Angela e i due camionisti 2/4
Scritto da LanA, il 2021-07-26, genere tradimenti
Mi guardava con quel suo sorriso allegro, quando la tendina che separa la cabina di guida dalle cuccette si scostò, e fece capolino un omone grosso con un ghigno certamente meno rassicurante.
Era il secondo autista, che passò davanti e prese posto fra me e lo sportello.
Cominciavo ad essere preoccupata.
Dissi a Leo che forse sarebbe stato meglio che scendessi per aspettare il carro attrezzi, ma Paolo, questo il nome del secondo autista, mi disse che loro erano ospitali e che non mi avrebbero mai lasciata da sola.
Leo mise in moto e ci avviammo.
Ero terrorizzata, ma non volevo dare a vederlo.
Mantenevo quel mio solito contegno formale, ma mi sentivo come un uccello in trappola.
Dopo alcuni minuti, sentii una mano appoggiarsi alla mia gamba.
Feci per scostarmi, ma Paolo non me lo consentì.
Con decisione accostò la sua bocca al mio viso cercando di baciarmi.
Mi scostai ribellandomi energicamente, ma Paolo mi afferrò per i capelli costringendomi a baciarlo.
Ero nelle sue mani, cercavo con lo sguardo gli occhi di Leo, sperando in un suo intervento, ma lo vedevo solo ridere di gusto.
Paolo, intanto, mi palpeggiava il seno con una delle sue grosse mani.
Effettivamente era una sensazione piacevole.
Quella che doveva essere una violenza, mi dava delle sensazioni nuove, mai provate prima.
Cercavo di divincolarmi e di ribellarmi, ma le mie reazioni erano sempre meno decise.
La mia figa si stava bagnando, e quel palpeggiamento al seno mi eccitava.
Paolo allora mi mise una mano fra le cosce salendo sempre più su.
Tenevo le gambe chiuse con forza, ma lui era troppo forte per me.
Scostate le mutandine, riuscì ad infilare il dito medio nella mia fessura.
Ero tutta bagnata, e il suo dito scivolò dentro facilmente.
Lui, notando che la mia eccitazione aumentava, aumentò il movimento della sua mano.
Ormai non potevo più reagire e nascondere la mia eccitazione, era diventato impossibile.
Leo, nel frattempo, aveva fermato il camion in una successiva piazzola di sosta accanto ad altri TIR, e si avvicinò a noi.
CONTINUA ...
Era il secondo autista, che passò davanti e prese posto fra me e lo sportello.
Cominciavo ad essere preoccupata.
Dissi a Leo che forse sarebbe stato meglio che scendessi per aspettare il carro attrezzi, ma Paolo, questo il nome del secondo autista, mi disse che loro erano ospitali e che non mi avrebbero mai lasciata da sola.
Leo mise in moto e ci avviammo.
Ero terrorizzata, ma non volevo dare a vederlo.
Mantenevo quel mio solito contegno formale, ma mi sentivo come un uccello in trappola.
Dopo alcuni minuti, sentii una mano appoggiarsi alla mia gamba.
Feci per scostarmi, ma Paolo non me lo consentì.
Con decisione accostò la sua bocca al mio viso cercando di baciarmi.
Mi scostai ribellandomi energicamente, ma Paolo mi afferrò per i capelli costringendomi a baciarlo.
Ero nelle sue mani, cercavo con lo sguardo gli occhi di Leo, sperando in un suo intervento, ma lo vedevo solo ridere di gusto.
Paolo, intanto, mi palpeggiava il seno con una delle sue grosse mani.
Effettivamente era una sensazione piacevole.
Quella che doveva essere una violenza, mi dava delle sensazioni nuove, mai provate prima.
Cercavo di divincolarmi e di ribellarmi, ma le mie reazioni erano sempre meno decise.
La mia figa si stava bagnando, e quel palpeggiamento al seno mi eccitava.
Paolo allora mi mise una mano fra le cosce salendo sempre più su.
Tenevo le gambe chiuse con forza, ma lui era troppo forte per me.
Scostate le mutandine, riuscì ad infilare il dito medio nella mia fessura.
Ero tutta bagnata, e il suo dito scivolò dentro facilmente.
Lui, notando che la mia eccitazione aumentava, aumentò il movimento della sua mano.
Ormai non potevo più reagire e nascondere la mia eccitazione, era diventato impossibile.
Leo, nel frattempo, aveva fermato il camion in una successiva piazzola di sosta accanto ad altri TIR, e si avvicinò a noi.
CONTINUA ...
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