco se non continuava a sottostare alle sue voglie.- Il licenziamento sarebbe una catastrofe per Peter, in quanto la sua simanata (compenso per una settimana di lavoro) era l'unica fonte di reddito per la sua famiglia.- Rusina colpita dal racconto di Accursio, gli propose di invitare Peter a trascorrere un giorno da loro la domenica successiva per conoscerlo e ringraziarlo.- Bene o male o riuscirono a dormire ma, all'alba, quando Accursio si doveva alzare per andare a lavorare, Rusina si trovò il suo pene incastrato fra le sue natiche e, sacrificandosi glielo prese in bocca facendogli un gustoso pompino, che divenne una prassi nei giorni successivi.-
Dopo pranzo, Rusina faticò, ma riuscì a convincere Accursio a rimandare il “riposino” a letto, alla notte.- Finalmente, dopo aver finito di cenare e sistemato tutto, Rusina raggiunse, in camera da letto, Accursio che, già nudo, la attendeva con il pene eretto.- Rusina cominciò a spogliarsi con studiata lentezza vedendo che Accursio anziché saltarle subito addosso si godeva la vista di quelle tettone che, malgrado l'età, si mantenevano ancora toniche, e di quell'opulente culo ancora sodo nonché di quel boschetto che sovrastava una fica da sogno.- Appena si spogliò del tutto, Rusina si adagiò su Accursio che la accolse a braccia aperte cercando con voracità la sua bocca e intrecciando le lingue in un turbinoso vortice.- Dopo un po' Accursio, sempre con la madre addosso, si girò, mettendo Rusina sotto e cercò di indirizzare il cazzo verso la fica della madre che, aveva già controllato, grondava di umori.- Rusina con uno scatto felino, si tirò su, lasciando Accursio deluso e attonito.- “Accursio da me avrai tutto e non ti negherò nessuna parte del mio corpo ma non entrerai nella fica,!-
“Ti immagini cosa succederebbe se mi mettessi incinta.- Finchè facciamo l'amore dentro le nostre mura, nessuno saprà nulla, magari qualcuno potrà pensarlo ma nulla più.- Se rimanessi incinta non potrei più uscire e saremmo tacciati di incesto e nessuno vorrebbe avere a che fare con noi e saremmo costretti a trasferirci”.- “Penso comunque che, senza ciò, per il resto possiamo darci reciproco piacere.-” Accursio, anche se deluso nelle sue aspettative, comprese e condivise ciò che la madre gli aveva detto, rendendosi di più conto quanto era costato alla madre iniziare quella relazione che l'avrebbe resa, se saputo, una reietta nella società.-
Rusina finito il discorso si spostò mettendosi coricata sul dorso ed invitò Accursio a sedersi, senza gravare troppo, sulla sua pancia e a mettere il cazzo fra le sue abbondanti tette.-
Invitò quindi Accursio a fare avanti ed indietro mentre lei, strusciava, con le mani, le tette sul cazzo, mani che furono sostituite da quelle di Accursio e che cominciò a fare dei movimenti più lunghi che gli permisero di fare arrivare il pene sulla bocca di Rusina.- Rusina sempre più meravigliata e felice degli apprendimenti e delle iniziative dell'allievo, si infilò due dita nella fica che già sbrodolava e cominciò a masturbarsi.- Ormai Accursio aveva capito che doveva ritardare il più possibile l'eiaculazione, e sforzandosi lo fece finchè, vinto dal piacere che riceveva sia dal contatto del pene con i seni sia dalla bocca di Rusina, si lasciò andare ad una sborrata colossale.- Rusina, anche lei in pieno godimento ingoiò tutto, provvedendo anche, con la lingua, a rendere l'uccello pulitissimo.-
Accursio avrebbe voluto continuare ma Rusina lo convinse a non rovinare tutto con la troppa voracità, considerando come aveva già detto che lei non era più una ragazzina e, promettendo che, non solo, avrebbero fatto l'amore ogni sera ma anche, quando se ne sarebbe presentata l'occasione, pure di giorno.- Un po' immusonito Accursio si girò per addormentarsi al che Rusina anche per distrarlo gli domandò:” mi hai chiesto, prima, se fare l'amore vale pure tra uomo e uomo, a chi ti riferivi?- “Rusina mi vergogno un po' a parlarne perchè sono cose di masculi (maschi)”.- “Accursio con me non devi avere remore, non sono io la persona adatta ad esprimere giudizi morali, non solo ma sono poche le cose che mi possono scandalizzare”.
Accursio, vinta la ritrosia, incominciò a raccontare che in miniera, circa due mesi prima, era arrivato, Peter, un ragazzo di circa diciotto anni, con i capelli biondi e occhi azzurri, figlio di un militare dell'esercito tedesco, rimasto ucciso non prima di avere messo incinta la madre.- Tutti in miniera avevano capito subito del particolare interesse che il sorvegliante riversava su questo ragazzo che, in effetti aveva delle movenze un po' femminee.- Dopo circa una settimana, Accursio si era dovuto recare nel magazzino degli attrezzi, per prendere un piccone e nell'aprire la porta, rimase di stucco nel vedere il sorvegliante che si inculava Peter.- Ciò che lo colpì, fu l'espressione triste e le lacrime di Peter che contrastavano con la sensazione di godimento e dalle parole sconce del sorvegliante, anche se in una successiva visita al magazzino vide Peter che, inculato, manifestava segnali di godimento e di partecipazione.- Ovviamente in un ambiente così circoscritto e a causa di un altro minatore, che, dopo Accursio, aveva intravisto ciò che succedeva nel magazzino, l'inculata divenne di dominio pubblico e furono parecchi i muratori che con metodi brutali pensarono di approfittare anch'essi del culetto di Peter .- Peter cercò di difendersi dal primo che ci provò, ma, era una lotta impari con una persona fisicamente massiccia e muscolosa e mentre, con un manico di piccone, cercava di difendersi da quell'energumeno, capendo che non ce l'avrebbe fatta, rivolse uno sguardo di supplica ad Accursio, che era nelle vicinanze.- Accursio, agendo d'istinto strattonò il muratore mandandolo a sbattere contro un carrello che era nelle vicinanze, stordendolo. Il minatore ripresosi subito, afferrò una sbarra di ferro che era nelle vicinanze e si avventò su Accursio.- Vedendo i minatori che si accalcavano attorno ai due, il sorvegliante, rendendosi del perchè della zuffa, intervenne separando i due e minacciando di licenziamento immediato chiunque avesse osato anche solo sfiorare Peter e Accursio- Ovviamente la parola licenziamento bloccò qualsiasi velleità.- Da quel momento Peter non si allontanò più da Accursio ed in una occasione gli salvò la vita, proteggendolo col proprio corpo e ferendosi, quando Accursio stava per essere preso in pieno da un carrello pieno di zolfo che, casualmente, lo stava investendo.- Accursio poi venne a sapere che il sorvegliante aveva minacciato Peter di licenziamento in tronco se non continuava a sottostare alle sue voglie.- Il licenziamento sarebbe una catastrofe per Peter, in quanto la sua simanata (compenso per una settimana di lavoro) era l'unica fonte di reddito per la sua famiglia.- Rusina colpita dal racconto di Accursio, gli propose di invitare Peter a trascorrere un giorno da loro la domenica successiva per conoscerlo e ringraziarlo.- Bene o male o riuscirono a dormire ma, all'alba, quando Accursio si doveva alzare per andare a lavorare, Rusina si trovò il suo pene incastrato fra le sue natiche e, sacrificandosi glielo prese in bocca facendogli un gustoso pompino, che divenne una prassi nei giorni successivi.-
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