Vacanza al mare 1

Scritto da , il 2020-04-28, genere incesti

Scopare mi è sempre piaciuto. Avere un cazzo che mi fotte e mi fa godere, il forte rumore dei miei gemiti, il sudore di due corpi nudi... La mia storia credo sia un po' diversa dalle altre. Come tutte le ragazze della mia generazione avevo scoperto la masturbazione molto presto; il piacere che ne derivava era squassante e io da brava puttanella mi chiudevo in camera o in bagno ogni volta che potevo.
Furono molte le volte in cui venivo interrotta e così me ne andavo in giro in casa come un anima in pena e la fica bagnata e dolorante.
All'età di 15 anni, durante le vacanze estive, decisi di voler perdere la verginità e regalato il fiore, di comprare e poi nascondere un dildo di gomma. Il mio piano era semplice, facile... Ma purtroppo mi era del tutto impossibile.
O almeno così pensavo.
Il 10 agosto, mio padre mi annunció che avrei passato l'estate nella casa al mare con i miei zii; due quarantenni di Cremona che scendevano nel paese natio solo per l'estate. Avevo sempre ammirato mia zia Tina: una bella donna con occhi verdi stupendi e capelli neri. Mentre mio zio Roberto, fratello di papà, aveva un innata simpatia che lo porta va spesso a fare battute sul sesso. Ma era un bell'uomo e gli si perdonava tutto. Avevamo un bel rapporto e visto che con loro mi ero sempre trovata bene avevo accettato senza battere ciglio. Così quando due giorni dopo vennero a prendermi per andare con loro mi feci trovare pronta con la valigia.
L'estate sembrò iniziare per il meglio e io mi sentivo contenta, passando le giornate tra il mare e i le serate divertenti con gli zii. Non mancava nulla... Ma la notte, chiusa in camera avevo l'incredibile voglia di masturbarmi, che non attenuava per nulla il mio continuo desiderio di venire.
Durante una giornata in spiaggia, mentre stavamo prendendo il sole, mia zia Tina mi chiese, guardando in giro i vari ragazzi che giocavano a calcio, se avessi già regalato il mio fiore. Fui molto imbarazzata e fatica a rispondere, visto anche la presenza dello zio, che aveva mollato la rivista che stava leggendo solo per ascoltare curioso.
Avevo poi scosso la testa e mi ero rifugiata sotto i miei occhiali da sole.
-Mi sembra strano. Una bella ragazza come te. Hai tutte le forme, sei bella prosperosa e scommetto che ti è già cresciuto il pelo tra le cosce... -
-Zia!- avevo borbottato viola di vergogna, mentre mi sistemavo il pareo del costume. Da lì in poi lo sguardo degli zii si fece sempre più strano; sorprendendo spesso ad osservarmi compiaciuti o con attenzione. Più che altro era quello dello zio a sconvolgermi. Era molto concentrato e lo scovavo sempre ad ossevarmi fra le gambe o le tette.
Ne parlai con la zia e lei ridendo accantonó la cosa ritenendo che lo zio mi avesse sempre visto come una bambina e che quindi, essendo cresciuta e lui accortosene da poco, rimaneva imbambolato a guardarmi.



Ma il vero racconto non è questo.
L'ultima settimana prima di ripartire, ero chiusa in camera con un leggero prendisole e un paio di mutandine.
E anche se avevo un abbondante seno con grossi capezzoli bruni, non portavo reggiseno in casa poiché lo trovavo scomodo.
Mi ero appena stesa sul letto, sollevando i di poco il vestito e toccandomi da sopra il tessuto leggero di cotone della biancheria. Come facevo di solito, avevo chiuso le imposte e la porta e me ne stavo al buio, con la sola lampada accesa sulla scrivania.
Non so come successe... Ma mentre le mie dita della mano avevano iniziato ad accarezzarmi il clitoride umido, avevo sentito un grosso spostamento d'aria e aprendo gli occhi mi ero ritrovata mio zio accanto al letto. Ero rimasta sconvolta e tirando rapidamente giù il vestito per ricompormi avevo balbettato.
Lo zio mi guardava con un sorriso sornione, indossando solo un paio di boxer.
-Continua pure, non volevo disturbare. -
Rimasi ferma immobile con le guance avvampate mentre lui prendeva posto sul letto e mi poggiava le mani sulle cosce.
-Continua su'-
Scossi la testa e lui sollevando un sopracciglio con espressione di rimprovero mi apri le ginocchia.
Le due mani salirono all'interno delle mie cosce e una si posò al centro delle mie mutandine.
-Zio.. - cercavo di scacciare la mano, ma lui premette con forza sul tessuto e io mi ritrovai a sussultare e a bagnarmi.
-Hai una giovane fichetta che non vedevo l'ora di aprire. - disse e scansando il tessuto le sue dita toccarono direttamente la mia pelle accaldata e umida.
Fu lì che perdemmo il controllo.
Perché rimasta agonizzante e sinceramente sorpresa dalla sensazione del suo tocco, rimasi ferma mentre lui mi abbassava il vestito e mi succhiava i capezzoli.
Ricordo ancora la sensazione delle due dita che spingevano per aprirmi la fica e il suo grosso cazzo che spingeva ad entrarmi dentro.
Mio zio mi aveva sverginata.
Aveva spinto il suo bastone lungo nella mia fichetta stretta e aveva preso a pompare fino all'orgasmo e mi aveva eruttato il suo sperma sulla pancia.

Per me fu difficile sapere non solo che essere chiavata dallo zio mi era piaciuto, ma anche che mia zia ne era a conoscenza ed era stranamente orgogliosa di me.
-Sei diventata donna, tesoro mio. - mi disse il mattino dopo. - Tuo zio è così felice!!Spera tanto che tu gli concederai il tuo corpo nelle prossime sere e gli permetterai di farti godere ancora!-
Con un filo di voce avevo risposto di sì.

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